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Trenitalia, Cassano: “Così il Sud perde la ‘Locomotiva per l'Europa'”


Nota del Consigliere regionale, vicecapogruppo PdL, Massimo Cassano.“Ci saremmo aspettati investimenti; il rafforzamento di tutte le linee verso il Nord e le altre principali città del Meridione; un progetto per l'alta velocità lungo la linea Adriatica e sulla tratta per Napoli; nuovi servizi, a partire dal ‘treno più auto’ e dai vagoni letto, che invece sono ridotti all'osso e limitati a pochi mesi – estivi – dell'anno e solo verso un paio di città del Nord; nuovi mezzi per fare viaggiare i lavoratori e gli studenti pendolari in modo dignitoso e rispecchiando standard europei. E invece Trenitalia decide non solo di sopprimere molti convogli notturni a lunga percorrenza, ma potrebbe decidere anche di aumentare il costo del biglietto che colpirebbe ancora una volta i viaggiatori del Sud.E la politica locale che fa? ‘Abbaia ma non morde’, promette azioni giudiziarie, class actioni, “eclatanti” proteste istituzionali, ma poi mostra tutta la distanza dai problemi reali della gente. Quanto sta accadendo per i trasporto su rotaia in Puglia aggiunge al danno la beffa di una politica obsoleta messa in atto dai vertici di Trenitalia che isolerà sempre di più la nostra regione dal resto d'Italia, allontanandola ulteriormente dall'Europa e costringendo sempre più passeggeri a viaggi al limite del decoro e dell'umana sopportazione.Il diritto alla mobilità, in una Paese che vuol dirsi civile e moderno, deve essere garantito in modo assoluto e incondizionato a tutti, ancora di più a chi ha fatto in passato e potrebbe continuare a fare per il presente e il futuro, del treno il principale mezzo di spostamento per viaggi, di lavoro, di piacere, di studio. Tagliare sui trasporti, e sui treni in particolare, non è ammissibile dal momento che si aggrava ulteriormente una situazione già di per sé ridotta in condizioni precarissime, in un settore fondamentale per la qualità della vita di tutti noi.Ben vengano dunque azioni istituzionali, incisive e ferme, che vedono uniti tutti i partiti, i sindacati, le associazioni, i sindaci. E che questa volta almeno, alla politica degli annunci possa fare seguito quella politica del fare, di cui attualmente la Puglia è rimasta orfana, che è l'unico collegamento diretto e insostituibile tra i palazzi romani e le esigenze del territorio”.