Amici di Cassano

Fuga dagli ospedali, Cassano: si chiude il cerchio sul disastro della sanità pugliese


Reparti accorpati, attività ambulatoriale ridotta, turni massacranti nelle rianimazioni, sale operatorie chiuse. Una sanità, quella pugliese, messa in ginocchio dalla fuga di medici e infermieri che, avendo maturato il diritto alla pensione, si chiudono definitivamente alle proprie spalle la porta del caos in cui versano i nostri ospedali alle prese con manovre finanziarie e piani di riordino che - seppure necessari e con i pur evidenti sforzi che si stanno facendo per assicurare livelli dignitosi nell'assistenza - andavano pianificati, progettati e attuati con una politica che riproponesse come unico obiettivo la tutela del malato, del sofferente, delle loro famiglie.E invece il nuovo anno comincia con l'ennesima emergenza, con più di mille sanitari che abbandonano le corsie, nonostante l'enorme esperienza maturata con gli anni nell'assistenza agli infermi. Con il rischio di vanificare il lavoro che si sta facendo con le conciliazioni delle cause dei medici assunti con la stabilizzazione bocciata dalla Corte costituzionale e riassunti sulla base delle sentenze dei giudici del lavoro. Insomma si tampona una falla ma si apre una voragine con effetti devastanti sulla qualità del servizio offerto come denunciato finanche dai direttori generali delle Asl. Manager che ora per primi dicono basta ai tagli indiscriminati e chiedono invece di puntare sulla razionalizzazione. Una missione quasi impossibile anche per un uomo e un medico di grande esperienza qual è l'assessore alle politiche della salute, Tommaso Fiore, “vittima inconsapevole” di logiche spartitorie che in questi ultimi anni, cancellando di colpo qualsivoglia tentativo di programmazione, hanno di fatto dato il colpo di grazia al sistema sanitario pugliese, lasciando in prima linea sempre meno medici a fare fronte ad una sempre maggiore domanda di tutela della salute e operatori del “118” sempre più sfiancati dai troppi disagi in cui sono costretti a svolgere la propria preziosissima opera.