In un posto chiamato "forum", che è tanto, ma tanto simile ad un blog, mi è stato chiesto in cosa credo.Domandina da niente, che mi fa riflettere da giorni.La premessa è che voglio credere in qualcosa, dove "credere" sta per "aver fiducia"... soltanto che non so in cosa credo.Dall'elenco delle cose più comuni che possono comporre la lista delle cose in cui credere, scarto la religione. Un vero aiuto non me lo ha mai dato, però mi ha fatto molta compagnia, negli anni. Poi mi sono accorta che, come quei genitori (non molto comuni, ma esistenti) che amano i loro figli finchè si comportano bene, ma sono capaci di grandi punizioni quando essi non rispecchiano più la loro idea di "bravo figlio", ti allontana quando sgarri.Qualcuno (Catullo) ha detto: "Amami quando lo merito meno, perchè è allora che ne ho più bisogno". Questa è la principale raccomandazione che farei all'Ente Chiesa, se potessi.Scarto il "compagno" di vita, perchè, senza che io abbia trovato una vera spiegazione, mai ho sentito di potermi confidare e appoggiare per cose che non fossero estremamente materiali. Difficoltà di feeling, senza colpa di alcuno.Cosa resta? La Natura? La Natura è talmente giusta da essere perfida.Gli amici (reali o virtuali, è uguale...(. L'Amico è un'entità più unica che rara. Se esistesse o se lo si trova, forse è l'unica cosa che crea una forza in cui credo: il senso dell'amicizia. Me stessa? No... bisogna essere molto forti per credere in sè stessi. Non lo sono.I figli? Immagino il mare, al largo. Si nuota, si va avanti. Si cerca una meta o si galleggia. Ciò in cui credi è la tavoletta alla quale ti puoi appoggiare ogni tanto. I figli non possono essere la nostra tavoletta perchè devono farsi portare dalla loro corrente.I compagni di vita possono essere tavoletta quando entrambi sono capaci, con semplicità, di essere l'una e l'altra cosa: aiuto e bisognoso di aiuto.Immagino un unico essere che per ciascuno è soltanto tavoletta: il genitore per il proprio figlio.Lunghissimo scritto, dove la conclusione poteva essere l'intero post:Non so in cosa credo.
Ma io credo?
In un posto chiamato "forum", che è tanto, ma tanto simile ad un blog, mi è stato chiesto in cosa credo.Domandina da niente, che mi fa riflettere da giorni.La premessa è che voglio credere in qualcosa, dove "credere" sta per "aver fiducia"... soltanto che non so in cosa credo.Dall'elenco delle cose più comuni che possono comporre la lista delle cose in cui credere, scarto la religione. Un vero aiuto non me lo ha mai dato, però mi ha fatto molta compagnia, negli anni. Poi mi sono accorta che, come quei genitori (non molto comuni, ma esistenti) che amano i loro figli finchè si comportano bene, ma sono capaci di grandi punizioni quando essi non rispecchiano più la loro idea di "bravo figlio", ti allontana quando sgarri.Qualcuno (Catullo) ha detto: "Amami quando lo merito meno, perchè è allora che ne ho più bisogno". Questa è la principale raccomandazione che farei all'Ente Chiesa, se potessi.Scarto il "compagno" di vita, perchè, senza che io abbia trovato una vera spiegazione, mai ho sentito di potermi confidare e appoggiare per cose che non fossero estremamente materiali. Difficoltà di feeling, senza colpa di alcuno.Cosa resta? La Natura? La Natura è talmente giusta da essere perfida.Gli amici (reali o virtuali, è uguale...(. L'Amico è un'entità più unica che rara. Se esistesse o se lo si trova, forse è l'unica cosa che crea una forza in cui credo: il senso dell'amicizia. Me stessa? No... bisogna essere molto forti per credere in sè stessi. Non lo sono.I figli? Immagino il mare, al largo. Si nuota, si va avanti. Si cerca una meta o si galleggia. Ciò in cui credi è la tavoletta alla quale ti puoi appoggiare ogni tanto. I figli non possono essere la nostra tavoletta perchè devono farsi portare dalla loro corrente.I compagni di vita possono essere tavoletta quando entrambi sono capaci, con semplicità, di essere l'una e l'altra cosa: aiuto e bisognoso di aiuto.Immagino un unico essere che per ciascuno è soltanto tavoletta: il genitore per il proprio figlio.Lunghissimo scritto, dove la conclusione poteva essere l'intero post:Non so in cosa credo.