In-Forma Mentis

La mia forma mentis in recupero dallo scrutatore-una settimana


Una settimana esatta dalla fine dell’estenuante scrutinio. Stamane è sopraggiunto il ricordo, quasi come se volessi celebrare (o meglio esorcizzare, liberandomene) la conclusione di quell’esperienza terribile e faticosissima, lasciandola definitivamente alla comprensiva accoglienza del bagaglio personale. Ho anche inviato un sms alla presidente di seggio, per condividerne la “ricorrenza” e l’opinione distruttiva. Non ebbi neppure il tempo di accennare qui a quelle giornate trascorse nel seggio. Basti pensare che nei due gg successivi alla chiusura delle diatribe sono rimasto in uno stato di “ammaccamento” post-elettorale, a riposo quasi forzato, con un programma di recupero della notte di veglia persa nella conta e riconta di schede e preferenze. Una ventina di rappresentanti di lista accreditati, dai controllori infervorati ai presenzialisti più docili. Caffè ripetuti ad intervalli irregolari, la pausetta-pizzetta nel serale. Signore in età da voto per inerzia che chiedevano di ri-votare, e noi scrutatori lì per rivoltarle ;-) Un cavallo di ritorno (il pacco senza foglio identificativo) poco dopo l’inizio dello spoglio, i pacconi finali da esaurimento ed i “paccheri” che si sono sfiorati tra di noi. Il “pronto intervento seggio in difficoltà” in notturna, a cura della paziente task force comunale, la bolgia femminile in cui volevo sguazzare ma che ha finito per quasi sovvertire il mio spirito diplomatico. I bambini d’accompagnamento domenicale, i cani in cabina, gli scontri di partito, le opinioni in combutta in una marea indefinita del disappunto, i contrasti insani intra-nos, le invasioni dei curiosi e degli azzecca-garbugli, scudettati ed a volte no, ognuno a dire la propria in un processo estemporaneo aperto al pubblico delle grandi occasioni, i verbali interpreti dell’impazzata finale, l’alba e poi il sole che ci fece capire che stavamo per fare il record di maratona della 5° Municipalità. Un’esperienza che segna, anche questa è fatta, all’ufficio consegnai il dovuto tra il fragore e lo stupore degli addetti, che con compassione mi accolsero come l’agnello sacrificale inviato dal regno del caos. Avevo fatto lo scrutatore.