Libertà per Ibrahim

APPELLO


IBRAHIM ABDELLATIF FATHAYER LIBERO SUBITO!Abdellatif Ibrahim Fatayer, palestinese di 43 anni, ha scontato 20 anni di carcere duro in Italia per l’operazione FLP, dell’Achille Lauro. Uscito nel 2005 in libertà vigilata a Perugia con l’obbligo della firma fino al 20 aprile 2008, mercoledì 9 aprile, si è recato a firmare in questura e in quella sede gli sono stati comunicati la revoca della libertà vigilata e il trasferimento in un c.p.t. di Roma. E' stato trattenuto nella questura di Perugia per 4 ore così come si era presentato: senza soldi, senza un cambio, senza un soprabito, con una sola maglietta addosso. Il cellulare gli è stato sequestrato perché dotato di videofonino, ma ha potuto chiamare un giornalista della Nazione per avvisare l'opinione pubblica che lo stavano deportando a Roma. Dalla questura, mercoledì notte, è stato trasferito al lager di Ponte Galeria e lì, grazie alla solidarietà di altri detenuti, che gli hanno prestato un cellulare, ha potuto avvisare qualche compagno qui a Perugia di cosa gli stava succedendo.La richiesta di trattenimento presso il CPT in attesa di espulsione (non si sa dove: non ha i documenti: è un palestinese senza patria), avanzata dalla Prefettura di Perugia, è stata convalidata l’11 aprile, nel corso di un udienza che è durata 2 minuti, senza che lui abbia potuto incontrare il suo avvocato.Ibrahim è nato in Libano il 7.10.1965, nel campo di Tal Al Zaatar, divenuto tristemente famoso per la strage commessa dai falangisti libanesi e dai siriani nel 1976. Ha visto uccidere il padre che cercava di proteggerlo dai militari, davanti ai suoi occhi quand'era bambino. Ha perso quasi tutta la sua famiglia nella guerra del Libano degli anni '80 e successivamente. Ha fatto la guerra per la liberazione della Palestina, il suo Popolo, la sua identità.Il 7 ottobre del 1985 s'imbarcò sull'Achille Lauro con altri giovani profughi palestinesi, per scendere al porto israeliano di Ashdud e rapire dei soldati israeliani in cambio della liberazione di alcuni prigionieri palestinesi. Le cose non andarono secondo i piani prestabiliti e nella base americana di Sigonella, in Sicilia, Ibrahim fu arrestato insieme ai suoi compagni e condotto in carcere a Spoleto, Genova, Trani, Voghera, sempre in regime di elevato indice di vigilanza e in totale isolamento per oltre 2 anni. Tra il '96 e il '97 scontò un anno di 41 bis all'Asinara (con annessi maltrattamenti e umiliazioni: una fonte attendibile ha parlato di percosse e ingiurie, inflittegli dopo averlo nascosto sotto una coperta), comminato ingiustamente per ordine firmato dall'allora Ministro dell'Interno Napolitano, in seguito all'evasione di un suo coimputato. Grazie a un'interpellanza parlamentare di alcuni deputati, tra cui l'avv. Pisapia e ai numerosi scioperi della fame portati avanti da Ibrahim per motivi di giustizia, la carcerazione all'Asinara in regime di 41 bis che l'attuale Capo dello Stato si apprestava a rinnovare per altri 2 anni fu revocata e Ibrahim fu trasferito di nuovo a Voghera e infine a Spoleto, sempre in sezione EIV.Poté vedere sua madre una sola volta prima che morisse, mentre era a Voghera.Aveva 20 anni quando entrò nelle carceri italiane e ne uscì a 40.Aveva una famiglia in Libano, ora non ce l'ha più.Chi lo ha conosciuto lo ricorda corretto sempre con tutti, verace e simpatico.Nei 3 anni di libertà vigilata a Perugia, dormiva in un appartamento della Caritas, lavorando in una kebaberia, ma voleva qualcosa di più solido, una esigenza legittima, per un esiliato.La permanenza a Perugia è stata segnata da costanti molestie da parte delle forze dell'ordine e dei servizi.Nel 2004, quand’era in carcere, subì un curioso interrogatorio da parte dell’FBI, fissato dal GIP di Spoleto su richiesta di rogatoria degli Stati Uniti. Gli USA infatti lo volevano ancora processare per l'Achille Lauro, in barba al processo di Genova e ai decenni scontati in galera. Non procedettero per rogatoria perché la riapertura dell'inchiesta doveva rimanere segreta e la notizia trapelò su alcune testate giornalistiche, suscitando un certo clamore mediatico.Hanno aspettato adesso le elezioni per farlo fuori, per farlo finire a Guantanamo, o Abu Ghraib, o in qualche altro infame tugurio dell'imperialismo!Come ha scritto il cronista della Nazione: "Non c'è Stato che voglia riconoscere l'ex feddayn dell'Achille Lauro, é un cittadino troppo ingombrante. Dopo l'inferno del carcere e il limbo di Perugia, ora lo attende un non-luogo."NON POSSIAMO PERMETTERGLIELO!LIBERTA’ E INCOLUMITA’ PER ABDELLATIF IBRAHIM FATAYER!NO ALL’ESPULSIONE!Attiviamo il prima possibile una rete di mobilitazione, per rompere il silenzio, per costruire a breve un'iniziativa nazionale di solidarietà che impedisca quest'ennesimo sequestro a firma CIA. Una solidarietà che si concretizzi anche con un presidio davanti al CPT di Ponte Galeria.Attiviamo la solidarietà, scriviamo a Abdellatif Ibrahim Fatayer, c/o C.R.I. C.P.T di Ponte Galeria, via Portuense 1680, km 10.400 - 00148 – Roma.Per comunicare proposte di mobilitazione e solidarietà, scrivere a ibrahim65_1@libero.itCoordinamento per la Libertà e l’Incolumità di Abdellatif Ibrahim Fatayer