In un alba ancora non nata che pare un crepuscolobracieri colmi celebrano il fuoco che danza che muove il suo invito stregato alle animeche camminano indolenti e che ad uno sguardo lontanopaion un nero serpente dal corpo contorto e infinito.Tamburi rullanti, proclami assordantiavvolti dai caldi fumi ammaliano le menti in cerca di falsi dei che promettono amore e offrono mortecome l’insetto che, attratto dai fili d’argento, cessa i respiri nella tela del ragno.Amare, gridare, morire senza speranza senza fermarsirapiti da false illusioni, travolti da se stessiquesti sono gli uomini che tali non sono più.La fermo sulla collina il cavaliere osserva le genti e i loro sogni di amore e di odio scontrarsi all’infinitolasciandolo attonito, il respiro immobile, a guardare i pazzi che urlando pensano di vivere e piegato su se stesso un muto dolore sgorga dagli occhi in lacrime infinite.