PENITENTIAGITE...

Breath control


…allora è deciso: oggi proviamo!Isa mi guarda con un misto di apprensione e rassegnazionecome vuoi, sei tu che decidi…Indossa già polsiere e cavigliere ed è completamente nuda.La faccio sdraiare sul letto, le blocco le braccia fissandole alla spalliera e faccio lo stesso con le gambe assicurandole alle gambe del letto.Per accentuare il senso di impotenza, le passo più volte una cinghia di cotone sul petto sulle anche e sulle cosce in modo che sia totalmente immobilizzata.Ha gli occhi sbarrati e il respiro pesante, mi avvicino al suo orecchio e le bisbiglioAdesso scoprirai cosa vuol dire dipendere da me anche per l’aria che respiri!Annuisce si vede che è eccitata e spaventata ad un tempo.Prendo rotolo di Domopak e ne ricavo un foglio lungo una cinquantina di centimetri, lo appoggio delicatamente sul suo viso e la guardo negli occhi. In principio non accade nulla, si vede che sta trattenendo il fiato per dimostrarmi che sa resistere.Mano a mano che passa il tempo di suo occhi si dilatano sempre più sembra chiedermi di interrompere quell’interminabile attesa, senza ottenere alcuna rassicurazione dal mio sguardo.Ad un tratto, in modo del tutto improvviso, spalanca la bocca e tenta di respirare, col solo risultato di risucchiare in bocca il foglio di plastica e di accentuare la sensazione di soffocamento.La guardo sorridendo mentre tenta inutilmente di inarcare la schiena nel tentativo di liberarsi. I secondi passano un barlume di terrore inizia a farsi strada in lei, gli occhi sembrano dilatarsi ancor di più quasi a risucchiare quell’aria che le è preclusa.Mi sembra che sia passato abbastanza tempo e le libero la bocca.Emette un sibilo che assomiglia ad un rantolo e respira a bocca spalancata, come se volesse divorare il mondo. Valuto le sue reazioni: è spaventata, ma non terrorizzata, possiamo continuare.Le lascio riprendere fiato, mi avvicino alla sua bocca le tappo il naso con la destra, poso le mie labbra sulle sue la faccio respirare il mio fiato, che lei “beve” avidamente. Poco alla volta la carenza di ossigeno del mio respiro fa il suo effetto: le palpebre si abbassano, la testa ha degli improvvisi cedimenti.Mi stacco da lei e questa volta le premo il film di cellophane sulle labbra e sul naso. In un primo tempo sembra non rendersi nemmeno conto di non poter respirare, è intontita poco reattiva. Una depressione al centro del foglio di plastica mi indica che sta tentando di respirare, non è molto reattiva sembra non capire cosa stia succedendo, ciondola la testa per quel poco che le legature le consentono.Decido che è il caso di fermarmi: tolgo la pellicola dal suo viso e la guardo mentre lentamente riprende lucidità: mi guarda con gli occhi sbarrati, si vede che non si rende perfettamente conto di cosa sia successo, sembra riemergere da un sogno, mi sorride:sono stata brava?Mi chiede?Si Isa sei stata brava, la rassicuro…Ti è piaciuto?Non so,mi dice lei…è strano non ho capito bene se avevo più paura o se ero più eccitata.La guardo, prendo un altro foglio di domopak e glielo metto sul volto:verifichiamo subitoLei è sorpresa, si dimena: non se l’aspettava. Tenta di respirare, ma il foglio è ben premuto. Boccheggia strabuzza gli occhi…la libero, respira come se riemergesse da un’immersione oceanica. Non le consento di riprendere fiato: le ostruisco nuovamente naso e bocca con la pellicola. Ha un tremito, poi un altro: sono diversi dall’agitazione di prima sembrerebbero quasi… eh si! Sono proprio quello: Isa ha un orgasmo.La libero, l’abbraccio e la tengo stretta contro il mio petto. Trema si avvinghia a me e ripete senza sosta:sonotuasonotuasonotua…Grazie Padrone! Sono tua!La guardo sorpreso: non ha mai avuto una reazione del genere, di solito è sempre molto irriverente e provocatoria. Oggi invece continua a stringermi e a piantarmi le unghie nella pelle.Sono tua, non sono mai stata così tua! Grazie non ti sono mai appartenuta come oggi…La prendo per mano e la stringo a me.