funghiecarote

UN SACCO DI COSE


UN SACCO DI COSE Nel rumore delle macchine veloci, ho visto la luna di giugno spegnersi piano, senza fretta alcuna.  E rimanere li a fissarmi, invisibile, riposata e scura, audacemente quasi a sfidarmi impertinente. D'altronde a lei cosa gli importa della gente, bella e intoccabile, sfiorata appena da uno strascico d’umanità, che oramai, non si ripete più.  Le macchine e le luci attenuano il buio della sua faccia scura e della sua persona,ma loro sono più simili a gente reale, lavora nella notte, mentre tutti dormono, in questo cado che mette paura.   Nell’ombra i motorini vecchi senza targhe, di ladri, scippatori e di morti ammazzati,  che parcheggiati goffamente, per rimanere li, in una strada complicata e schiva, dopo chiamate su chiamate sono sempre in questa strada, aumentandone di numero.  La macchina passa tutti i giorni indifferente, ma non si frema mai da queste parti, diffidando della gente, poliziotti la notte fermano bravi ragazzi per paura, puntandogli pistole, facendo il loro porco comodo del cazzo, lasciando andare spacciatori conosciuti, che insieme a loro, sputano in faccia ad un Italia che lavora e porta i soldi in casa con fatica. Rumori di sirene si affievoliti nella notte, in un caldo umido dove involontariamente si scambia per polizia quella che invece è un’ambulanza.E la gente nel sentirle s’impaurisce di ogni’una delle due, per motivi diversi.  Oramai non si ha più una concezione di uno stato forte, e i suoi pilastri sono vecchi e logori,ma continuano a marcire, e purtroppo no c’è un ricambio, da nessuna parte.  Claudio MORALDI