funghiecarote

Una lunga calda estate


Una lunga calda estate"l'apparenza della vita"  Si rompono cadendo stracci di vite,  sereni dispiaceri distrutti, dalla monotonia del giorno che passa serafico e mesto.   Ed in questo morente, se ne ama l’odore, di un dolce nero, portato all’interno, dalla calma, che finge la sua sicurezza, e s’impongono regole la dove tutto e anarchia! Il rumore perpetuo che mantiene nel tempo il suo grido strozzato si impasta col resto della sera fatta di martelli zitti e di cucine rumorose, di rantoli sordi che nascono in gemiti, in un buio che fa quasi paura, mischiandosi a  strilli impazziti, pianti a dirotto e urla indecise,  televisioni che parlano lingue uguali ma allo stesso tempo distanti dal resto di una serata, calda, umida, che tende ad una notte senza sogni. Viviamo abbracciati ad un futuro premuroso, che già vecchio, ci saluta con la sua barba bianca, dandoci consigli, come a dei nipotini ormai già grandi,  ma lui ormai, muore dimenticato, rimpiazzato da un parente, che ci prende alla sprovvista, con i sui nuovi modi moderni, col suo nuovo look, di un manager di una multinazionale straniera, con gli occhiali da sole per non vedere le persone, e per guardasi meglio.  Ora siamo noi gli anziani, i venerandi! stanchi di correre, camminiamo piano! Il futuro ci ha superato, e ci vede come grassi signori, con la camicia a mezze maniche con i fioroni rossi e blu.  Claudio Moraldi