Fortaleza Report

L'uomo-gatto


"La mia prima visione del mondo è stata Pisa, con la sua torre inclinata. Come la torre, così il mio destino è stato sempre inclinato, cade-non cade". (Gino Amleto Meneghetti)Gino Meneghetti era un artista - un artista nell' arte di rubare. Era arrivato a São Paulo in una delle tante ondate migratorie di italiani in cerca di lavoro.. ma fu presto chiaro che la sua traiettoria avrebbe avuto ben poco in comune con la maggior parte dei suoi conterranei. Aveva già 35 anni ed una carriera ben avviata alle spalle. Ma è a San Paolo che divenne una figura leggendaria, una via di mezzo fra Arsenio Lupin  e Robin Hood.. un ladro-gentiluomo che rubava solo ai ricchi, attirandosi così la simpatia del popolo, divertito dalle sue fughe rocambolesche per i tetti e i suoi colpi da maestro. Nel 1976 ci fu chi, tal Luiz Gê, ne fece il protagonista di un fumetto, pubblicato sul giornale Versus, che nel 1989 ha ispirato il corto metraggio"Dov'è Meneghetti" di Beto Front. In soli 12 minuti riassume questa figura, più simile ad un clown he ad un criminale, fra battute e parolacce in lingua italiana, una tarantella come colonna sonora ed uno stile che ricorda tanto le comiche. 
Fumetto di Luiz GêMeneghetti era proprio una leggenda vivente. Il suo nome divenne sinonimo di ladro in tutto il paese. Lui e Sete Dedos erano i ladri più famosi della città. I due ebbero modo di conoscersi in prigione, dove condivisero la cella, ma si trattava di personalità ben differenti. Meneghetti era esperto, umano, non usava la violenza, anarchico, contestava la società capitalista, la borghesia e l'aristocrazia, pare ascoltasse l'Opera, leggesse Dante e i classici. 
Un vero eroe popolare. Molti avrebbe voluto fare ciò che faceva lui, una sorta di rivincita contro i soprusi di una polizia violenta e razzista, che mostrava atteggiamenti di pregiudizio nei confronti degli immigranti più poveri, soprattutto degli italiani. Due  biografie, una di Marcel Gomes e Antonio Biondi e l'altra di Mouzar Benedito gettano luce sulla folgorante carriera di questo insolito personaggio. Emergono così le testimonianze e i ricordi di chi, ancora bambino, lo aveva conosciuto. Il "gatto dei tetti", così era soprannominato, per l' estrema dimestichezza a camminare sui tetti e sfuggire così alla cattura, faceva brillare gli occhi ai bambini del quartiere quando arrivava al bar e raccontava come scavalcava i muri, saltava per i tetti, ingannava i poliziotti e scopriva dove i ricchi i nascondevano i gioielli. Era un ladro simpatico ed anche didattico : spiegava alla platea di avidi ascoltatori qual'era il miglior posto dove nascondere i gioielli : nella pattumiera ! Anzi, teneva veri e propri corsi su come aprire armadi  e comò (come non ricordare le lezioni sui tetto di Totò scassinatore ne "I soliti ignoti" ?). Era un ladro rispettabile, i suoi furti non andavano  mai a finire male e mai usava armi.
foto segnaletica di Gino Amleto MeneghettiAbile nel travestimento, cambiava spesso nome : Mario Mazzi, Antônio Garcia, Angelo Bianchi, Menotti Menichetti, Italo Bianchi ed altri. Ma ci si chiedeva, come faceva questo gatto dei tetti,  uomo-gatto, ladro- gentiluomo, uomo di gomma.. a saltare così in alto ? Come faceva a sfuggire a centinaia di poliziotti che lo cercavano per tutto il quartiere ? a saltare di tetto in tetto senza mai rompre una tegola ? Nei bar c'era chi diceva che usasse delle molle ai piedi e  c'era invece chi, semplicemente, non credeva esistesse davvero. Menenghetti  lasciava spesso  un biglietto da visita sul luogo del furto e talvolta, avendo trovato gioielli falsi, suggeriva, lasciandolo per iscritto, qualche buon indirizzo di gioiellerie dove poterne comprare di veri....
gli attrezzi del mestiereUna fredda mattina di giugno del 1970 sul giornale appare la notizia di un arresto. Era un 'epoca in cui gli arresti e le sparizioni di prigionieri politici erano all'ordine del giorno, ma, in questo caso, l'arrestato in questione non era un "terrorista". Era un  canuto ma arzillo vecchietto di 92 anni, sorpreso a forzare il portore di una casa al numero 909 di rua Fradique Coutinho. Meneghetti ricusò l'accusa di furto - quando si dice  - negare l'evidenza - si trovava lì per caso e dopo la deposizione, in mancanza di prove consistenti, venne rilasciato. Ufficialmente fu l'ultimo tentativo di furto da lui commesso.  
copertina del libro "Meneghetti, o gato dos telhados" di Mouzar BeneditoLa sua fama oltrepassò i confini del Brasile, tanto che negli anni '50, lo scrittore Albert Camus, di passaggio a San Paolo, volle andare a visitarlo in prigione. Parlarono molto e al momento del commiato, Camus gli chiese se potesse fare qualcosa per lui. Al che, Meneghetti rispose : "Sì, certo.. mi dia una sigaretta !"