farewell

Dall'ultima galleria


 Di Alessio Lega, sicuramente una delle più emozionanti canzoni sui drammi del G8  E poi dall'ultima galleriasembra mai più poter riaprirsi il solee quando luccica dal fondaledalla rugginosa ferroviaDalle budella della grande vedovadiritto in faccia a un muro altoPorta Principe in un sussultoti vomita addosso a Genova...Io quando tornerò a Genova per prima cosa col caffè di ritonel piazzale della stazione, dal baracchino il passo addormentatolo muoverò per riconquistare la dignità di me stesso al mondoed il dovere di camminare a testa alta guardando il fondoguardare in fondo, guardare il mare, guardare il punto fermo sull'abissovedere tutto tornare, urlare, fronte spezzata da un chiodo fissofronte spaccato, fronte diviso, fonte che anneghi al pozzo San Patriziodel mare rosso del nostro sangue plebeo che soffoca nel precipizio,che soffoca nel precipizio...Quando ritorneremo a Genova ritorneremo sopra la crinierabianca dell'onda che si frange al frangiflutti che mangia la serae scuote il senso del presente, della memoria che si schiantaquando Genova ritornerà quella del luglio del sessantaQuando ritorneremo a Genova e quando Genova sarà tornataquando torno, torno al nostro inverno la resistenza verrà dichiarataquando in tutto quest'inferno ritroveremo i nostri sentimentiverremo in braccio alla natura, verremo sopra i quattro elementi...Chi siamo noi? Ora siamo il mare, il mare nero che si scatenache si rovescia sopra al porto, sopra al porco che lo avvelenail mare più salato che ci avete fatto lacrimaredate un bacio ai vostri candelotti, giusto prima di affogare.Chi siamo noi? Ora siamo il vento che non potete più fare ostaggioaria libera dai mulini, dalle catene di montaggioil vento che spazzerà via, cancellerà l'orma dei vostri passiche schianterà muri e sbarre scatenandosi per MarassiChi siamo noi? Ora siamo il fuoco che non avete mai domatoquello che brucia in fondo agli occhi di questo grigio supermercatoquello che cortocircuita i fili dell'allarme e del divietomentre noi spargeremo sale sulle rovine di BolzanetoChi siamo noi? Ora siamo la notte, la luna persa dei disperatidice il poeta: "Quando cade un uomo, si rialzano i mercati"e per quest'uomo di eterna notte, per questa luce che se ne muoreaspetteremo che il sole sciolga il blocco nero che portiamo in cuore...E così torneremo a Genova, così ritorneremo a Genovacosì libereremo Genova, così saremo liberi a Genova...Io quando tornerò a Genova dal baracchino del caffè di ritol'antico samovar della tristezza, che sta bollendomi dentro al fiatoquesto dolore che mi ha tradito l'enorme sagoma del luttoil mio tormento che ho malcelato e queste lacrime che tengo stretto...e in una Genova liberata, senza chiusura, senza sgomentosenza sott'occhio la via di fuga, senza furore, senza spaventoavrà senso cadere in ginocchio, alzare e prendersi le manipiangere in piazza Alimonda...Pardon: in Piazza Carlo Giuliani.    SAMU