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IL COMMISSARIO E L’ANARCHICO


IL  COMMISSARIO  E  L’ANARCHICO Assassini di inchiostro, verdetti di carta, rendono inutili prove! Danneggiando eventuali processi, la vera giuria, è un giornale, e saccenti sicuri di tutto! Che spazzano velocemente una vita!  smentite a distanze abissali, dicendo: “mi spiace, erano anni spiacevoli”. E una patina lenta di stretto riserbo, cadendo s’infrange sulla strada, come un sasso scagliato, un colpo di pistola, una fiondata che ferma il tempo e li, si muore! tranquillizzando tutti i veri perdenti.  Mentre l’anarchico è stato seppellito, il commissario sta per morire, per volere degli stessi, intellettuali aguzzini!   Ora però loro ultimi, manifestano per la pace, si dicono scandalizzati di tanta follia passata.  Involontariamente sfugge, un senso di vuoto, un silenzioso stupore nel profondo rumore, di un mondo che vive, per ricordare la storia.    E questa si acciglia, per andare a vomitare lontano.  Ma la pace e una linea sottile, fatta di tanti pianti, sapienza e studio dei fatti, tra gente che lacrima, si vede un serissimo, vecchio stanco vestito di nero.che muto si rassegna ad uno stato troppo piccolo, in un giorno così feroceper la scomparsa, di servitori instancabili e cittadini inermi.   Persone degne di un rispetto, di stima! Al di la della vita.  Vittime, del tempo che furono.  Claudio MORALDI