Kingdom of Sleaze

# 2


 
AzzurraFu da quel giorno che cominciò a setacciare la Città in cacciadi tutti i piccoli randagi su cui riusciva a mettere le mani. Trovatili,li caricava nel bagagliaio e sfrecciava attraverso le strade fino alparcheggio sotterraneo sotto il suo monumentale attico. I mici, i cagnetti, le cavie, i serpenti, i piccoli coccodrilli erano talmente esausti da non opporre alcuna resistenza e Lei, dopo averli ficcatiin un sacco, saliva in ascensore alle tre di notte fino al ventiseiesimopiano, apriva la porta dell'appartamento e li liberava lasciandoliscorrazzare pigramente  fra divani e sedie dal design impeccabile.Poi, quando era mattina, e dopo alcuni bicchieri di tequila per darsicoraggio, li sgozzava uno dopo l'altro nella vasca da bagno, raccogliendo il sangue in una bacinella piazzata sopra lo sfogo.Usciva per le sue razzie due volte a settimana per non dare tropponell'occhio e si era unita con Diego, un cileno magro come uno stecco,dipendente da crack e disposto a tutto pur di raggranellare qualchequattrino per la sua dose giornaliera. Diego poteva avere venticinqueanni, le guance incavate e la chiara percezione dell'osso cranico sotto la pelle tiratissima e sottile. Gli dava una mano a catturarei nostri piccoli amici e Li metteva dentro gabbiette per passarli, poi,ad Azzurra che ficcava tutto nell'auto. Terminato il suo rituale, la ragazza travasava il sangue dentro bottiglie del latte che riponeva in frigo per svuotarle, gradualmente, quando rientrava dalla palestra.Le parole del Dottor Senesi avevano scavato un piccolo foro nel suo cranio dentro cui transitava quella che credeva essere un'antica e amara saggezza. Dopo avere sorbito il plasma dei disgraziati animali sentiva l'appetito sparirgli come per incanto e passava delle serate in allegria e tranquillità, con o senza amici, facendoo non facendo vita sociale. Poteva guardarsi in pace un DVX sul megaschermo in salotto e sentire lo stomaco farsi lisciocome un guanto chirurgico, oppure concedersi una spremutasenza perdere il tepore del sangue altrui dentro le sue budella.Sapeva di essere una donna felice e fortunata finché si accorseche non era solo la gioia che quel tipo di dieta favorisse l'inappetenza;stava sopraggiungendo qualcosa di diverso: bere sangue animale cominciava a piacergli anche solo per il gusto della cosa. Si rese conto che stava diventando dipendente. Fissarsinell'enorme specchio e scoprirsi sempre più magra e fit non le bastava più. O comunque non era più al centro dei suoi pensieri. Si accorse di volere sangue, e in dosi sempre maggiori.(Continua)