Racconti a pezzi

2.Slimer tarocco e gli adesivi rossi


Una sera d'estate eravamo fuori, per le strade del nostro quartiere, con Marco, il figlio dell’idraulico, che voleva a tutti i costi farmi vedere i suoi pattini. Non erano nuovi, ma li aveva appena decorati con dei magnifici adesivi, sosteneva lui. Mi aveva detto che se volevo me li faceva vedere e poi forse aveva un po’ di adesivi doppi da regalarmi. A me sembrava una cosa incredibile. Una volta arrivati a casa sua, dopo avermi mostrato i pattini, aveva tirato fuori una scatola da scarpe piena di etichette, come le chiamava lui, di tutte le forme e dimensioni. Ce n’erano con le scritte, con le marche famose e persino alcune sagomate con personaggi di fantasia, mostri e altri eroi dei fumetti. Certe erano su fondo bianco o colorato, altre su fondo trasparente, ed erano quelle che mi attraevano di più. Avessi potuto, avrei preso la scatola intera, invece con mia grande delusione, le “doppie” erano davvero poche e, naturalmente, quelle che mi piacevano di meno. Alla fine avevo scelto un adesivo della Best Company, per il retro del pattino destro e un tarocco di Slimer, il mostriciattolo degli acchiappa fantasmi, per il pattino sinistro. Tra i due lo Slimer-tarocco era quello che mi piaceva di più perché aveva lo sfondo trasparente e sembrava nel suo habitat naturale, appiccicato sul verde fluorescente del pattino, coi suoi occhi rossi fuori dalle orbite e la bava alla bocca. E poi, la sua forma un po’ allungata copriva perfettamente i segnacci neri che mi ero procurato incastrandomi, in uno dei miei tentativi spericolati, sotto la marmitta della macchina di mio papà, che aveva il vizio di lasciarla sempre parcheggiata in strada. Gianluca ora ha diciotto anni...(continua)