CLUB FORZA BOLOGNA

Post N° 51


 SQUADRA CHE VINCE NON SI CAMBIASQUADRA CHE PERDE MAGARI SI'URGONO PROVVEDIMENTI DOPO IL KO CONTRO LO SPEZIADiciamo subito che NON parleremo dell'ennesimo caso Marazzina, perchè non è questo il più pressante dei problemi in casa rossoblu. I veri problemi li aveva già messi a fuoco Ulivieri dopo la partita con l'Albinoleffe. Lui non poteva raccontarla tutta, ma la realtà è che questa è una squadra in sofferenza, affetta da una involuzione tecnica preoccupante, da problemi di condizione atletica, e da una profonda crisi di identità a livello caratteriale.La presa di coscienza di Ulivieri faceva presagire che contro lo Spezia si sarebbero adottati opportuni accorgimenti, che tradotto vuol dire squadra coperta ed accorta. Ovviamente, mai prendere per oro colato le dichiarazioni di Renzaccio, perchè quando ti aspetteresti una tattica prudente, eccolo mettere in campo una formazione tanto sbilanciata quanto fragile.Tiri in porta quasi zero, un Danilevicius marmorizzato, e un Bellucci ancora a disagio nella ricerca del dialogo con il suo nuovo compagno di reparto, entrambi costretti in una posizione che evidentemente non consente a nessuno dei due di esprimersi come dovrebbe e potrebbe.Zauli e Meghni: il lusso di due fantasisti non se lo concede nessuno, neppure la Juventus, figuriamoci se può permetterselo il Bologna. Tanto più se uno dei due fatica, per ragioni anagrafiche, a tenere botta per tutta una partita, e l'altro, già impalpabile di per sè, viene impiegato fuori ruolo.Ma come si può pensare che Meghni possa fare con profitto le veci di Filippini, che è il suo esatto contrario? Il superfluo anzichè l'essenzialità, gli orpelli anzichè la sostanza. E per il francese finisce come al solito, un po' di buona volontà e troppi inutili ricami.Ma il vero punto critico sembra essere il centrocampo. Eravamo in tanti a dire che forse non era lecito chiedere a Mingazzini ed Amoroso il sacrificio che Ulivieri impone ai due fin dall'inizio del campionato. Ora sono fatalmente costretti a pagarne il conto, fisico e mentale.Gira e volta, da qualche parte la coperta dei due di centrocampo è sempre corta: se devono proteggere la difesa e fare interdizione, non possono proporsi in fase offensiva. E se invece devono costruire gioco per le punte, si aprono falle dietro. I due giocatori non tengono più il ritmo contro squadre da corsa come i liguri, ma di aiutarli provando un centrocampo a tre, per Ulivieri non se ne parla neanche.Infine, il già dibattuto problemi dei cambi. Ancora una volta, non si può negare l'evidenza dell'incapacità dell'allenatore di usare i cambi come strumento per imprimere svolte tattiche alle partite. Fuori un giocatore, dentro un altro con caratteristiche il più possibile analoghe, e mai che si riesca ad adeguare l'impostazione tattica all'effettivo andamento della partita.Ci dispiace  pensare che Ulivieri sia sempre quello delle scelte scontate, delle scelte discutibili, o se volete, delle scelte fatte per dispetto, ma rifiutiamo di credere che questo gruppo e questo allenatore non possano dare di più.Crediamo che, così come si deve pretendere un maggior impegno e un miglior rendimento dai singoli giocatori, allo stesso modo si possa pretendere anche dall'allenatore una gestione più equilibrata e più redditizia di quella che finora, per varie ragioni, ha messo in mostra.