fravis1

UN PO' DI STORIA DEI NATIVI AMERICANI.IL PIU' GRANDE GENOCIDIO DELLA STORIA DELL'UMANITA'

 
A RICORDO DI CENTINAIA DI MIGLIAIA DI NATIVI AMERICANI, UOMINI DONNE VECCHI E BAMBINI, MASSACRATI, PRIVATI DELLE LORO TERRE, DELLE LORO LBERTA,(ANCORA OGGI NELLE RISERVE) DEI LORO USI E TRADIZIONI DALLA PIU' GRANDE DEMOCRAZIA MONDIALE
 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

FACEBOOK

 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Marzo 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 3
 

I MIEI BLOG AMICI

Il nome Navaho deriva dal termine Navahuu che in lingua Tewa, parlata da alcune popolazioni del sud ovest, significa Campo coltivato in un piccolo corso d'acqua. In lingua Navaho si usa il termine Diné (talvolta citato nella letteratura come Dineh) che significa Il popolo.

Dal punto di vista etnico i Navaho appartengono al ramo Athabaska meridionale, originario dell'Alaska e del nord del Canada e in realtà appartengono all'insieme delle nazioni Apache che intorno al 1500, provenienti dal nord, si stanziarono in un vasto territorio che si estende dall'Arizona al Texas occidentale e dal Colorado al nord del Messico entrando in conflitto con le popolazioni Pueblo che vivevano in quei territori. A differenza delle altre popolazioni amerindie gli Apache non avevano una sola identità di nazione o tribù, ma erano distinti in clan o gruppi familiari estesi, fondati su base matrilineare (gli uomini andavano a vivere presso la famiglia della sposa). Ciascun gruppo si considera una nazione.

Dal punto di vista linguistico appartengono al ramo Na-dené, la stessa tipologia linguistica degli Athabaska del nord e degli Apache in senso stretto.

 
Le malattie dei bianchi contro gli indiani

Nel corso dei lunghi decenni di guerre indiane che caratterizzarono la conquista del west da parte delle popolazioni bianche, un’ampia parte nel ridurre le ribellioni dei popoli nativi la fecero le malattie europee. Il contatto con i bianchi, infatti, non portò agli indiani solamente lo spostamento forzato di decine e decine di tribù da un posto ad un altro e poi ad un altro ancora; portò anche la spettacolare diffusione di numerose malattie che gli indiani non erano in grado di fronteggiare.
Per comprendere meglio la portata di quel che stiamo sostenendo, è importante sottolineare che studi piuttosto accreditati hanno stimato che le morti per malattie di origine europea tra gli indiani siano state da due volte e mezzo a cinque volte di numero superiore a quelle causate da eventi guerreschi.

 

Dio creò terra per gli Indiani ed era come se avesse disteso un panno. Sopra vi mise gli Indiani. Sono stati creati qui, su questa terra... e allora cominciarono a scorrere i fiumi. Poi Dio creò i pesci nei fiumi, diede la vita alla selvaggina sulle montagne e ordinò che si moltiplicasse. Poi il Creatore diede la vita a noi Indiani. Ce ne andavamo in giro e quando vedevamo pesci e selvaggina, sapevamo che erano stati creati per noi. Dio creò radici e bacche perché le donne le raccogliessero... Dio ci ha creati perché vivessimo qui ed era nostro diritto cacciare e pescare finché io e mio nonno riusciamo a tornare indietro nel tempo con la memoria.
 
Lupo grigio che ulula alla luna Poster
 
 

Bob Dylan - Masters of War

 

MAVIS STAPLES "EYES ON THE PRIZE"

Crosby, Stills Nash  & Young

OHIO

 

Un mondo d'amore

 

C'era un ragazzo che come me

Angelina

 

FIUME SAND CREEK (FABRIZIO DE ANDRE')

La Cura

F.Battiato

Generale

Indiani d'America

testo di Capo Dan George

 

La tribù dei Cheyenne, sicuramente una delle più famose e gloriose, viveva sembra nella zona dell´attuale Minnesota, ma sotto la spinta di altre tribù (Ojibwa) fu costretta a migrare verso le pianure del ovest. I Cheyenne erano di lingua Algonchina e pare che il nome fosse stato dato loro dai Francesi che nei primi incontri notarono che i Cheyenne, non avendo ancora i cavalli, impiegavano i cani (Chien in francese) per trasportare i loro beni. Nella loro lingua essi chiamavano se stessi Dzi-tsis-tas (Gente Uguale). Con la migrazione essi cambiarono modo di vivere diventando dei tipici cacciatori nomadi delle pianure. La tribù si divideva in "Settentrionali" e "Meridionali" e mentre la prima era stretta alleata dei Sioux, la seconda viveva e cacciava con gli Arapaho. I Cheyenne furono dei guerrieri indomiti e dopo il massacro di donne e bambini subito a Sand Creek lottarono per oltre venti anni contro le Giacche Blu guidati da capi come Naso Aquilino e Coltello Spuntato. Presenti anche nella famosa battaglia di Little Bighorn, dove fu sconfitto il 7° cavalleggeri di George Custer. Dopo ulteriori scontri furono infine sconfitti e rinchiusi in alcune riserve nelle quali ancora vivono i loro discendenti.

Naso Aquilino

 
 
 
 
Bisonte bianco Stampe di Pam McCabe
 
 
 

 

Post N° 48

Post n°48 pubblicato il 08 Agosto 2008 da fravis1

Custer, George Armstrong

 Custer, George Armstrong (New Rumley, Ohio 1839 - Little Bighorn, Montana 1876), generale statunitense, famoso per la grande battaglia combattuta contro i guerrieri sioux presso il fiume Little Bighorn, nel Montana, nella quale perse la vita. Diplomato all'Accademia militare, combatté nella guerra di secessione americana tra le file degli unionisti. Nominato tenente colonnello del VII reggimento di cavalleria, combatté a Washita contro gli indiani cheyenne, nel corso della prima fase delle guerre indiane (1867-1868).

  

 Nel 1873 venne incaricato di proteggere i costruttori della ferrovia e i cercatori d'oro nel territorio del Dakota, allora occupato dagli indiani sioux, guidati da Toro Seduto. Dopo tre anni di inconcludenti scontri, nel 1876 il governo statunitense decise di sferrare un attacco decisivo contro gli indiani, agendo su tre fronti. Il reggimento di Custer fu uno dei tre gruppi che presero parte all'azione: il 25 giugno, mentre si apprestava ad attaccare un accampamento di sioux dei quali aveva sottovalutato l'entità, Custer e 264 dei suoi uomini vennero massacrati dagli indiani guidati da Cavallo Pazzo. Fonte Encarta

 
 
 

Post N° 47

Post n°47 pubblicato il 08 Agosto 2008 da fravis1
 

Battaglia di Little Bighorn

 
 
 

Post N° 46

Post n°46 pubblicato il 08 Agosto 2008 da fravis1
 

Battaglia di Little Bighorn

Battaglia di Little Bighorn Battaglia combattuta il 25 giugno 1876 tra il Settimo Cavalleggeri dell'esercito degli Stati Uniti d’America, comandato dal colonnello George Armstrong Custer, e guerrieri sioux e cheyenne. Nel 1874 la scoperta dell'oro nelle regioni sudorientali dell'attuale Montana aveva spinto molti cercatori bianchi nei territori delle tribù indiane guidate dai capi Toro Seduto e Cavallo Pazzo, che reagirono con una serie di attacchi. Il reggimento di Custer, localizzato un concentramento indiano presso il fiume Little Bighorn, decise di attaccarlo, ma gli indiani, numericamente superiori, circondarono i federali e li sterminarono, uccidendo anche il loro comandante.

Fonte Encarta

 
 
 

Post N° 45

Post n°45 pubblicato il 10 Giugno 2008 da fravis1

 
 
 

Post N° 44

Post n°44 pubblicato il 10 Giugno 2008 da fravis1



Non mi interessa cosa fai per vivere, Voglio sapere quello che desideri ardentemente e se osi sognare quello che il tuo cuore brama… Non mi interessa quanti anni hai, voglio sapere se ti renderesti ridicolo per amore ,per i tuoi sogni, per l’avventura di esistere. Non mi interessa quanti pianeti quadrano la tua luna, voglio sapere se hai toccato il centro della tua sofferenza ,se i tradimenti della vita ti hanno aperto o se ti hanno accartocciato e chiuso per paura di altro dolore…. Voglio sapere se puoi stare col dolore mio o tuo, senza muoverti per nasconderlo, logorarlo o ripararlo…. Voglio sapere se puoi stare con la gioia, mia o tua, se puoi danzare selvaggiamente E lasciare che l’estasi ti riempia fino alla punta delle dita di mani e piedi Senza avvertirci di stare attenti, di essere realistici o di ricordarci I limiti dell’essere umani… Voglio sapere se puoi vedere la bellezza anche se non è bello ogni giorno, e se puoi scaturire la tua vita dalla presenza di dio. Voglio sapere se puoi vivere col fallimento, il tuo ed il mio e sapere stare Ancora sulla riva di un lago e gridare alla luna argentea “si!” Non mi interessa dove vivi o quanti soldi hai, voglio sapere se riesci ad alzarti dopo una notte di dolore e disperazione consumata fino all’osso e fare ciò che deve essere fatto per i bambini non mi interessa sapere chi sei o come sei giunto qui. Voglio sapere se staresti al centro del fuoco con me senza indietreggiare… Non mi interessa sapere dove o cosa o con chi hai studiato. Voglio sapere se puoi stare solo con te stesso, e se veramente Ami la compagnia che tieni a te stesso nei momenti vuoti….

Orian Mountain Dreamer Capo degli Oglala Sioux ( Nativi Americani )

 
 
 

Post N° 42

Post n°42 pubblicato il 16 Aprile 2008 da fravis1

Genova per noi

Paolo conte

 Paolo Conte  (1975) > Genova Per Noi

 Con quella faccia un po’così

quell’espressione un po’così

che abbiamo noi prima andare a Genova

che ben sicuri mai non siamo

che quel posto dove andiamo

che ben sicuri mai non siamo

non c’inghiotte e non torniamo più. 



Eppur parenti siamo in po’

di quella gente che c’è lì

che in fondo in fondo è come noi selvatica

ma che paura che ci fa quel mare scuro

e non sta fermo mai.



Genova per noi

che stiamo in fondo alla campagna

e abbiamo il sole in piazza rare volte

e il resto è pioggia che ci bagna.

Genova, dicevo, è un’idea come un’altra

Ah… la la la la



Ma quella faccia un po’così

quell’espressione un po’così

che abbiamo noi mentre guardiamo Genova

ed ogni volta l’annusiamo

e circospetti ci muoviamo

un po’randagi ci sentiamo noi.

Macaia[1], scimmia di luce e di follia,

foschia, pesci, Africa, sonno, nausea, fantasia.

E intanto nell’ombra dei loro armadi

tengono lini e vecchie lavande

lasciaci tornare ai nostri temporali

Genova ha i giorni tutti uguali.

In un’immobile campagna

con la pioggia che ci bagna

e i gamberoni rossi sono un sogno

e il sole è un lampo giallo al parabrise.



Con quella faccia un po’così

quell’espressione un po’così

che abbiamo noi che abbiamo visto Genova

… … … … … … … … … … … … …


 
 
 

Post N° 41

Post n°41 pubblicato il 04 Marzo 2008 da fravis1

BOB DYLAN - Blowing in the wind (1971)
Joan Baez - We Want Our Freedom Now
 We Shall Overcome
 
 
 

Post N° 39

Post n°39 pubblicato il 13 Febbraio 2008 da fravis1

 
 
 

Enya - Indian Music

Post n°38 pubblicato il 11 Febbraio 2008 da fravis1

 
 
 

Post N° 36

Post n°36 pubblicato il 27 Gennaio 2008 da fravis1

 
 
 

Post N° 35

Post n°35 pubblicato il 24 Gennaio 2008 da fravis1

 
 
 

Post N° 34

Post n°34 pubblicato il 24 Gennaio 2008 da fravis1

 
 
 

Post N° 31

Post n°31 pubblicato il 18 Gennaio 2008 da fravis1

                                       

Saggezza indiana

   

 
 
 

Post N° 22

Post n°22 pubblicato il 30 Dicembre 2007 da fravis1

GUERRIERO COMANCHES

 
 
 

Post N° 20

Post n°20 pubblicato il 20 Dicembre 2007 da fravis1


Giovane Navajo

Quando togliamo qualcosa alla terra,
dobbiamo anche restituirle qualcosa.
Noi e la Terra dovremmo essere
compagni con uguali diritti.
Quello che noi rendiamo alla Terra
puo' essere una cosa cosi' semplice
e allo stesso tempo cosi' difficile
come il rispetto.

Jimmie Begay (Indiano Navajo)


 
 
 

NUVOLA ROSSA

Post n°17 pubblicato il 17 Dicembre 2007 da fravis1

Makphya Luta (Nuvola Rossa). Sulla testa ostenta una remigante d'aquila da

NUVOLA ROSSA

Fiero ed orgoglioso, Nuvola Rossa fu uno dei più grandi capi indiani di tutti i tempi. Appartenente alla tribù dei Sioux Oglala, pur non essendo figlio di un capo, seppe emergere tra la sua gente per valore, saggezza, capacità di giudizio e coraggio.

 Nuvola Rossa (Capo Sioux

 Non ci interessa la ricchezza, ciò che vogliamo è allevare bene i nostri figli. La ricchezza non è di nessuna utilità e non si può portarla con noi una volta morti. Non vogliamo ricchezza, vogliamo Amore e Pace.

 
 
 

Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 16 Dicembre 2007 da fravis1

Cochise (Capo Apache)

Parla con sincerità cosicché le tue parole possano arrivare nel nostro cuore, come raggi di sole.

Per gli Apaches la parola data era sacra.

Secondo un vecchio detto indiano, la grandezza di un popolo si misura dalla grandezza dei suoi nemici. Se è così il popolo Apache era il più grande di tutti.

Tutti erano loro nemici: gli indiani Pueblos, Pima, Papagos, Comanches, i loro cugini Navajos, i conquistadores spagnoli, i messicani e, naturalmente, i pindah lickoyee, ovvero "stranieri dagli occhi bianchi", gli americani.

La denominazione Apache deriva da una parola della lingua Zuni, apachu, che significa appunto "nemico". Gli Apaches chiamavano se stessi Tin-ne-ah, il Popolo.

 
 
 

Geronimo

Post n°14 pubblicato il 13 Dicembre 2007 da fravis1

IL SOLE SI LEVA. BRILLA PER LUNGO TEMPO. TRAMONTA. SCENDE ED E' PERSO. COSI' SARA' PER GLI INDIANI..PASSERANNO ANCORA UN PAIO DI ANNI E CIO'CHE L'UOMO BIANCO SCRIVE NEI SUOI LIBRI SARA' TUTTO CIO' CHE SI POTRA' ANCORA UDIRE A PROPOSITO DEGLI INDIANI. (Geronimo)

 
 
 

Post N° 13

Post n°13 pubblicato il 03 Dicembre 2007 da fravis1

                               

                               Fiume Sand Creek (Fabrizio De Andre') 

Si sono presi i nostri cuori sotto una coperta scura

sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura

fu un generale di vent'anni, occhi turchini e giacca uguale

fu un generale di vent'anni, figlio di un temporale

c'e' un dollaro d'argento sul fondo del Sand Creek

I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte

e quella musica distante diventò sempre più forte

chiusi gli occhi per tre volte, mi ritrovai ancora li'

chiesi a mio nonno:"E' solo un sogno?", mio nonno disse "Si'"

a volte i pesci cantano nel letto del Sand Creek

Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso

il lampo in un orecchio, nell'altro il paradiso

le lacrime più piccole, le lacrime più grosse

quando l'albero della neve fiorì di stelle rosse

ora i bambini dormono nel letto del Sand Creek

Quando il sole alzò la testa sulle spalle della notte

c'erano solo cani e fumo e tende capovolte

tirai una freccia al cielo per farlo respirare

tirai una freccia al vento per farlo sanguinare

la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek

Si son presi i nostri cuori sotto una coperta scura

sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura

fu un generale di vent'anni, occhi turchini e giacca uguale

fu un generale di vent'anni, figlio di un temporale

ora i bambini dormono nel letto del Sand Creek

 
 
 

Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 02 Dicembre 2007 da fravis1

Giuseppe
(Capo Giuseppe o Hin-mah-too-yah-lat-kekt, 1832-1904, tribù dei Nasi forati)
Fu un grande combattente la cui strategia di guerriglia pare si insegni ancora oggi all'Accademia militare americana di West Point.

Figlio mio ,il mio corpo ritorna alla Madre Terra e la mia anima vedrà presto il Grande Spirito. Quando me ne sarò andato,abbi cura della tua terra......Ricorda sempre che tuo padre non ha mai voluto vendere questa terra.... Figlio mio ,non dimenticare queste mie ultime parole. Non vendere mai le ossa di tuo padre e di tua madre

 CAPO JOSEPH

La mente non te lo permette perchè
ancora è debole il desiderio e
la guerra dentro ti spegne.
E allora entra in lui cerca le
sue ali e vola in alto fino a
raggiungere ciò per cui hai tanto
lottato e che hai tanto desiderato,
e niente ostacolerà le tue ali.

CAPO JOSEPH

 
 
 
Successivi »
 
 
 

INFO


Un blog di: fravis1
Data di creazione: 19/11/2007
 

Il Massacro di Wounded Knee è il nome con cui è passato alla storia un eccidio di Sioux da parte dell'esercito degli Stati Uniti d'America commesso il 29 dicembre 1890.

In quella data alcune centinaia di Sioux Teton, seguaci del predicatore Wovoca e praticanti la danza degli spiriti (Ghost Dance) fuggirono dalla riserva di Pine Ridge (in South Dakota) per dirigersi verso le Badlands, alla ricerca di terre libere dall'uomo bianco e per raccogliersi intorno al moribondo capo Big Foot.

Essi credevano che ballando la Ghost Dance sarebbero stati immuni dai proiettili dei bianchi e che presto sarebbero tornati i tempi del bisonte.

Circondati da 500 soldati del settimo reggimento cavalleggeri armati con le mitragliatrici Hotchkiss, che intendevano riportarli indietro, si arresero, ma, a causa di uno sparo, l'esercito aprì il fuoco sull'accampamento. Secondo l'intervista ad Alce Nero si trattò di uno sparo accidentale partito dal fucile di Uccello Giallo mentre questi consegnava la sua arma ad un ufficiale dell'esercito, che ne rimase ucciso.

Durante la primavera successiva, quando le condizioni climatiche permisero all'esercito di tornare sul luogo a seppellire i morti in una fossa comune su cui venne poi eretto un monumento ad eterna memoria, se ne contarono 144, di cui 44 donne e 16 bambini.

Alcuni indiani furono portati via il giorno dopo, pietrificati, ed ammassati in una chiesetta ove (per gli addobbi natalizi) si poteva leggere la scritta:

« Pace agli uomini di buona volontà. »
 

Sono venuto al mondo con la pelle color bronzo. Molti miei amici sono nati con la pelle gialla, nera o bianca. Ci sono fiori dai colori diversi ed ognuno di essi e’ bello. Io spero che i miei figli vivano in un mondo in cui tutti gli uomini, di ogni colore, vadano d’accordo e lavorino insieme, senza che la maggioranza cerchi di uniformare gli altri al proprio volere. (Tatanga Mani)

Chi vuol essere un uomo giusto deve rispettare tutte le forme di vita su questa terra; il cielo, la luna, il sole, le stelle e quello che la natura ci da’. Se a casa sua arriva qualcuno ed e’ povero, gli deve dare alloggio, da mangiare e da vestire. Cosi’ si dovrebbe comportare un uomo giusto. (dal compito scritto di un bambino di 12 anni: Kim Katsitsiosta)

 

ULTIME VISITE AL BLOG

calcarelli1forestales1958olistef74girumlongomassimo59IcemanSiculoseralorenino.sottilecapocividamarisasigotguglieagip5531IMMAGINIRCFOenricodezordofreccia53li
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

LUCI

Il sole è uno scudo luminoso

che un Dio un giorno ha creato

e appeso presso il sentiero blu.

La luna è la torcia

di un vecchio uomo

che inciampa nelle stelle

Ipiedi della terra sono i miei piedi, adesso

e il corpo delle montagne sacre

ora è il mio corpo.

La voce della pioggia è la mia voce,

la mente del cielo è la mia mente.

Sono una cosa sola, adesso.

Sento che vivro' vita lunga e felice .

Quando mi vorrai

dovrai solo sussurrare il mio nome nel tuo cuore

ed io saro' li'

Nella Donna Sorgente ancora una volta

cade una goccia dell'Uomo Acqua,

da' vita all'incontro alla Pioggia Bambino.

Canto Navajo.

 
 TELAIO DEL CIELO, PUEBLO TEWA

"O Madre Terra, o Padre Cielo,
i vostri figli sulle schiene stanche
portano doni splendidi.
Tessete in cambio per noi vestiti di luce:
la trama sia la luce bianca del mattino,
l'ordito sia la luce rossa del tramonto,
le frange siano di pioggia,
e l'orlo d'arcobaleno,
così che camminiamo ben vestiti
là dove cantano gli uccelli
e verde è il colore dell'erba.
O Madre Terra, o Padre Cielo."

 

"La Terra è la madre di tutte le persone, e tutte le persone devono avere diritti uguali su di lei. La terra fu creata con l’aiuto del sole e tale dovrebbe restare...La terra fu fatta senza linee di demarcazione, e non spetta all’uomo dividerla... Vedo che i bianchi in tutto il paese accumulano ricchezze, e vede il loro desiderio di darci terre senza valore... La terra ed io siamo dello stesso parere. Le dimensioni della terra e le dimensioni dei nostri corpi sono le stesse. Diteci, se potete dirlo, che siete mandati da una Potenza Creatrice a parlare con noi. Forse voi pensate che il Creatore vi ha mandati qui a disporre di noi come meglio vi pare. Se io pensassi che voi siete inviati dal Creatore, potrei essere indotto a pensare che avete il diritto di disporre di me. Non fraintendetemi, ma capitemi pienamente tenendo conto del mio amore per la terra. Io non ho mai detto che la terra è mia per farne ciò che mi pare. L’unico che ha diritto di disporne è chi la ha creata. Io chiedo il diritto di vivere sulla mia terra e di accordare a voi il privilegio di vivere sulla vostra.  
 
Spirito della notte Poster di Gary Ampel
 

L'ultima guerra combattuta dai pellirosse delle grandi pianure ebbe probabilmente inizio tra le foreste del Nord dove i Sioux Santee, assediati da 15 mila coloni verso la metà del secolo XIX, tentarono invano di stabilire rapporti di convivenza pacifica con i bianchi. Delusi dal comportamento dei coloni, sotto la guida di Piccolo Corvo, essi incominciarono così ad attaccare forti e villaggi catturando numerosi prigionieri. Questo provocò un intervento massiccio delle truppe che, il 26 settembre 1863, invasero il loro campo liberando i bianchi qui rinchiusi e facendo prigioniera la maggior parte degli indiani. Un processo sommario decretò la condanna a morte di 303 guerrieri santee, ma il Presidente Lincoln fece eseguire la sentenza per 38 condannai che vennero pubblicamente impiccati. Gli altri vennero rinchiusi in prigione e 1700 tra donne e bambini vennero trasportati a Fort Snelling tra le violenze della folla che assisteva al loro passaggio. Piccolo Corvo, spintosi nelle pianure dove avrebbe voluto unirsi agli altri cugini Sioux, venne ucciso da due coloni che speravano di riscuotere la taglia da 25 dollari promessa dallo Stato del Minnesota per ogni scalpo di indiano che fosse stato consegnato alle autorità.

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Nuvola Rossa (inglese Red Cloud, 1822-1909), fu capo dei sioux oglala. Il suo vero nome era Makphya Luta.

Negli anni Sessanta del XIX secolo, Nuvola Rossa guidò con successo la resistenza dei nativi della sua tribù all'attuazione del "Bozeman trail" (un progetto ferroviario che avrebbe dovuto collegare il Wyoming ai bacini auriferi del Montana) e depose le armi solo in seguito all'abbandono del progetto da parte del governo statunitense.

Nel 1866 Nuvola Rossa prese il comando di un gruppo di sioux e di cheyenne decisi a contrastare l'esercito statunitense, che voleva costruire una strada e alcune fortificazioni sul loro territorio. Dopo due anni di combattimenti, le autorità statunitensi accolsero le richieste di queste tribù e quindi Nuvola Rossa perorò la causa della pace. Fu destituito dalla carica di capo oglala dopo una disputa con un agente governativo nel 1881. Trascorse gli ultimi anni di vita nella riserva di Pine Ridge, nel South Dakota.sembrare ancora più attuale di quanto non sia.

 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
 
La fine delle tracce Poster di James Earle Fraser
 

 

YEHA-NOHA NATIVE AMERICAN CHANT

 

THE CARIBOU WITH NATIVE AMERICAN SACRED SPIRIT

 

Sono venuto al mondo con la pelle color bronzo. Molti miei amici sono nati con la pelle gialla, nera o bianca. Ci sono fiori dai colori diversi ed ognuno di essi e’ bello. Io spero che i miei figli vivano in un mondo in cui tutti gli uomini, di ogni colore, vadano d’accordo e lavorino insieme, senza che la maggioranza cerchi di uniformare gli altri al proprio volere. (Tatanga Mani)

Chi vuol essere un uomo giusto deve rispettare tutte le forme di vita su questa terra; il cielo, la luna, il sole, le stelle e quello che la natura ci da’. Se a casa sua arriva qualcuno ed e’ povero, gli deve dare alloggio, da mangiare e da vestire. Cosi’ si dovrebbe comportare un uomo giusto. (dal compito scritto di un bambino di 12 anni: Kim Katsitsiosta)

 
 
 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963