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3 Marzo 1991 - Il pestaggio di Rodney King

Post n°4 pubblicato il 28 Febbraio 2009 da Decima.Legio
 

Rodney Glen King  è un tassista afroamericano divenuto celebre per essere stato vittima, il 3 marzo 1991, di un violento pestaggio da parte di diversi agenti di Polizia di Los Angeles che lo avevano fermato per eccesso di velocità. Gli agenti coinvolti testimoniarono di aver creduto che l'uomo fosse sotto l'effetto della sostanza allucinogena fenciclidina.

L'episodio, ripreso da un videoamatore, George Holliday, fu trasmesso dai maggiori network statunitensi e mondiali e fece tornare d'attualità la triste situazione del razzismo negli Stati Uniti d'America e causò violenti disordini con forti proteste nei confronti del dipartimento di polizia di Los Angeles, accusato di esercitare metodi brutali.

Gli scontri iniziarono quando un tassista di colore, Rodney King, venne picchiato da quattro poliziotti bianchi, che in seguito vennero assolti da ogni accusa. Il pestaggio fu filmato da un videoamatore, George Holliday, il quale lo vendette ai maggiori Network statunitensi, e che successivamente fece il giro del mondo.

La rivolta scoppiò inizialmente nei sobborghi di Los Angeles dove si concentrava la maggior parte della popolazione nera, ed in seguito coinvolse tutta la città.

Per diversi giorni, la metropoli fu oggetto di saccheggi, omicidi a sfondo razziale, missioni punitive ed atti vandalici. Tra le comunità maggiormente colpite dalla sommossa, è da nominare quella coreana, i cui cittadini chiamano Sa-I-Gu i fatti avvenuti in quei giorni.

Ma in realtà i disordini sarebbero stati relativamente ridotti se non si fosse sovrapposta una lotta di potere fra il sindaco e il capo della polizia, William Gates: di fatto Gates, risentito che il sindaco nero avesse ripetutamente manifestato antipatia nei suoi confronti e avesse velatamente avallato le accuse di brutalità da parte della sua forza, lasciò liberi i dimostranti di mettere a ferro e fuoco la città per due ore.

Durante quelle due ore, non appena si diffuse la psicologia che la polizia non sarebbe intervenuta e pertanto tutto sarebbe stato lecito, furono le gang a prendere il sopravvento sui dimostranti. In breve la protesta razziale divenne saccheggio vero e proprio, soprattutto dei negozi degli odiati coreani. Quando la polizia (e 3.500 marines) decise finalmente di intervenire, decine e decine di edifici in fiamme e decine di cadaveri costellavano il South Central, teatro dei disordini. L'epicentro dei disordini si trovava all'incrocio fra Normandie e Florence.

Nel resto della nazione gli incidenti furono più propriamente di protesta, ma non erano paragonabili in intensità a quelli di Los Angeles

Molti commentatori hanno trascurato uno dei fatti salienti di questa vicenda: la giuria che assolse i poliziotti rappresentava correttamente l'idea di gran parte della popolazione di Los Angeles, favorevole a metodi duri e ostile ai piccoli delinquenti neri. E dopo i disordini questo sentimento fu ancora più forte. Subito dopo i disordini un'inchiesta del Los Angeles Times ha rivelato che persino il 60% dei neri era favorevole ai metodi della polizia cittadina. Si tenga conto del fatto, però, che il processo fu ripetuto, e che due degli agenti che presero parte al pestaggio (gli agenti Koon e Powell), furono poi condannati a due anni e mezzo di carcere ciascuno.


In compenso i teppisti neri visti per televisione da tutto il mondo mentre picchiavano a sangue e cospargevano di benzina gli ignari malcapitati di pelle bianca sono stati assolti o condannati a pene ridicole: quasi nessuno fu condannato per i saccheggi dei negozi dei coreani. Tutto ciò non ha fatto che aumentare l'insicurezza della gente, e in particolare degli stessi neri di quel ghetto, e ha lasciato in larga parte della pubblica opinione l'impressione indelebile che le leggi nate per difendere i diritti civili finiscano per favorire la criminalità comune e si stiano ritorcendo contro quegli stessi oppressi che intendevano proteggere.

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Data di creazione: 18/02/2009
 

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