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D'Alema contro la "Stampa"


Massimo D'Alema incontra a Belgrado il presidente serbo Boris Tadic (foto Ansa per corriere.it)D’Alema qui, D’Alema lì, un po’ troppo qui e lì negli ultimi tempi. Sui giornali, sugli aerei, tra le barche e al telefono. D’Alema, “facci sognare”: è la sua frase colta in un’intercettazione telefonica che sta diventando il ritornello del chiacchiericcio politico-economico. D’Alema se la prende con i magistrati di Milano, come faceva esattamente il Cavaliere quando era sotto inchiesta, ed al quale rispondeva di smettere di criminalizzare i magistrati. Se la prende per la pubblicazione sui quotidiani delle telefonate con furbetti, banchieri e assicuratori organizzati. Dice che ci sono atti illeciti e che si aspetta provvedimenti giudiziari. Approveranno una legge per impedire la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche? Come se una volta scoperto un male, invece di curarlo, si eliminasse il medico, è la metafora di Di Pietro.Forse, forse riescono ad essere d’accordo, così l’intreccio immorale tra politica ed economia continuerà, il capitalismo all’italiana. Lui ha liquidato la questione morale: "rileggendole, queste frasi, non trovo nulla di moralmente sconveniente". D’Alema è il Ministro degli Esteri e ci rappresenta in giro per il mondo; è l’espressione di un certo modo di essere italiano, col suo baffino strategico e la tenuta da marinaretto. In occasione di un recente summit del Consiglio dei Ministri lui era a Valencia a fare il tifo, (mai termine fu più adeguato) per Luna Rossa,  che ha imbarcato 5 sconfitte e se n’è tornata a casa, con maggior danno per gli scaramantici. Non so come arrivò a Valencia, se circumnavigando il Mediterraneo con la sua barchetta (non ce l’ha solo Berlusconi!) o con un aereo di Stato. Oggi è a Belgrado, in visita ufficiale.(da corriere.it). Al suo seguito ci sono gli inviati accreditati di tv, agenzie di stampa e quotidiani italiani, che lo seguono viaggiando con lui sull'aereo di Stato. Tutti tranne uno: quello de La Stampa. Lasciato a terra. Per decisione dello stesso vicepremier. Il quale, in questo modo, ha forse inteso prendersi una rivincita dopo la pubblicazione, da parte del giornale torinese, delle indiscrezioni sul suo presunto conto corrente segreto in Brasile e sulla pubblicazione delle notizie riguardanti le intercettazioni. Il quotidiano racconta che un primo caso di esclusione da un viaggio organizzato dalla Farnesina si era registrato nei giorni scorsi, in occasione della trasferta del ministro ad Ankara. L'inviato de La Stampa era stato il solo a non essere imbarcato al seguito di D'Alema. «La Farnesina chiariva che l'esclusione non era personalmente rivolta al giornalista - si legge nel comunicato -, ma alla testata per la quale lavora». Dopo il primo episodio la direzione del quotidiano aveva pensato di soprassedere, «preferendo far rientrare l'accaduto nel vasto capitolo dell'umoralità dei potenti». Ma quando il ministro ha concesso il bis, negando per la seconda volta il «passaggio» all'inviato de La Stampa, la questione non ha più potuto essere presa sottobanco. A La Stampa precisano di non volere enfatizzare il caso più del necessario. «Ci limitiamo a sottolineare che un uomo delle istituzioni ha pienamente diritto di non far salire persone sui mezzi che gli appartengono, macchine, aerei o barche da diporto. Se però dispone dei beni pubblici come se fossero suoi, apre una questione che va al di là dello stile che il ruolo dovrebbe comportare».D’ Alema facci sognare: ma cosa, la Luna Rossa? anche su