sognatore romano

Ancora altre ulteriori e ancor di più , notizie curiose su ROMA


Ancora altre ulteriori e ancor di più , notizie curiose su ROMASANT’ ANDREA DELLE FRATTE E IL CAMPANILE  “BALLERINO” L’originale ed elegante campanile realizzato dall’Bernini nel’1659 con pianta prismatica prima nei due ordini inferiori , quindi circolare , e l’ultimo ordine ondulato è soggetto ad un curioso quando parzialmente indagato fenomeno  … di elasticità edilizia infatti quando suonano le campane per un fenomeno di vibrazione acustica che si trasmette alla struttura che oscilla in maniera impressionante , visibile ad occhio nudo e nonostante questo curioso attributo è ancora lì tanto che  affettuosamente è chiamato dai romani “ campanile ballerino “ LA CARROZZA CON IL FANTASMA Una delle superstizioni più radicate quanto temute, dai romani perché  impressionante , e ritenuto se vista , sinonimo di sventura ed imminente morte  riguarda la carrozza che trasporta il fantasma di Olimpia Maidalchini  potentissima cognata dell’ papa Urbano  viii , eminenza grigia che prosperò durante il regno dell’augusto cognato , e che la vox populi  voleva avida e spregiudicata e che influenzasse praticamente ogni decisione dell’papa , odiatissima dai romani che mal la sopportavano in quanto “ burina “ era nativa di Viterbo , ma soprattutto per il suo potere assoluto come molti dei personaggi che particolarmente colpirono , la fantasia popolare né malignarono anche da morta infatti c’è chi afferma che nelle notti di cattivo tempo una carrozza dorata con il cocchiere  senza testa e cavalli con gli occhi rossi e che sprizzavano fiamme la carrozza partisse da villa Pamphili  lanciata a folle velocità lasciava dietro di se una coda di fiamma unita a una scia di fumo nero dentro donna olimpia irride con delle forti risate i sventurati che la incontrano il mezzo doppia ponte Sisto per ritornare alla villa dove una volta imboccata quella che si chiamava via tiradiavoli veniva inghiottita da un gorgo di fiamme ( in un'altra versione invece si dirige verso piazza Navona passa davanti all’palazzo Barberini per poi dirigersi verso ponte Sisto per cadere dentro il Tevere che la inghiottiva in un gorgo infernale ) via tira diavoli rimase nella toponomastica , fino all’1914 quando divenne parte dell’ Aurelia antica, aldilà della leggenda resta come esempio di quanto i potenti possano restare nell’immaginario popolare dei romani fino a trascendere all’grado di fantasma e donna Olimpia non è l’unico esempio .Luca fa presto Con questo soprannome venne conosciuto il pittore napoletano luca Giordano detto anche “ fulmine della pittura “ per la grande velocità con cui finiva i suoi quadri , il record lo raggiunse quando dipinse l’affresco raffigurante S. Lorenzo Giustiniani nella seconda cappella di destra della chiesa della santa Maddalena , una volta acquisito il contratto  se né dimenticò aveva la veneranda età di 72 anni ( allora considerata molto avanzata per i tempi ) il giorno prima della scadenza gli fu chiesto il dipinto , che egli ovviamente non aveva neanche incominciato , minacciato d’arresto l’artista non si scompose e si lascio chiudere dentro la chiesa con pennelli colori e le candele e il mattino successivo , consegnò puntualmente l’opera dipinta in una sola notte.L’OBELISCO GIROVAGO DEL’PINCIO Copia d’imitazione egizia alto poco più di nove metri , inizialmente era posto nello cenotafio fatto erigere dall’ imperatore Adriano vicino a porta maggiore in ricordo di Antinoo suo favorito scomparso nelle acque dell’Nilo , venne ritrovato nella vigna dei fratelli Saccocci nel’1570  innalzato cadde poco tempo dopo , li rimase fino al’ 1632 quando urbano viii lo fece erigere nuovamente all’ingresso di palazzo Barberini per agevolare il transito delle carrozze la principessa Cornelia Barberini lo dono a papa clemente xiv che non sapendo che farne lo lascio nell’cortile delle pigne il successore pio vi progettò d’innalrzarlo  ma non se ne fece nulla ,  pio vii infine l’assegno nel’1822 alle cure , dell’architetto Giuseppe Marini che lo collocò nell’attuale posizione tra gli ippocastani dell’Pincio. LA RUOTA DEGLI “ESPOSTI “ A sinistra della porta principale dell’ospedale di santo spirito in sassia fondato da papa innocenzo iii che espressamente aveva dedicato nelle “ regole” dell’opera benemerita aveva dedicato un reparto ai bambini orfani e abbandonati esiste ancora  la ruota degli esposti nella quale le madri potevano  porre i neonati di cui volevano disfarsi , il bambino avvolto in un drappo azzurro veniva portato dalla priora delle balie , che vi apponeva sopra il piede sinistro il segno della doppia croce , simbolo dell’istituto legalizzandone la posizione giuridica , dell’nuovo venuto che da allora godeva dei pieni diritti  diventando un “ figlio della casa “ o “ figlio della famiglia “ non essendo figlio di ignoti che praticamente non aveva nessun diritto ed era riservato  un amaro destino. IL BARBIERE DELLA “ MELUCCIA” Tra le figure tipiche di piazza Montanara , vi era il cosiddetto barbiere della meluccia che per un soldo tagliava con una velocità notevole capelli lunghi e barbe “ lunghe né settimana “ di contadini e per tendere le gote avvizzite dei vecchi gli faceva tenere dentro la bocca, una piccola mela da cui il soprannome con cui era conosciuto , che infine faceva mangiare all’ultimo cliente della giornata ! LE LEGGI DELLA CIVILTà….La grande villa che si estende per circa 85 ettari , fu La villa privata dei borghese , nel’1900 venne acquistata da re Vittorio Emanuele iii per adibirla a verde pubblico , come da desiderio dell’fondatore, Scipione Borghese che in un iscrizione in latino nell’marmo così recita“Chiunque tu sia , entra ed esci quando vuoi , sei libero di andare dove vuoi di chiedere ciò che vuoi , questo è un posto di onesto piacere fatto  più per gli altri che per il padrone , ma non infrangere le leggi della civiltà se non vuoi esserne cacciato “ quanto servirebbe mettere in atto questo saggio e civile ammonimento , se si guarda non solo villa borghese  lasciata in uno stato miserevole , ma tutto la città oramai …ER  PONTE DE FERO O DELL’SOLDINOCosì veniva chiamato ponte dei fiorentini montato nei pressi della basilica di san Giovanni dei fiorentini di costruzione completamente metallica venne realizzato da privati in struttura prefabbricata , nel 1863 i quali ottennero di diritto di poter esigere un pedaggio un anacronismo degno dell’medioevo (dall’quale  erano esentati i militari , i gendarmi in servizio , e i frati mendicandi scalzi ) di un soldo che divennero 5 centesimi con l’unità d’ Italia .Orbene dall’lato della basilica c’era il cartello che avvertiva“ il pedaggio si paga all’altra sponda “ Uno spirito burlone dopo una delle ricorrenti piene dell’Tevere vi aggiunse in rima :“Sempre che prima non t’ inghiotta l’onda “l’appaltatore indispettito da questa inattesa quanto pertinente battuta sostituì il cartello con :“All’altra sponda si paga il pedaggio “lo stesso anonimo autore dopo un'altra piena  si divertì ad aggiungere “se non ti mancano i soldi e il coraggio “ il ponte fu demolito il 15 luglio 1941 e sostituito da ponte principe Amedeo D’Aosta che sta 100 metri più avanti all’incirca un anno dopo.  Un grande saluto a tutti e grazie della visita