Precariato
Rabbiosa e violenta e la vita,
morsa da mille vermi
che la scavano fino al succo.
Marcisce fino alla radice la verità.
Rimpiazzata dalla percezione
della realtà,
impressa di un,
io accondiscendente.
Ovattato nel buio,
con conati periodici,
scavo la mia buca vicino all’oceano.
È un mare calmo quasi piatto.
Mail futuro non esiste,
in questo posto
di transenne e cantieri aperti
e chiusi,
e società di comodo e comodi tutti!
Nessun proseguimento
di quello che siamo,
la vita si ferma con noi,
paese di vecchi, e stanchi giovani.
Ma il posto migliore dove vivere,
il migliore dei tempi non è….
E scandisci la vita anno per anno,
in spazi di tempo
che sanno straziarti,
nell’attesa di un insicuro,
oramai divenuto costante.
Incitare a coincidere gli altri con noi,
che non siamo peggiori
ma diversi nello stile di vita
e nei modi di fare,
in questi anni sbagliati.
In cui tutto è attonito,
fermo,
eppure si muove all’unisono.
C.Moraldi
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Post n°231 pubblicato il 01 Febbraio 2010 da claudiomoraldi
Il tempo che passa (A mio Nonno Claudio)
Racchiuso nel tempo mentre il tutto muore, lento adagio, nei sui passi incerti quasi cadenti, barcolla un momento come a cadere, e finire…. nell’ombra del suo momento e spegnersi, per dire ho avuto la fortuna di esserci, ed ora posso anche finire! destituito da un giorno che passa, che schiaccia persone impotenti, persone che vedono ancora, in loro un lungo futuro, persone ormai stanche, grate di essere state, finora portate dal vento della vita a braccetto e rincuorate da lei.
In un giorno di sole questi fatti sembra no meno influenti di burrascosi temporali che ci appannano gli occhi per non vedere il futuro. Cattivo e desolato scosso in mille forme, che ritornano a noi nella fretta, di un singhiozzo strozzato o di una lacrima solitaria.
La debolezza nei cuori ha uno strato sottile, ci calma l’anima e ci rende più umani,
disumanamente io, voglio essere ricordato.
Claudio MORALDI
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