sognatore romano

L’ACQUA DELLA FONTANA DI TREVI .


L’ACQUA DELLA FONTANA DI TREVI .
condotto sotteraneo sotto via dei " condotti "La fontana di trevi sicuramente è uno dei simboli della nostra città , uno dei monumenti più apprezzati e fotografati dai turisti , la sua storia è arcinota , ma forse un suo aspetto è ancora poco dibattuto se non tra il ristretto ambito degli addetti ai lavori , l’acqua che la rifornisce  che di per sé , da sola è un argomento a parte che ora illustreremo. Infatti  la famosa fontana  come del’ resto la barcaccia a piazza di spagna e quella dei quattro fiumi a piazza Navona e in tempi moderni quella dell’Nicchione all’ Pincio è alimentata dall’acquedotto dell’acqua vergine ( acqua virgo ) fatto costruire da marco vispasio Agrippa per servire le sue terme in campo marzio , i cui resti visibili tra largo argentina e il pantheon e che ha dato il nome a via dell’arco della ciambella . la costruzione aveva origine nella attuale località di Salone all’ottavo miglio della vecchia via Collatina ( ossia al’ km 10.5 circa vicino all’Casale di lunghezza dove in tempi remoti si trovava l’antica città di Collatia)dove un grande bacino di calcestruzzo interrato nel’19 secolo  captava  il prezioso liquido da una miriade di polle e vene circostanti e la convogliava per una quantità giornaliera di 103.916 mc 1.202 al secondo durante il percorso riceveva anche apporti da altri bacini secondari in una condotta che a seconda delle caratteristiche orografiche dell’terreno passava da il semplice tufo a condotte in cemento rivestito in reticolato che correva per oltre venti chilometri descrivendo un ampia curva da est a nord passando per le attuali la rustica,  Tor Sapienza , Prenestina , Pietralata , valle di sant’Agnese nei pressi di via tripoli , villa Ada parioli , ed infine Villa borghese dove terminava la sua corsa sotterranea  in una grande vasca di decantazione presso i giardini di locullo da cui deriva il termine bottino che è il vicolo da cui si esce dalla metro A , qui il percorso diventava aereo con le caratteristiche arcate che hanno , reso celebri queste costruzioni (mentre una derivazione arrivava a Trastevere) dei resti parzialmente interrati sono ancora visibili a via dell’nazzareno mentre altri sono nei sotterranei di palazzo sciarra proprio in quell’punto la conduttura attraversava la via Flaminia ( ora via dell’corso ) che in seguito divenne arco trionfale sotto Claudio e dopo molto l’arco dell’portogallo il tratto finale dell’percorso “aereo”  lungo 1.85 km passava per via dei Caravita e dell’seminario dove apposite tubazioni rifornivano infine vicino all’pantheon le terme e un lago artificiale . Unico fra tutti gli acquedotti antichi ad arrivare fino a noi in sostanza intatto in virtù probabilmente del suo percorso quasi interamente sotterraneo, a non essere sabotato durante l’assedio di Vitige nel 537 e anzi fu sfruttato per un tentativo d’invasione che fu abilmente sventato dalle truppe di Belisario, dovette essere utilizzato almeno fino all’8° secolo in cui una guida, per visitare Roma ne descriveva il castello terminale dotato di tre vasche ,ma al di fuori delle terme cadute in disuso, poi segui l’ abbandono  anche se in qualche misura continuò ad essere usato seppur minimamente , fino al ripristino voluto da Niccolò v per opera di leon battista Alberti . Mentre a ricordare la presenza della struttura nel tratto urbano, c’è via dei condotti il cui canale sotterraneo corre proprio sotto la via , largo circa 1.60 metri e in gran parte navigabile , purtroppo l’acqua non è più potabile per via dell’inquinamento moderno delle fonti , mentre in antichità era rinomata per la leggerezza e la mancanza di calcare altro elemento che ha contribuito alla sua conservazione per cui può essere usata solo per giardini e fontane, sempre l’ Alberti fu alla base dell’progetto della prima fontana di trevi o dell’trejo come testimoniano le fonti una rozza conca , fatta in seguito ristrutturare da urbano viii , e poi come sappiamo ricostruita sotto clemente xii nell’capolavoro che vediamo oggi , in essa il ricordo della sua fonte è perpetrato dai due altorilievi collocati sopra le nicchie laterali dell’grande prospetto con le statue dell’abbondanza e della solidarietà a sinistra quello che rievoca l’approvazione del’ progetto da parte di Agrippa , mentre a destra c’è quella che ricorda l’origine del’ nome Vergine questione peraltro controversa , quella più accettata fa leva sulla leggenda che una fanciulla  tale avrebbe indicato le sorgenti ai legionari di Agrippa che invano assetati ne cercavano la fonte fino ad allora sconosciuta ( leggenda ricordata sull’Altorilevo ) lo studioso di acquedotti Marco Tullio Frontino ce né fornisce un'altra riguardante un edicola in pietra collocata nei pressi della sorgente e raffigurante una ninfa , altri ancora interpretano poeticamente quella precedente attribuendo all’immagine la qualifica di vergine , ma forse l’origine si deve all’sovrapposi progressivo di queste credenze che poi hanno formato la leggenda della vergine , come quasi sempre accade in mancanza di prove storiche certe , l’esigenza di capire tipicamente umana si sostituisce alla verità storica , e crea delle leggende pur di avere una giustificazione qualsiasi che riempia questo vuoto . Detto degli interventi moderni che hanno costruito le derivazioni odierne che riforniscono le fontane in particolare il prolungamento che arriva fino al Pincio iniziato nell’1840 e terminato definitivamente nel’1936 . Per ultimo dobbiamo elencare l’aneddoto gustoso riguardante la costruzione della fontana di trevi Urbano viii papa piuttosto impopolare per l’imposizione di tasse fu soprannominato papa gabella , ne fece una apposta per finanziare i lavori della fontana di Trevi , una sorta di una tantum sull’vino a riguardo pasquino colse l’occasione per commentare velenosamente “ Urban  poiché di tasse aggravò il vino , ricrea coll’acqua il popol di quirino “  il pungente commento della statua parlante crediamosia una degna conclusione . Fine                                                         un video di uno mattina perr capire meglio  il testo