Gli ingredienti ci sono tutti.. c'è il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli, il sibilare del vento che si insinua ovunque, e poi un afrodisiaco frutto di mare, l'ostrica..tutto il resto è, continuando ad usare, una metafora sensual- gastronomica, contorno.. "A ostra e o vento", (l'ostrica e il vento) è un film pieno di suspence, un mistero che viene via via svelato, un pò claustrofobico, con pochi, rarissimi dialoghi.. bisogna proprio non distrarsi, altrimenti si rimane incastrati in un labirinto e non se ne viene più fuori..
Quattro marinai, dopo una lunga assenza, giungono su un' isola per portare i consueti rifornimenti e la trovano deserta. Il faro è rotto, non c'è traccia del guardiano Josè nè della figlia Marcela, ed è tutto sporco di sangue. Daniel, uno dei marinai, che per un pò di tempo ha anche vissuto sull'isola, ritrova un diario abbandonato sulla spiaggia. E ' quello scritto dalla ragazzina. E a questo punto iniziamo finalmente a scoprire qualcosa. "Mi sento prigioniera di quest'isola, ogni centimetro d'essa è abitato da papà e e Roberto, fra me e Saulo. Papà passa l'intera notte a camminare o girare sulla torre e Roberto non deve aver dormito questi ultimi giorni, sembra che abbia iniziato a temere l'isola...le ultime notti le ha passate davanti alla porta della capanna, seduto sullo sgabello a fumare..."
Grotta dos Encantados - Ilha do Mel, Paranà, una location naturale di alcune scene del film Subito il primo enigma : che cosa è successo a Josè e Marcela ? Lei dov'è ? Chi sono Roberto e Saulo ? " ..Ascolto ogni momento il richiamo di Saulo, in ogni suono e quando scendo verso la spiaggia, vedo Roberto sempre con lo sguardo addosso a me, spaventato, come se mi temesse. Se corro alla fonte, papà mi viene dietro. Sempre loro due, dovunque. Di giorno Roberto si trascina dappertutto, raschiando il terreno con i piedi.Temo il suo silenzio, il suo sguardo fisso su di me. E' diventato pericoloso, devo allontanrlo dall'isola. Ma come ? Siamo tre estranei, tre nemici, ciascuno teme l'altro. Ma loro non vinceranno su Saulo.Non sopporto più di vivere tutti insieme. Devo allontanare Roberto il più presto possibile e non so come fare..." Veniamo così a scoprire che Josè, il padre, severo e protettivo, è un vero tiranno.. sull'isola le ha costruito intorno una prigione, neanche poi tanto dorata, dove lei si sente soffocare e che non riesce più a sopportare. La controlla e vigila constantemente su di lei, la segue ovunque vada, impedendole di andare sulla terra ferma e di avere contatti con estranei. Unici rapporti umani quelli con l'aiutante Roberto e col vecchio Daniel, che, quanto meno, le insegnerà a leggere e le darà un pizzico di affetto, rappresentando per lei un confidente, l'unica persona a capirla.
Faro das Conchas, Ilha do Mel Paranà, costruito nel 1872, vi sono state girate la maggior parte delle scene del filmMa alla piccola Marcella questi incontri rari e l'amicizia con gli adulti non bastano più. Sta crescendo e affiorano i primi palpiti sessuali, non ha amici della sua età con cui confrontarsi, nè amiche con cui parlare e confidarsi. E così non può far altro che affidare i suoi pensieri ad un diario. La solitudine è davvero immensa.. la nebbia avvolge ogni cosa, aumentando ancor più questo senso angosciante di vuoto attorno, che nemmeno la luce del faro riesce più a rischiarare e la giovane si inventa un amante tutto particolare, un qualcosa che c'è sempre e sull'isola non manca mai, il vento. Dà un nome umano al suo amore immaginario, Saulo, e giunge a vederlo e sentirlo materializzato : "... Non appena inizio a svolgere le mie normali attività quotidiane, come aiutare papà o Roberto, subito sento il suo richiamo e corro verso di lui. Lo vedo in ogni parte dell'isola, lo sento su tutte le parti del mio corpo ed aspetto che le sule, ad ali spiegate, emettano versi in coro al tramonto, così che io possa concedermi a lui sulla spiaggia. .. Tale è l'ansia di Saulo per me e mia per lui che lo vedo in ogni cosa che c'è sull'isola. Impregnato nell'acqua del ruscello, e quando mi ci immergo, lo sento che penetra nel mio corpo. Con i rumori dei segnali che il vento provoca nelle fessure delle cime montuose, mi riempe di suoni che si materializzano, come se mi baciasse le orecchie, la bocca, gli occhi, i seni, i capelli, ed allora sento il bisogno di aprirmi al vento e lasciare che Saulo entri in me... " Il timore di Marcela è quello di perdere il controllo e non avere più contatti con la realtà, per cui scrive.."..Devo per forza tenere questo diario, così per lo meno, riesco a distinguere che il vento è ancora vento, il ruscello è ancora ruscello, il mare ancora mare, gli uccelli sono ancora uccelli, perchè se continuo così, in pochi giorni. tutto sarà Saulo e non distinguerò più niente e nelle pagine di questo diario ripeterò solo il suo nome... "Con lo svolgersi della trama emergono altri misteri, sparpagliati sull'isola, come ciuffi d'erba, e lo spettatore viene invitato a partecipare all' indagine, per scoprire fra le altre cose, anche l'identità e dove si trovi la madre della bambina. Il filme non è affatto lineare, al contrario procede per flashbacks in modo da tenere viva l'attenzione. Passato, presente e futuro si mescolano ad ogni momento e a complicare ulteriormente le cose, spesso alcuni personaggi agiscono nella medesima scena, ma in due tempi diversi. Alcuni fatti sono recuperati dalla memoria di Daniel e di un altro marinaio, Pepe. Una bambola, un cata-vento, un astrolabio e le ostriche sono altri indizi utili, ma sono soprattutto i diari ad evocare i fatti accaduti. Oltre a quello di Marcela, anche il libro amministrativo del guardiano del faro, rivela particolari e dettagli a Daniel di ciò che è accaduto in quei diciotto mesi in cui lui e i suoi compagni sono rimasti lontani dall'isola.
una scena del film "A ostra o vento"Diretto da Walter Lima Jr. , basato sul romanzo omonimo del cearense Moacir Lopes, marinaio scrittore o scrittore marinaro, il film non ha necessitato di particolari scenografie. Le belle immagini naturali dell'isola e del faro sono state girate in locations suggestive, quali l'Ilha do Mel nel Paranà, dove si trova il faro das Conchas e la grotta dos Encantados, e la spiaggia di Jericoacoara con l'arco di Pedra Furada, nel Cearà.
Pedra Furada, Parco Nazionale di Jericoacoara, Cearà A questo punto dovreste essere sufficientemente incuriositi.. Per sapere come è andata veramente a finire questa storia di fari, isole lontane, mari, vento e solitudini... resta solo una cosa : leggere il romanzo (tradotto anche in italiano).