NOWHERE

o me o il sogno


avevo un mantello di sogni,ho un mantello di sogni.curato i mali e estinto le paure.questo coso di amore e fame...e sete di sapere.chi ero e sono.credevo fosse tutto qui.il lavoro,amici,tutto sotto controllo.tutta la vita controllata.pace con me stesso e con Dio.pace con gli amici e il lavoro.pace con tutto ciò che sono.e i preti che continuavano a guardare e commentare dentro se stessi i culi turgidi delle passanti.li sentivo dentro di loro,quanta passione nel desiderio e quanti peccati che avevano da condonare,tutti questi non avrebbero concesso il perdono ai loro.allora cos'è la voce che sento?i pianti e le anime che a stento toccano l'aria ma che ,cazzo mi urlano tutti i minuti?hanno a che fare con i medesimi culi che passano?no.è una cosa dentro.un angoscia che cambia ogni giorno.esogena ed endogena e che non si spiega...ma esiste.è qualcuno o qualcosa che chiama e non puoi nasconderti ...essa non è terrena ne materiale.è solo una paura...costante come i sogni.costante come l'amore,costante come un uomo non può concepire.sempre più ladra e sempre più fuoco.dovevo camminare ancora e ancora,devo.questa gabbia di un corpo che invecchia e concepisce solo il tempo come mezzo per meritare una degna pensione...ma i crucci non invecchiano,crescono e non hanno una posizione previdenziale.ancora una sigaretta...stavolta sto male e prego perchè mi chiedono dei miracoli e io son piccolo,non saprei da dove cominciare...so solo come finirà.quelle voci erano una voce,una sola voce...era una persona.non lamentava la sofferenza ma l'esilio,la sua vecchiaia era compromessa in un cazzo di letto dove a stento leggeva ma quando sognava...chiamava me.lei sognava sempre e non dormiva mai.erano i miei sogni che vedeva ed io da semplice idiota non capivo chi o cosa mi chiamava,questa cosa buia ma piacevole che mi stava accadendo.era lontana...troppo per le mie gambe,sapeva della mia promessa e ciò ricollegava a lei,mi connetteva a mia insaputa.stava morendo in letto di ospedale e i medici curavano gli organi ma mai lei....mai.nessuno vedeva o capiva cosa realmente succedeva.lei chiedeva il mare. ...si.voleva il mare solo per fuggire dalla terra.era lontana da me...troppo lontana per le mie gambe.ascolto gli avidi che vivono le loro pene e ascolto gli ingordi che stringono la mano agli avidi.ma ora ho questa cosa che mi fa vivere e lavorare.ho trovato questa paura amico mio ora ma è solo una delle tante che sento come quasi un vero italiano.ecco perchè piove spesso.è una madre che piange e che sta morendo e i suoi figli le mancano,lei chiama i suoi figli e questa cavolo di cosa è arrivata a me.è un mantello di sogni amico mio che vive a dispetto di tutte le cose ed è al di sopra di tutte le manovre cui un uomo è capace.è una madre che chiama i suoi piccoli figli che lei vorrebbe vedere ma non riesce,si aggrappa alla vita come solo una donna sa fare e prega come solo un uomo vero può fare.io non conosco i suoi figli...ne lei.io non conosco nessuno....lei non conosce me ma mi sente quando butto già due note...lei sa che ci sono e mi chiede un miracolo....io son piccolo e non saprei da dove cominciare...ma so come finirà.                                                   .................................