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IL TORPORE DEL DOTTOR JEKYLL


IL TORPORE DEL DOTTOR JEKYLL  Una brezza ci accarezza,  per farci arrossare, ma il calore e lieve e il vento forte, ci scombussolano e sbatteremo, in detriti di carta che volano verso di noi. Si scontrano con idee confuse, che formano pensieri, che sanno di viola rancido e si concretizzano alle volte in inflessioni, di piccoli filamenti di noi stessi, e in una nuova versione. Io non apprezzo me stesso, ma soprattutto disprezzo la gente con raffinata cura e determinata spregiudicatezza. Così da divenire a seconda del caso, una persona nuova peggiorata dalla vecchia,e cancellare una parte buona che avevo.  Visioni di ossa secche, morenti, nel sole di marzo, in  un finto caldo ci abitua a vederci, insipidi e infinitamente soli così come siamo!  E nell’ombra un gelo nascosto dal manto oscuro, di un altro giorno che passa, ricordandoci che siamo umani.  poiché domani si muore, e morendo domani, oggi si vive di più!   E il rancore di oggi, si dissiperà nella strada, che passa srotolandosi nella vita pian piano,e non varrà il prezzo allora, di un solo giorno furioso!  Claudio Moraldi