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La giornata di ieri ci dimostra che il movimento femminista dato per morto decine di volte negli ultimi trent'anni è più vitale che mai e allaccia nodi oltre i confini dei Paesi ma in questo momento storico convive con spinte reazionarie e autoritarie perché, per dirlo con le parole di Lea Melandri: Siamo risospinti a servitù antiche, chiusure nazionaliste, rivalse del maschilismo (su Internazionale).
Al centro della lotta politica del movimento c'è anche il problema della violenza economica non solo quella perpetrata da compagni e aziende ma anche quella prodotta da un sistema politico ed economico che si fa complice di sfruttamento e sottrazione di diritti che colpisce anche gli uomini ma con maggiore forza penalizza le donne e le rende maggiormente esposte alle molestie sessuali e ai ricatti sul lavoro.
Se è vero che ogni partito si è presentato alle elezioni citando nel proprio programma la violenza contro le donne nessuno riconosce ha detto Nudm: il carattere sistemico della violenza e senza mai porre realmente in questione i rapporti di potere vigenti.
Contro ogni strumentalizzazione, contro il razzismo fascista e quello istituzionale, che usano i nostri corpi per giustificare la violenza più brutale contro le migranti e i migranti e ulteriori restrizioni alla loro libertà di movimento, rivendichiamo la nostra autonomia e ribadiamo la necessità o la volontà di autodeterminarci.
Il piano su cui ci interessa esprimerci è il Piano femminista contro la violenza maschile e di genere, il nostro terreno di lotta e rivendicazione comune, scritto da migliaia di mani in un anno di lotte.
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Inviato da: Recreation
il 08/02/2018 alle 16:13