Non per tutti

Paesi fantasma


I posti del silenzio.
Vita che si legge nelle rovine.La vecchia porta d'ingresso, se c'è, si apre facilmente.Nelle stanze restano segni di vita cancellati solo in parte dallo scorrere del tempo.Affacciarsi nella stanza che è stata cucina e vedere intatto l'alone di fumo dov'era il camino.Ante di mobili lasciate aperte dal proprietario, dopo che ha svuotato delle sue cose...? Dal curioso precedente...? Da qualche forza della natura...? Una tazzina un pò rotta... un pezzo di stoffa...Camminare in quelle che erano strade. Percorsi calpestati dal padre che tornava la sera in famiglia, da donne con i bimbi in braccio o da gambette felici di correre. Percorsi ora pericolosi per il degrado, per l'incuria, percorsi di serpenti.
Erbacce tra le scale, fino a nasconderle. Vicoli immersi di detriti e di silenzio. Uccelli padroni del territorio, unici artefici di suoni, insieme al vento che si infiltra tra finestre e porte aperte per sempre, che non proteggono più l'intimità delle case.Disegni sui muri forse fatti a scopo decorativo che si fondono e si confondono con i messaggini irriverenti, seppure a volte teneri, di innamorati che cercano ogni modo per rendere visibile e inciso il loro sentimento, come se in quel posto dove niente si cancella in fretta, si potesse fissare anche l'amore.
C'è più vita in quelle stanze pericolanti, nell'ultima in fondo, la camera da letto, che sui pianerottoli riscaldati e asettici delle città, dove se transiti non ti sembra mai che vivano persone.C'è molta più emozione nell'affacciarsi ad una finestra che si apre su erba, ruderi e nidi d'uccelli, spesso dall'alto a dominare una valle, che nell'osservare le splendide vetrine del Corso.
Sono affascinata, sono rapita dall'aria che si respira nei paesi abbandonati.