FRANCESCO ZIZZI

Viola (Mps) parla del derivato Alexandria


(Fabrizio Viola, Amministratore Delegato Montepaschi Siena)E' durata tre ore e mezzo la deposizione dell'ad di Mps, Fabrizio Viola, nell'udienza di questa mattina sulla ristrutturazione del derivato Alexandria. La parte su cui si è principalmente focalizzato il dibattito ha riguardato il ritrovamento della copia originale del "mandate agreement" per la ristrutturazione del derivato sottoscritto nell'estate del 2009 da Rocca Salimbeni e Banca Nomura. Il documento era conservato nella cassaforte dell'ex direttore generale di Mps, Antonio Vigni, sotto processo per aver ostacolato l'attività di vigilanza di Banca d'Italia assieme all'ex presidente, Giuseppe Mussari, e all'ex responsabile dell'area finanza, Gianluca Baldassarri.Il documento fu poi inviato alle autorità di vigilanza, che ignoravano la sua esistenza, mentre erano già avviate le indagini sulla gestione della banca. La ristrutturazione del derivato servì all'istituto senese, secondo l'accusa, ad occultare le perdite che avrebbero dovuto essere contabilizzate nel bilancio del 2009. La prova è proprio il mandate agreement scoperto solo nel settembre del 2012. Secondo quanto riferito oggi da Viola, sottoposto alle domande dei difensori dei tre imputati, i top manager di Mps avevano dei dubbi sull'operazione Alexandria ma non avevano prove del suo collegamento con altre operazioni di finanziamento. "C'erano dei dubbi ma l'esatta contezza della modalità di contabilizzazione l'abbiamo avuta solo dopo il ritrovamento del mandate", ha ricordato l'ad sottolineando che i costi di tale operazione, poi riammessi nel bilancio della banca, ammontarono a circa 300 milioni, una cifra che comportò l'aumento del Monti Bond da 1,5 miliardi a 2 miliardi.Viola ha poi rimarcato che il danno è stato soprattutto reputazionale sia in seguito ai downgrade del titolo sia perché il restatement del bilancio non era atteso da nessuno. L'attuale ad ha inoltre riferito che Baldassarri ha ricevuto una buonuscita di 830 mila euro da Rocca Salimbeni e una lettera d'encomio firmata da Mussari. Per quanto riguarda i motivi che già un mese dopo il suo arrivo in banca portarono alla risoluzione del rapporto di lavoro con l'ex manager, Viola ha citato una controparte della banca che lavorava con Baldassari, Enigma sim, "che non era di elevato standing".