Precariato
Rabbiosa e violenta e la vita,
morsa da mille vermi
che la scavano fino al succo.
Marcisce fino alla radice la verità.
Rimpiazzata dalla percezione
della realtà,
impressa di un,
io accondiscendente.
Ovattato nel buio,
con conati periodici,
scavo la mia buca vicino all’oceano.
È un mare calmo quasi piatto.
Mail futuro non esiste,
in questo posto
di transenne e cantieri aperti
e chiusi,
e società di comodo e comodi tutti!
Nessun proseguimento
di quello che siamo,
la vita si ferma con noi,
paese di vecchi, e stanchi giovani.
Ma il posto migliore dove vivere,
il migliore dei tempi non è….
E scandisci la vita anno per anno,
in spazi di tempo
che sanno straziarti,
nell’attesa di un insicuro,
oramai divenuto costante.
Incitare a coincidere gli altri con noi,
che non siamo peggiori
ma diversi nello stile di vita
e nei modi di fare,
in questi anni sbagliati.
In cui tutto è attonito,
fermo,
eppure si muove all’unisono.
C.Moraldi
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14/07/2008
Desolazione, incertezza
e finzione stanca
Buoi nei luoghi stanti
e muffi di calma,
e statica desolazione
e in apparenza morti
in superficie,
dove tutto tace
per essere risvegliato
da un urlo.
Fingiamo interesse
negli interessi degli altri,
ma non ci
importa poi tanto,
di quello che fanno,
da un giorno che passa,
portato a domani,
gridiamo e gridandolo,
ci rendiamo conto,
di non avere più voce.
per nulla annullati
dalla vita, e disgregati,
da una consuetudine,
di buone maniere,
che ci sopprimono
il carattere, non
rendendolo più il nostro,
ma quello,
delle brave persone,
che siamo da tutta la vita,
e per gli anni a venire,
in una coltre di nero,
che si abbatte
in un mare di notte,
“chi la vedrà!”
come parole nel vento,
che parlano piano,
al rimbombo di
stelle filanti,
alla fiera di una città,
che non ha nome,
ma solo colori sgargianti,
in questo raggio di luce,
che è la vita,
e di questa candela fioca,
che è l’emozione
e stenta a brillare davvero.
Amiamo la gente
in maniera diversa
e ugualmente
la odiamo!
C.Moraldi