PENITENTIAGITE...

B.B.


Ogni tanto mi guarda e sorride, un sorriso leggero che non so bene interpretare, in bilico com’è tra richiesta di avvicinarmi e tentativo di sfuggire.Spesso cerca la mia mano e io la sua, ma c’è qualcosa che non torna: il feeling che ci ha portato fin qui sembra essersi offuscato.Mi chiede il permesso di fumare, glielo accordo e usciamo in una sorta di piccolo giardino zen interno dove si accende una sigaretta, tremando un poco per il freddo pungente, La guardo, mi sembra così fragile e indifesa…Rientriamo e continuiamo la visita. Dopo un po’ ci sediamo a riposarci.Sempre quel sorriso che non so decifrare.Beh, le dicoallora, come trovi l’Orko?Eh, fa leisi sei tu, sei come ti avevo immaginato, ma…ma?ma sei ciccio! Non credevo fossi così robusto…Ecco spiegata quella strana incertezza: non è altro che un timido modo per dirmiScusa sai,  ma no non ci siamo,  non sei il mio tipo.Non è che la cosa mi riempia di gioia, l’avevo abbondantemente prevista: in fondo lei è una bella donna e io, evidentemente, tanto bello non sono...Curiosamente, però, non si stacca da me, continua a starmi vicina, non smette di cercare la mia mano.Pranziamo, ci raccontiamo un sacco di cose, sono più rilassato, una volta sfumata la possibilità di una relazione, posso preoccuparmi molto meno delle sue reazioni e godermi comunque la sua compagnia.La cingo col braccio, la mano scivola sui fianchi e non trova alcuna traccia di elastico.sei senza mutande eh troiettaPenso tra me e meLei non pare accorgersi della cosa, sempre molto presa dall’osservazione delle opere esposte.Ormai si è fatto pomeriggio inoltrato, le fanno male i piedi mi chiede di fermarci un attimo. Troviamo una specie di cubo su cui sederci io dietro con le gambe aperte lei appoggiata contro di me. Più che appoggiarsi mi si spalma addosso con un movimento sinuoso e sensuale tanto che, per un attimo, ritrovo la stessa intimità e complicità delle nostre chiacchierate in chat.Le metto le mani sul ventre e lei, lungi dal sembrare infastidita del mio gesto, me le copre con una sorta di catalogo che tiene in mano.Per un attimo cullo l’idea di approfittare di quella protezione per infilarle una mano tra le cosce e vedere che succede, ma la sento stanca e un po’ insofferente, così preferisco evitare una sua possibile reazione negativa.Usciamo dalla mostra e ci avviamo verso il parcheggio dove ho lasciato la macchina.Ad un tratto, in modo del tutto inaspettato, si gira verso di me e mi bacia.Non è un bacio da educanda,  la sua lingua si infila decisa nella mia bocca e ci resta per un tempo ragionevolmente lungo.La guardo un po’ perplesso.ScusaMi diceMa dovevo provare Non posso credere che tutto quello che ci siamo detti, tutte le emozioni che mi hai fatto provare, rimangano solo una fantasia.Saliamo in auto e la accompagno alla stazione, dove, fregandomene dei divieti,  riesco a parcheggiare praticamente davanti all’ingresso principale.Manca ancora qualche minuto alla partenza. Questa volta sono io che le afferro i capelli, la tiro verso di me e la bacio. La bacio con violenza, come per farle capire che l’Orko oltre all’abituale tenerezza, ha altri modi esprimersi e che in quel bacio la stessa determinazione che userei se dovessi possedera.Non si oppone, anzi ricambia anche se un po’ stupita.È ora di accompagnarla al treno.Prima di arrivare al binario mi sibilaPer piacere non fare gesti strani, potrebbe esserci qualcuno che mi conosce.Ha ripreso il suo atteggiamento da vera signora, il collo della pelliccia stretto attorno al viso per proteggersi dal gelo.Il tono è molto formale, ma l’argomento non è affatto neutroLasciami un po’ di tempo per capireMi dice Sono confusa. Da una parte sono attratta da te e da ciò che rappresenti, dall’altra voglio dedicarmi con maggior impegno e continuità alla pittura e non so se riuscirò a conciliare le due cose.Non ti preoccupareLe rispondoSai che non sono un tipo che ha fretta e, soprattutto, non mi interessa iniziare un rapporto con te se non ne sei più che sicura.Il treno arriva, lei sale …Ci sentiamo stasera in MSN Mi dice,Le porte automatiche del treno si chiudono sul suo sorriso.Esco dalla stazione, mi accerto che nessun vigile abbi provveduto a rovinarmi la giornata: no, tutto a posto!Riparto sereno per Padova, chi vivrà vedrà…