respiro di frequente

io me ne sto qui


Io me ne sto qui a sbadigliare ad uno schermo ronzante;mi guardo intorno e scorgo l’indolenza:icona,ovale, bizantina, inchiodata serafica alla parete bianca .Annuso l’odore del brodo e contemplo la curva di un cucchiaino opacizzato dall’ultimo caffè,leggo di una certa Irena che ha salvato 2500 bambini ebrei dai lager nazisti fingendosi idraulica;scoperta,le hanno spezzato braccia e gambe.Finita la guerra dichiara: « Avrei potuto fare di più. Questo rimpianto non mi lascia mai. »Penso che se ci fosse la guerra,io sarei un uomo davvero diverso:mi immagino in una grotta a scrutare il vuoto mentre l’odore di muschio e muffa sublima in gocce d’acqua sulle pareti di pietra (lontano i boati dei bombardamenti). Rimmarrei immobile a contemplare le curve di un lombrico prima di divorarlo cominciando dalle zampette.Tra una zampetta e l’altra avrei certo pietà di me pensando che,se fosse tempo di pace,allora sì che sarei un uomo certamente diverso.