l'urgenza dell'arte

Salvador dalì contro l'ideologia


Passata questa idiozia della pasqua, tra colombe e pastiere, guarnite dalla maggioranza dei nostri sedicenti poeti, artisti strarordinari della decorazione delle torte e dei mandorlati, scrittori della domenica, tutti si provano a scrivere poesie sulle ricorrenze, soltanto che appunto, le ricorrenze non esistono, ciò che conta è l'arte Totale per la quale non c'è spazio per niente altro cher questo pensiero che non si ferma, che visione del mondo non cessa mai di comporre il suo mondo. La poetica non abbandona mai un artista, lo rincorre e ne definisce il percorso ecco perché non v'è spazio per estemporanee decoraziani pasquali o autunnali o estive che si voglia. Ancora una volta l'esteta Dalì ci insegna poi che l'arte non può esistere senza ossessioni profonde, risolte in canto e in poesia. Gli impeganti riempiono la loro arte, ipocritamentre popolare di invenzioni retoriche e didascaliche, soffocando la vera forza poetica che non conosce edificazione o impegno perché rivolta a nessuno, tantomeno appunto forgiata per le masse, l'artista scrive per nessuno, la necessità del pubblico è un passo successivo, un istanza successiva alla creazione, la vera e sincera creazione è  rivolta  sempre a un Dio sconosciuto.