Precariato
Rabbiosa e violenta e la vita,
morsa da mille vermi
che la scavano fino al succo.
Marcisce fino alla radice la verità.
Rimpiazzata dalla percezione
della realtà,
impressa di un,
io accondiscendente.
Ovattato nel buio,
con conati periodici,
scavo la mia buca vicino all’oceano.
È un mare calmo quasi piatto.
Mail futuro non esiste,
in questo posto
di transenne e cantieri aperti
e chiusi,
e società di comodo e comodi tutti!
Nessun proseguimento
di quello che siamo,
la vita si ferma con noi,
paese di vecchi, e stanchi giovani.
Ma il posto migliore dove vivere,
il migliore dei tempi non è….
E scandisci la vita anno per anno,
in spazi di tempo
che sanno straziarti,
nell’attesa di un insicuro,
oramai divenuto costante.
Incitare a coincidere gli altri con noi,
che non siamo peggiori
ma diversi nello stile di vita
e nei modi di fare,
in questi anni sbagliati.
In cui tutto è attonito,
fermo,
eppure si muove all’unisono.
C.Moraldi
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IL CIELO NUOVO
Vive il vento,
che fruscia sulle foglie di alberi nuove.
E spazza i giorni, invecchiati,
rigati dalle ore scorrenti perpetue.
Si è lacerato, il tempo dei giorni passati,
nelle notti senza stelle,
offuscate da nubi,
rinforzate di viola e di grigio,
come una macchia d’inchiostro,
copre il rimanente di un cielo opaco,
espandendosi,
fino al resto di una luce oramai tenue,
spegnendola, con una regolarità impressionante.
In queste notti, si ritrovano elettricità che rumorose,
rimbombano con echi di caverne sotterranee,
e grandi silenzi, ad impaurire la mente.
Finche un domani, arriva un vento,
che spazza un cielo ormai consumato,
troppo triste, consumato, sofferente e vecchio.
E nasce l’azzurro.
Claudio MORALDI