l'urgenza dell'arte

L'ideologia contro la passione


I nemici dell'arte sono i critici, sopratutto i critici militanti di sinistra, che hanno reinterpretato la cultura a loro uso e consumo, che hanno storpiato gli autori i iimpegando il loro tempo a dimostrare che Aristofane era un precursore di Marx e che Goldoni presupponeva il socialismo. La massa dei contestatari si è allineata a taglaire fuori i dissidenti, i veri dissidenti, a isolarli, a misconoscere nel collettivismo della cultura, menzogna mostruosa l'ndividuo e la forza spirituale dell'individuo, che è l'unica vera forza. Hanno creato dei miti sociali per asservire e tramutatare gli uomini, consociati a rettili striscianti, così le persone, per fuggire alla solitudine si sono violentate, hanno dovuto aderire ai riti collettivi, i più deboli e magari sensibili, pur di non crepare nell'isolamento, per integrarsi hanno distrutto la loro individualità. E intanto in libreria trionfa la dittatura dei grandi editori asserviti alle lobby impedendo al lettore di conoscere, di arricchirsi di opere che posseggano originalità, impediti dal confrontarsi autentico. La vera democrazia ci sarebbe forse se la politica tentasse di occuparsi di cose concrete, aldilà delle ideolgie, sempre retoriche e tentasse di favorire la crescita dell'individuo sul piano cultrale ad esempio creando librerie dove si esponga materiale diversificato e variegato il più possibile, selezionato per settore e non per editore, potrebbe essere un inizio, ma non succederà  mai statene certi. Il garnde Baudleaire rifiutava l'idiozia del progresso, del razionalismo, del collettivismo, la palingenesi stronza, la rivoluzione ancora più stronza, defilato dalla celebrazione del nulla, solitario celebrava la vita e sputava sul mondo, fate come lui, barricatevi in casa.