Creato da spiaggiarosada59 il 18/02/2007
 

LeRoseDiAtacama

pensieri dell'anima....essenze dell'essere e del vivere...e vivere è lottare e conquistare ed anche perdere,è cadere e rialzarsi...ed amare,amare sempre e comunque...........

 

 

« Messaggio #352Il mio angelo »

Lucia

Post n°353 pubblicato il 15 Gennaio 2009 da spiaggiarosada59
 

Non sono mai riuscita a capire quali strani percorsi affronti la mente umana e perchè episodi lontani e rimossi, riescano ad affiorare improvvisamente, riempendo la nostra mente di ricordi ed emozioni perdute.
Ero una ragazzina di 15/16 anni e stavo frequentando un Istituto Professionale per Vigilatrici di comunità infantili, per 3 volte alla settimana facevamo esercitazioni pratiche in scuole materne ed asili nido. Amavo i bambini e mi piaceva lavorare con loro, ma la mia grande timidezza, mi impediva di rapportarmi con i piccoli come avrei voluto e non riuscivo ad esprimermi al meglio...
In realtà non mi preoccupava il singolo soggetto o i piccoli gruppi, ma un'intera classe da coinvolgere ed interessare con giochi ed attività varie, mi creava non pochi problemi ed imbarazzi...
...E tutto questo influiva sul mio rendimento scolastico, almeno nelle materie pratiche, a differenza di quelle teoriche dove i voti si mantenevano buoni.
In quel periodo frequentavamo una scuola materna con asilo nido connesso, locati vicino alla Manifattura Tabacchi della mia città...i bambini erano numerosi e naturalmente molto vivaci e questo di certo, non mi aiutava, era una situazione di empasse da cui dovevo uscire per evitare di sentirmi ancora più frustrata, quindi cercavo d'impegnarmi come meglio potevo, anche se i risultati non erano entusiasmanti per me.
Finchè una mattina la notai, se ne stava in un angolo, nascosta come un piccolo animaletto cacciato ed impaurito, gli occhi sgranati a fissare i compagni ed il loro caos ed aveva un'espressione che inteneriva, tanta era la paura che lasciava trasparire.
Un rivolo di saliva che a tratti fuoriusciva da un angolo della sua bocca, lasciava intuire quali fossero alcuni dei problemi che l'affliggevano.
Domandai chi fosse e perchè si comportava così :
"lei è Lucia e non è una bambina come tutti gli altri" mi fu risposto..." se ne sta sempre da sola, impaurita e non lascia avvicinare nessuno, ogni volta che proviamo anche solo a sfiorarla, si mette a piangere e a urlare disperata"...
Mentre la osservavo di nuovo, avvertivo una forte stretta al cuore accompagnata da tanta tristezza, però pensai anche che forse potevo fare qualcosa per lei, se non altro provare a toglierle dallo sguardo quel mare ti paura che lo inondava.
Non sapevo nemmeno da che parte iniziare, ero solo sicura che non potevo improvvisamente invadere il suo spazio ed il suo mondo.
Strano ma solo ora ripenso a quanti gattini selvatici ero riuscita a recuperare fin da piccola, anche quando si difendevano con le unghie e con i denti e si nascondevano nei cespugli e sugli alberi...io capivo solo che dovevano essere aiutati per non morire di fame o di altro e ci riuscivo sempre.
Tornavo a casa sporca, piena di graffi e morsi, ma felice e soddisfatta per l'impresa portata a termine e per il nuovo amico conquistato, che sarebbe poi diventato inseparabile da me.
Forse anche in quel caso, fu quell'istinto innato che mi guidò verso Lucia...mi sedetti nella postazione più vicina a lei e con pazienza ed indifferenza inizia a giocare , a disegnare, lanciandole qualche occhiata ed un sorriso di tanto in tanto.
Sapevo che mi sarebbe servito del tempo, la diffidenza era tanta, ma non importava, seguivo solo il  mio cuore ed il mio istinto...
Ogni mattina ripetevo gli stessi rituali, finchè iniziai a rivolgerle distrattamente qualche parola, incoraggiata anche da una luce diversa nel suo sguardo mentre mi osservava.
Poi si alzò dal suo angolo e cominciò a guardare quello che stavo facendo...era per me, già una grande soddisfazione vedere che la paura, piano piano, lasciava il posto alla curiosità, così provai a farla disegnare e colorare con me.
Ogno mattina che ero in quell'asilo, appena arrivata, la cercavo fra gli altri e lei rispondeva al mio sguardo sempre più incuriosita e disponibile, finchè un giorno, mi si accostò e piano piano, mi salì in braccio per abbandonarsi completamente nelle mie braccia.
Una forte emozione mi travolse improvvisamente ed avevo il cuore che batteva all'impazzata...fu indescrivibile ed irripetibile e la strinsi a me con tutto il mio affetto.
Da quel momento in poi i suoi progressi fecero passi da gigante, stare con gli altri bambini non la spaventava più come prima, mi voleva sempre vicina, ma giocava anche con tutti gli altri...e venne il giorno in cui capii che nemmeno io le servivo più, era in grado di camminare con le sue gambe e di rapportarsi nel gioco e nelle azioni più semplici ed elementari con tutti gli altri.
Certo aveva i suoi limiti, ma non m'importava, la paura era svanita e a me tanto bastava, non potevo sapere se le poteva essere servito a qualcosa conoscermi, ma di sicuro a me, incrociare la mia strada con la sua era servito a crescere e a conoscere un pò meglio quel mondo diverso e sconosciuto che appartiene ad ognuno dei tanti bambini "speciali" che ci circondano...mi sentivo ( e mi sento ) più ricca e fortunata di tante altre persone.

Anche adesso, davanti al mio pc mentre sto scrivendo, il sorriso di Lucia è riuscito a riempire di luce la mia stanza.

 
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