Fragments d'âme

Post N° 73


Fino a quel momento non era stato difficile.In un certo modo avvertivamo, uno dopo l’altro, appena un attimo prima che assumessero forma compiuta, tutti i gesti e le parole che sgorgavano spontanei dalla nostra conversazione, trasformando in agio il nostro sentire e restituendo la perfetta sintonia di intenti già saputi e accordati.Poche ore senza sorprese, ma di ritrovato compiacimento e gusto. Per ogni dettaglio, per ogni leggera sfumatura, sin nelle pieghe più nascoste dei nostri sorrisi e delle nostre anime.Non avevo mai provato ad immaginare come sarebbe stato vedersi dopo tutto quel tempo. Mi bastava custodire, gelosa, la certezza. Non sapevo quando, sapevo solo che sarebbe successo.Infatti, era capitato. E si era poi rivelato nel modo più logico e naturale, così come logica e naturale era la calma che portavamo negli occhi.Non era stato difficile.Almeno fino a quel momento... fin quando non fui sulla soglia.Allora, mi fermai e guardai dentro a lungo senza riuscire ad entrare, senza riuscire a spiegarmi quella improvvisa esitazione inattesa.Temevo forse il senso di estraneità che dopo tutto il tempo trascorso sarebbe stato normale aspettarsi? Magari l’idea di un’inviolabilità infranta da altri occhi... o era piuttosto la paura di non trovare più, lo stesso consenso e la medesima accoglienza di un giorno troppo lontano? Eppure no, ci pensai bene, non era così.Non era il senso dell’ignoto, del non opportuno. Al contrario, mi sembrava che oltre la porta si stagliasse un’ombra antica, sentivo crescere la consapevolezza di un preciso déjà vu e lo vedevo impedire ai miei passi di muovere oltre.Tutto ciò che avevo già vissuto e già sofferto ritornava indietro come un’onda piena, straripante che aspettava solo il prossimo passo per rompersi... e travolgermi... e portarmi via. Per sempre.Il ricordo.Quello era il limite invalicabile, il confine che non riuscivo a superare.Sulla soglia, aspettavo la tua mano.Ma la tua mano non arrivava mai.Fino a quel momento.