FOSCO

AMARCORD...


Alle volte ci sono serate come questa che inducono alla nostalgia, nel ricordo di una storia non vissuta o esauritasi prematuramente, così mi è tornato alla memoria un mio antico scritto dedicato ad una storia impossibile, che ho poi anche pubbblicato qualche anno fa nel mio blog, e che ora ripropongo, senza particolari variazioni o correzioni, se non limature o aggiunte di poco conto, come si farebbe con un modestissimo restauro conservativo.
CANTO ALLA LUNAStasera c’è  una pallida Luna in questo cielo velato che sa di primavera. E ci sono i miei pensieri che si aggrappano a quel filo invisibile che unisce la Terra alle Stelle. Alle mie spalle la vita vissuta, con le sue luci e con le sue ombre, e di fronte, nel buio della notte, un futuro quasi scontato. Passano davanti ai miei occhi come in un video accelerato le immagini della mia tumultuosa esistenza, ed io ogni tanto fermo quei fotogrammi per modificare le scene della mia vita, come per vedere cosa sarebbe cambiato se le mie scelte avessero scavato percorsi diversi. Ma è solo  un gioco… in fondo non ho rimpianti e non avverto  rimorsi, come se gli anni avessero lenito i graffi  lasciati da alcuni ricordi. Ci sono però alcune notti che mi assale la nostalgia di una vita vissuta con te,e sono quelle notti che il cuore rallenta il suo battito, che l’anima ripiega il suo mantello,e che negli occhi s'insinua l'ombradi una dolce malinconia. Ci sono sogni che forse non moriranno maima che non bastano a compensare la tua assenza, ci sono sogni che mi parlano ancora di te,e che  proiettano sempre le stesse immagini colorate,come se il Tempo non riuscisse mai a sbiadire i ricordi.Se tu  fossi qui, accanto  a me, io guarderei la Luna riflessa nei tuoi occhi, sentirei il pulsare del cielo solo avvicinando il viso al tuo cuore. E non ci sarebbe Passato, Presente e Futuro, e non ci sarebbero più limiti di Spazio e di Tempo, ma solo il calore del tuo abbraccio, come se in quel momento il Mondo fosse dentro di noi, e noi padroni dell’intero Universo. Se tu fossi qui le parole non servirebbero, perché sarebbero gli sguardi, i gesti, le mani strette alle tue, a parlare per me. Sarebbe la tenerezza che passa dalle mie dita al tuo viso, alle tue labbra, al tuo seno, a parlarti di me. Sarebbe un lungo bacio sulla tua bocca a dirti le cose che sono rimaste ancora inespresse. E sarebbe la mia pelle che scorre sulla tua, il tuo sapore, il tuo  odore, a parlarmi di te. Se fossi qui i tuoi vestiti cadrebbero lentamente, uno ad uno, come foglie d’autunno, e la tua pelle ambrata risplenderebbe morbida sotto la Luna. E la notte, soltanto la notte, sarebbe testimone di quella intimità profonda che avvolge l’anima e il corpo, quando il sospiro diventa un canto, quando il sesso si fa per amore. Ma io sono da solo come ogni sera a parlare di un sogno, a parlare d’amore, a digitare parole, a costruire  immagini, a far scorrere la notte guardando il soffitto decorato dalle mie fantasie, finché l’alba trafigge i mie sogni, finché la luce ferisce i miei occhi, finché il Sole nasconde le tracce dei mie pensieri, come quando di giorno occulta crudelmente la Luna.