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Rispetto per Yara e Sarah: cambiate canale


Articolo apparso su "Il Nuovo Molise" del 02/03/2011Ciò che decide il contenuto delle grandi produzioni massmediatiche nella quasi totalità dei casi è determinato esclusivamente da ciò che fa lievitare l'audience, per il semplice motivo che questa influisce direttamente sui profitti ricavabili dalla vendita degli spazi pubblicitari. Niente di male a ricavare guadagni dai propri investimenti, niente di male se questo ne stimola di nuovi e produce occupazione. Il problema dunque resta:“può essere la sola la logica della massimalizzazione dei profittia guidare tutto”? La risposta è proprio quella che vi aspettate: no. Se i valori fondamentali vengono relativizzati qualsiasi sistema organizzato è una macchina che guida alla cieca, un pericolo pertutti. Un rischio che anche il mondo dell'informazione può correre. Dopo 7 mesi dalla sua scomparsa, la storia della povera Sarah continua ad essere sviscerata e riproposta senza alcuna pubblica utilità se non quella di apparire come un complicato ed avvincente giallo dai protagonisti reali. Converrete con me che questa non può essere informazione ma la sua spettacolarizzazione più triste.Purtroppo niente cambierà finchè non impareremo a cambiare canale, quando occorre. Si perchè è la nostra audience che premia un programma piuttosto che un altro e ispira i palinsesti televisivi. Il ritrovamento del corpo Yara rianimerà l'attenzione dei media che cercheranno di riottenere lo stesso successo mediatico incassato con la vicenda di Sarah. Si riproporrà lo stesso clichè, quello della vittima e del mostro che mette tutti contro uno e alimenta quel senso di giustizia “forcaiola” che poco giova a quella vera. Io personalmente, prima da uomo poi da battezzato, infine da consacrato, non posso esimermi dal manifestare la mia disapprovazione. L'informazione non può piegarsi tanto alle censure quanto ai gusti della gente, più che mai quando sono discutibili. Contribuite a costruire i vostri media con uno zapping illuminato dal senso del rispetto, lo stesso che giustamente dobbiamo alle vicende di Yara eSarah.Fra Umberto Panipucci