PENITENTIAGITE...

Schiave con le palle


...Master con le gonne?Vediamo di dare un'altra badilata di ovvietà al già elevato montarozzo dei commenti sui ruoli e le configurazioni psicologico comportamentali di Masters e slaves: a mio avviso sia gli uni che le altre devono essere individui ragionevolmente maturi e stabili.Non è infrequente incontrare persone che, sebbene siano aduse nella vita di tutti i giorni ad essere totalmente padrone del proprio destino e sicuramente dei leader, preferiscano, nel privato, accettare la volontà di un Padrone al quale dedicare la propria devozione.E' ragionevole pensare che individui di questo genere accetteranno di affidarsi solo a Dom altrettanto affidabili e stabili, il che mi porta a considerare come più che leadership, capacità di dominare emozioni e difficoltà, la vera discriminante tra slave e Master sia qualcosa di molto più intrinseco alla personalità di ciascuno: la complementarietà.In parole povere lo scopo sia del Master che della slave è di prendersi cura l'uno dell'altro, secondo delle modalità che li vedono come due facce della medesima medaglia, come naturale reciproco completamento.Questo, ovviamente, evidenzia l'assoluta interdipendenza dell'uno rispetto all'altra, su una base di paritetica dignità e impegno. Pariteticità ed impegno che rendono ai miei occhi molto attraenti i rapporti con donne orgogliose e dominanti, per le quali sia tutt’altro che semplice accettare quel lato di se stesse che le porta alla sottomissione, e che spesso procura loro un conflitto interiore che si riverbera poi nel rapporto, rendendolo estremamente vivo e stimolante.Si è spesso detto che dietro ad ogni grande uomo c'è sempre una grande donna e se ciò è vero nella quotidianità lo è ancor di più nel BDSM, laddove sono proprio la forza di volontà l'affidabilità e stabilità emotiva della slave che rassicurano il Master sulla sua legittimazione ad usare di lei come meglio crede. Insomma: solo se ci si possiede realmente ci si può realmente donare.Non mi aspetto certo che la mia schiava sia una sottomessa assoluta, ma solo che possieda la forza e la capacità per assumersi le proprie responsabilità, di imparare dal suoi errori e di vivere la sua sottomissione e donazione nel migliore dei modi; esattamente come io non sono un Padrone assoluto, ma solo un individuo che cerca di crescere tra mille difficoltà e contraddizioni.Gli schiavi e i Padroni perfetti non mi interessano né mi divertono.