FOSCO

GIOCHI OGNI GIORNO...


 Da quando ho aperto il blog, e cioè una decina di anni fa, ho pubblicato e letto quasi 30 poesie di Pablo Neruda, ma era dal 23 Gennaio del 2015, ovvero da un anno e mezzo, che avevo abbandonato questo autore. Oggi lo ripropongo in una poesia forse meno conosciuta, di cui però sono riportate quasi dappertutto le ultime due righe che sono diventate una specie di aforisma d'amore che ormai tutti/e hanno memorizzato.
 GIOCHI OGNI GIORNO  Giochi ogni giorno con la luce dell'universo. Sottile visitatrice, giungi nel fiore e nell'acqua. Sei più di questa bianca testina che stringo come un grappolo tra le mie mani ogni giorno. A nessuno rassomigli da che ti amo. Lasciami stenderti tra ghirlande gialle. Chi scrive il tuo nome a lettere di fumo tra le stelle del sud? Ah lascia che ti ricordi come eri allora, quando ancora non esistevi. Improvvisamente il vento ulula e sbatte la mia finestra chiusa. Il cielo è una rete colma di pesci cupi. Qui vengono a finire tutti i venti, tutti. La pioggia si denuda. Passano fuggendo gli uccelli. Il vento. Il vento. Io posso lottare solamente contro la forza degli uomini. Il temporale solleva in turbine foglie oscure e scioglie tutte le barche che iersera s'ancorarono al cielo. Tu sei qui. Ah tu non fuggi. Tu mi risponderai fino all'ultimo grido. Raggomitolati al mio fianco come se avessi paura. Tuttavia qualche volta corse un'ombra strana nei tuoi occhi. Ora, anche ora, piccola, mi rechi caprifogli, ed hai anche i seni profumati. Mentre il vento triste galoppa uccidendo farfalle io ti amo, e la mia gioia morde la tua bocca di susina. Quanto ti sarà costato abituarti a me, alla mia anima sola e selvaggia, al mio nome che tutti allontanano. Abbiamo visto ardere tante volte l'astro baciandoci gli occhi e sulle nostre teste ergersi i crepuscoli in ventagli giranti. Le mie parole piovvero su di te accarezzandoti. Ho amato da tempo il tuo corpo di madreperla soleggiata. Ti credo persino padrona dell'universo. Ti porterò dalle montagne fiori allegri, copihues, nocciòle oscure, e ceste silvestri di baci. Voglio fare con te ciò che la primavera fa con i ciliegi. SE VUOI ASCOLTARLA CLICCA QUI