there's a new mew...

the most romantic moment he has lived, ever


Desmond era un ragazzo strano. Ne aveva combinata una delle sue, e la pagava ogni giorno, nel modo peggiore, con il senso di colpa che gli impediva di pensare al futuro. Aveva sempre una passione diversa, che gli serviva a distrarsi da se stesso, e ci si buttava con tutto il cuore, per quei due giorni o tre.Molly era una donna strana. Tanto risoluta da poter pianificare i dieci anni da qui a venire. Si era laureata con lode prima del tempo, e anelava il diploma anche nella materia della vita. La sua mente era ancora fidanzata con l'ex, e ne aspettava il ritorno.Avevano 25 anni entrambi, e si conobbero. Molly capiva la gente, e capì al volo chi era Desmond. Lui non conosceva neanche se stesso.La prima sera che si incontrarono cucinarono insieme. Lui fingeva di non saperlo fare, lei si divertiva a spiegarglielo. Poi si sedettero sul divano in pelle bianca del salotto, di cui lui ancora ricorda l'odore. Passarono ore a parlare, quella sera di primavera a Milano, con le luci spente e cullati dal rumore del traffico e degli avventori del ristorante vicino, fino a che lei non si addormentò mentre lui le accarezzava le mani.Si piacevano. Lui per non farsi conoscere doveva essere abbastanza divertente ed intraprendente da distrarla dalle domande che lei avrebbe potuto, o voluto, fargli. Lei vedeva quell'uomo dall'animo leggero come perfetto per ingannare l'attesa per il ritorno dell'altro. "Ci vediamo 10 volte, poi mai più" gli disse. Lui credeva non fosse possibile, ed accettò il contratto.Il conto alla rovescia filava dritto verso lo zero mentre loro cominciavano ad innamorarsi. Lui cucinava mentre lei era in doccia, e tornava vestita soltanto con una camicia da uomo molto più grande di lei. Mangiavano insieme e poi un film...i primi 30 minuti almeno..."Facciamo 15", gli disse una notte. E le 15 volte divennero 20, e poi entrambi persero il conto. Una sera squillò il cellulare di Molly. Lei usava assegnare le suonerie ad ogni numero. Più chi chiamava era sgradito, più la canzone che usciva dal telefono doveva essere bella..."siccome non rispondo meglio che la suoneria mi piaccia" diceva. Non piacque a lui quella volta. Lei andò in un'altra stanza a rispondere. Ci rimase per pochi minuti che non passavano mai."Era lui. E' tornato. Non ci possiamo più vedere""Avrei voluto infrangere quei limiti che ci hai posto""Perchè non l'hai fatto, Des?""Li hai messi tu, avresti dovuto pensare anche a levarli"Si salutarono, più in fretta possibile, per non lasciare che gli occhi smettessero di contenere le lacrime di cui erano pieni. Entrambi vivevano il distacco come fosse ineluttabile.Due giorni dopo Desmond era ad una fiera di paese, organizzata nel campo più infestato di zanzare di tutta la Lombardia. Era con amici, ma si sentiva disperatamente solo. Aveva cancellato tutto di lei, per paura di non resistere alla tentazione di contattarla. Gli arrivò un messaggio da un numero che non aveva più in memoria. "Ti devo parlare. Vieni da me. Prima possibile". Non sapeva che fare. Non aveva il coraggio anche solo di pensare che all'orizzonte potesse esserci la notizia più bella che aspettava. La fece attendere, un'ora o due. Ma sapeva dal primo momento che quella notte non sarebbe andato a letto senza averla vista.Lo accolse scalza, con addosso un vestito di cotone nero leggero. "Entra, siediti lì". Lui non sapeva se fare l'arrabbiato, il distaccato, o prenderla e baciarla fino a toglierle il fiato. Non era mai stato bravo a gestire le crisi. Si lasciava prendere dalla foga. E mai aveva il coraggio di rompere il ghiaccio."Desmond, devo dirti una cosa che prima non sapevo. Appena l'ho rivisto ho capito... io voglio te."  ...ti auguro altri momenti così, Des...momenti che nessuno può descrivere, momenti che non ti scorderai mai...