Fortaleza Report

Paesaggi incandescenti


Brasiliano d'adozione, dopo quasi sessant'anni passati nel Brasile, di cui una ventina nel Cearà, Maciej Babinski, con la sua pelle rosea, quegli occhi cerulei,  i capelli bianchi e quegli ottant'anni portati benissimo, continua ad impugnare il pennello con freschezza e vigore, prosegue indefesso la sua pittura di forte impatto, colorata, espressiva, lirica. 
olio su tela "Protagonista"Una vita ricca la sua, un pò nomade, nella quale influenze ed esperienze si sommano, tanti i luoghi dove ha vissuto, diversi i maestri da cui ha imparato, disparati gli artisti che ha frequentato.
acquerello " Torcedores"Maciej Antonoj Babinski  nasce a Varsavia, in Polonia nel 1931. A nove anni fugge all'invasione nazista del suo paese e si trasferisce con la famiglia in Inghilterra. E' qui che inizia a dipingere ad acquarello. All'incisione, su metallo,  invece si dedicherà a partire dal1949, quando si trasferisce con la famiglia a Montreal, in Canada, dove studia pittura con John Goodwin Lyman, alla McGill University, incisione con Eldon Grier, e disegno e pittura con Goodrich Roberts, presso l' Art Association of Montreal. Si avvicina al gruppo d'avanguardia Les Automatistes. Insieme a loro espone nel 1952 al Musée des Beaux-Arts di Montréal e, l'anno seguente, fa la sua prima mostra individuale.
acquaforte "Il Pittore"Il 1953 é anche l'anno che segna il suo arrivo in Brasile. Qui frequenta artisti come Oswaldo Goeldi, Augusto Rodrigues e Darel Valença Lins. Babinski vivrà e dipingerà attivamente a Rio de Janeiro fino al 1965, poi viene invitato ad insegnare presso l'Istituto Centrale d' Arte dell' Università di Brasília, ma lo potrà fare per poco tempo, allontanato per ragioni politiche, durante l'epoca della dittatura. 
acquerello "Vermelha"L'artista allora si trasferisce a São Paulo, dove vivrà dal 1966 al 1974, poi nel Minas Gerais, dove tiene lezioni presso l'Università Federale di  Uberlândia (UFU), dal 1979 al 1987, e ritorna a ricoprire il suo incarico presso l'Università di Brasilia nel 1988, dopo l'amnistia.
Arriva il momento di andare in pensione. Babinsky, fra i tanti posti dove vivere la sua vecchiaia, sceglie il  Ceará e vi ci si trasferisce nel 1991, dopo averlo visitato in un viaggio con amici. Prende residenza a Várzea Alegre, nel sud, dove vive in campagna, in compagnia della moglie Lidia e dove continua la sua produzione intensa di grandi tele ad olio. 
olio su tela "Morte di Chopin" dettaglioE' il paesaggio che lo attrae, da sempre, sin da bambino amante della natura, appassionato di escursioni e camminate, nelle foreste polacche. Nel Cearà rimane incantato dai colori, dalla terra rossastra, dalla luminosità che invade ogni cosa, dalla luce quasi incandescente dei boschi attorno a casa sua, nel sito Exu, dintorni di Várzea Alegre, sertão del Cariri. Una luce che arriva fin quasi a bruciare, aggressiva.
olio su tela "Morte di Chopin" Panorami assolati, alberi e vegetazione locale, anche se oltre ai  grigi, ocra e marroni della terra arida e secca del sertão, Babinsky usa anche lampi sgargianti, tonalità di verde squillante, arancioni e blu al limite del fosforescente.. 
olio su tela "Espaço Modulado"In tutto 12 olii su tela di grandi dimensioni, 18 acquerelli e 48 acquaforti su rame in bianco e nero,  miniature nelle quali, in uno spazio di pochi centimetri,  si ritrovano particolari e dettagli, tematiche quotidiane e figure mitologiche, quinte teatrali e scenografie, corpi nudi e scene erotiche, volti difformi o maschere.
olio su tela "Obas" “Il Ceará mi ha mostrato amicizia, poesia, radici, lealtà, coraggio e molto di più" afferma l'artista e  proprio la presenza costante, nei suoi quadri, degli alberi, ben radicati in questa terra, sembrano essere la metafora della sua scelta di vita..  mostra "O Cearà de Babinsky. Um Fabulário Incandescente"presso Sobrado Dr. José Lourenço, Fortalezafino al 18 marzo 2012