FOSCO

I FIUMI...


Ungaretti è uno dei massimi poeti Italiani del '900, e molti lo avranno conosciuto attraverso i libri di scuola. Oggi vi propongo una sua poesia del 1916, che forse non è tra le più lette ma che io trovo comunque intensa e gradevole. 
I FIUMIMi tengo a quest’albero mutilato Abbandonato in questa dolina Che ha il languore Di un circo Prima o dopo lo spettacolo E guardo Il passaggio quieto Delle nuvole sulla lunaStamani mi sono disteso In un’urna d’acqua E come una reliquia Ho riposatoL’Isonzo scorrendo Mi levigava Come un suo sasso Ho tirato su Le mie quattro ossa E me ne sono andato Come un acrobata Sull’acquaMi sono accoccolato Vicino ai miei panni Sudici di guerra E come un beduino Mi sono chinato a ricevere Il soleQuesto è l’Isonzo E qui meglio Mi sono riconosciuto Una docile fibra Dell’universoIl mio supplizio È quando Non mi credo In armoniaMa quelle occulte Mani Che m’intridono Mi regalano La rara FelicitàHo ripassato Le epoche Della mia vitaQuesti sono I miei fiumiQuesto è il Serchio Al quale hanno attinto Duemil’anni forse Di gente mia campagnola E mio padre e mia madre.Questo è il Nilo Che mi ha visto Nascere e crescere E ardere d’inconsapevolezza Nelle distese pianureQuesta è la Senna E in quel suo torbido Mi sono rimescolato E mi sono conosciutoQuesti sono i miei fiumi Contati nell’IsonzoQuesta è la mia nostalgia Che in ognuno Mi traspare Ora ch’è notte Che la mia vita mi pare Una corolla Di tenebrePER ASCOLTARE LA MIA LETTURA CLICCATE QUI