respiro di frequente
un'aria sottile tra il sarcasmo e l'anacronismo.« 128 | Famiglia » |
Dall’eclisse alla piena,alla piena che divora la roccia, lo zolfo e le facce multiple brutali ed impaurite.come un'inspirazione,gonfio l’addome e sprofondo nel nero basalto dei pensieri impuri.il cielo rosso avido e miope,il piano nero:basalto,vomito,ossidiana. un prisma si erge come un fallo incantatore sulla cui cima,battuta da venti inesistenti, la mia gabbia d’oro sgangherata.dall’eclisse alla piena, dalla piena ad un vuoto ristagnante:dal fallo delle mie radici, molle una clelia trafitta nel centro.salto,muovo, canto le canzoni dell’incoerenza;mi lancio come un ratto nell’anfratto fino ad abbracciare lo scrigno:sant’agata ha un velo di fuoco che le brucia nel seno.il serpente arcobaleno nello scrigno ha un prisma di base cinque tra le spire viola.dalla piena all’eclisse,dallo zolfo allo iodio; ho in mano i miei due occhi e mastico vetro residuo di prisma mistico.Deduco:i colori sono la prima menzogna sensoriale.dall'eclisse alla piena,dalla piena alla madre.
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