Creato da fuoriditesta34 il 13/04/2008

R1 1999

SE SEI INCERTO,TIENI APERTO!!!!

 

 

REA FIDUCIOSO DELLE PROPIE CHANCE PER DONINGTON

Post n°3167 pubblicato il 23 Maggio 2013 da fuoriditesta34
 
Tag: REA

REA

Jonathan Rea (Pata Honda World Superbike), dopo la trasferta ad alta velocità di Monza, si prepara al round di casa di Donington Park con la ferma volontà di ripetere le ottime performance dello scorso anno (quarto posto in gara 1 e vittoria nella successiva), conscio che caratteristiche della pista inglese ben si adattano a quelle della sua Honda CBR1000RR.


Con le recenti novità apportate alla 4 cilindri giapponese in termini di elettronica e soprattutto quanto ad accelerazione in uscita di curva, Rea si dice ottimista in vista del fine settimana ormai alle porte. Il ventiseienne nordirlandese spera quindi di tornare su quel podio conquistato fino ad ora in stagione soltanto ad Assen, in gara 1 (secondo posto).


"Donington mi ha sempre regalato soddisfazioni" ha detto Jonathan Rea, "ed essendo il primo round di casa della stagione, non vedo l'ora di poter correre con il supporto degli amici e della famiglia. Il meteo non è sempre dei migliori, ma spero comunque in condizioni di asciutto perché penso che quello di Donington sia un tracciato a noi favorevole. Avremo la possibilità di provare gli aspetti positivi della moto. Ovviamente daremo il massimo in ogni sessione in ottica di gara, ma sono fiducioso".

 
 
 

PEDROSA : NUMERI DA TITOLO

Post n°3166 pubblicato il 23 Maggio 2013 da fuoriditesta34
 
Tag: PEDROSA

PEDROSA

A Le Mans il pilota di Barcellona torna a sognare il titolo mondiale MotoGP da leader della classifica. Ecco tutti i numeri del pilota Repsol Honda.

Le Mans 2013 e Sachsenring 2008. Due gare con risultati diametralmente opposti ma accumunate dal maltempo e da un dato difficile da digerire. In Germania 6 stagioni orsono, infatti, Dani Pedrosa si presentava come leader del Campionato del Mondo MotoGP™, una sensazione che il pilota Repsol Honda è tornato ad assaporare solo lo scorso fine settimana.

Cinque anni fa, sotto il diluvio tedesco, Pedrosa era caduto mentre si trovava solo al comando della gara, riportando un infortunio che lo avrebbe eliminato dalla lotta per il titolo. A Le Mans, in una sorta di remake “bagnato”, il 26 ha ritrovato il sorriso e la leadership mondiale al termine di una gara perfetta.

Con questa vittoria in Francia, Dani Pedrosa, il cui ultimo intervento chirurgico risale al giugno 2011, si toglie un altro sassolino dalla scarpa e adesso all’appello mancano solo Losail, Austin e Silverstone a resistergli.

A Le Mans, continuando nella carrellata di dati, lo spagnolo ha conquistato la seconda gara della stagione, l’ottava nelle ultime 12 e ha superato la quota 3000 punti, cifra fino ad ora raggiunta solo da Loris Capirossi e Valentino Rossi. Inoltre, con la 24ª vittoria Pedrosa raggiunge a quota 24 vittorie nella massima categoria due bicampioni del mondo come Jorge Lorenzo e Wayne Rainey e si piazza ad un solo trionfo da Kevin Schwantz, campione 500cc nel 1993, che recentemente aveva criticato il rendimento del pilota Repsol Honda.

Pedrosa mette a tacere anche le voci che lo vogliono meno atto al corpo a corpo con una sfida con Dovizioso decisamente interessante. Ora lo spagnolo vanta 47 vittorie in carriera e in Francia ha trovato il primo giro veloce del 2013 (il 36º nella classe regina). Per completare 115 podi in tutte le categorie, il 74º in MotoGP.

Numeri da Campione per un pilota che quest’anno ha tra le mani la miglior chance di laurearsi per la prima volta Campione del Mondo MotoGP™.

 
 
 

NAKAMOTO : " LA HONDA RC E' IN RITARDO , MA SARA' UN BUONA MOTO "

Post n°3165 pubblicato il 23 Maggio 2013 da fuoriditesta34
 

HONDA RC

Il vice presidente esecutivo di HRC ha parlato con motogp.com della moto che il prossimo anno verrà offerta ai team e che attualmente si trova nelle ultime fasi di sviluppo prima della messa in pista.

HRC è attualmente impegnata nello sviluppo della Honda RC, la MotoGP che la compagnia dell’ala dorata offrirà ai team privati ​​per la prossima stagione. Si tratta di una moto che a livello di potenza è vicina alle moto ufficiali, nonostante non sia equipaggiata con motore a valvole pneumatiche ne vanterà il cambio Seamless, ma ne proporrà uno convenzionale. La capacità del serbatoio sarà di 24 litri invece che 20 delle moto potendo disporre di 12 motori a stagione e le sospensioni saranno firmate Showa.

Parlando con motogp.com, Shuhei Nakamoto, vice presidente esecutivo di HRC, ha dichiarato: "Finora abbiamo lavorato con il motore sul banco di prova e, una volta raggiunto il rendimento che ci aspettavamo, inizieremo la fase successiva, incentrata sulla messa in pista della moto. Per quanto riguarda il programma previsto c’è un ritardo di quasi un mese, ma stiamo cercando di accorciare le scadenze. Dai dati raccolti, penso che sarà una buona moto. Ma dobbiamo continuare a lavorare per raggiungere livelli ottimali di affidabilità e durata nel tempo in grado di soddisfare i nostri clienti".

I fornitori di componenti svolgono un ruolo importante nello sviluppo di questa moto. Honda sta lavorando specialmente Nissin e Showa. "Per Nissin, che fa parte del nostro gruppo, è molto importante sviluppare le componenti dei suoi impianti frenanti, e trovano in MotoGP la piattaforma ideale per farlo. Lo stesso vale per altre aziende a livello di sospensioni, motori, ecc. Nissin ha portato nuove parti a Le Mans, l'idea è che si è sempre Bradl a provare per primo, e quando c’è un miglioramento reale, la palla passa a Bautista che a sua volta è responsabile delle sospensioni Showa".

Nakamoto ha inoltre esaminato le prestazioni dei suoi piloti dopo le prime quattro gare: "Mi aspettavo che Marc avrebbe vinto una gara in questa stagione, però, non immaginavo che sarebbe stata la seconda. È stata una sorpresa molto piacevole. Dani, dopo aver fallito in Qatar, ha ritrovato il miglior feeling vincendo a Jerez e Le Mans. Spero che continui così e che raccolga un bel po’ di vittorie come lo scorso anno. Per quanto riguarda Stefan, è caduto troppe volte, lavoreremo con il team per proporgli una messa a punto diversa che lo aiuti a terminare le gare”.

Il suo rapporto con i piloti non si ferma a quelli attuali già che il manager giapponese mantiene contatti regolari con Casey Stoner: "Con Casey parliamo e ci inviamo e-mail, ma l’argomento è solo la V8. Si sta divertendo in queste gare e credo che continuerà lì per un bel po’”.

 
 
 

ZARCO , ALTRO PASSO AVANTI

Post n°3164 pubblicato il 23 Maggio 2013 da fuoriditesta34
 
Tag: ZARCO

ZARCO

Sempre più consapevolezza nei propri mezzi per il pilota francese del Team Came Iodaracing che in casa sfiora l’impresa.

Johann Zarco sfiora il colpaccio tra le curve amiche di Le Mans dove va vicino al primo podio in carriera nella categoria e si conferma pilota sempre più inserito nella classe Moto2™.

"Sono molto contento di come è andata la gara, soprattutto per il fatto di essere stato veloce e in lotta per la vittoria. Peccato, però, che la gara sia finita in anticipo, stavo rimontando dalla quinta posizione quando ho visto la bandiera rossa,” ha commentato il pilota del team Came Iodaracing prima di descrivere così la sua gara:

“All'inizio della gara sono rimasto calmo e sono partito bene mantenendo la terza posizione, poi quando ero in testa ho provato a spingere, ma non sono riuscito a staccare il gruppo alle mie spalle”.

“Poco dopo metà gara ho perso un attimo la concentrazione e mi hanno passato in 4, poi ho ripreso a spingere ed ero già in lotta per il podio, ma la pioggia ha fermato tutto”.

“Sono contento del risultato perché stiamo sempre migliorando e finire il mio Gran Premio di casa come primo tra i piloti francesi mi rende molto soddisfatto. Ora che il nostro potenziale si sta esprimendo, non vedo l'ora di correre al Mugello".

Proprio al Mugello Zarco trovò nel 2011 (125) la prima pole position della carriera, chiudendo poi il GP in seconda posizione.

 
 
 

NAKAGAMI , OCCASIONE SPRECATA A LE MANS

Post n°3163 pubblicato il 23 Maggio 2013 da fuoriditesta34
 

NAKAGAMI

Altro fine settimana molto positivo per il pilota giapponese di Italtrans Racing che però non porta a termine il lavoro a causa di un errore in gara.

Takaaki Nakagami perde un’altra buona occasione per fare la storia del team Italtrans, ma le condizioni del Monster Energy Grand Prix de France, sono state una scusa più che accettabile per il forte pilota giapponese.

Partito alla grande, il numero 30 è sembrato per vari momenti della gara praticamente imprendibile, come assicura il suo team manager Luigi Pansera: “Per me, Takaaki sarebbe stato imbattibile, oggi. Peccato: però, l'obiettivo è sempre più nel mirino”.

L’obiettivo nemmeno troppo tra le righe è la prima vittoria per il team italiano, che Nakagami ha sfiorato a Le Mans… “Non stavo assolutamente esagerando, direi anzi che avevo margine. Ho commesso un piccolo errore: dato che mi ero allontanato dalla linea ideale, ho voluto tornarci,” ha dichiarato il giapponese nel dopogara.

“Ho eseguito la manovra troppo in fretta, ho perso la moto e sono caduto. Più che arrabbiato, sono dispiaciuto e, più che per me, per il team”.

Claudio Macciotta, responsabile tecnico di Nakagami, ha concluso: “Le corse sono così, siamo però molto contenti del lavoro fatto, e Takaaki, molto bravo anche sul bagnato, veloce come è, troverà modo, molto presto, di rifarsi”.

 

 
 
 

ASSALTO SPAGNOLO ALLA CATEGORIA MOTO3™

Post n°3162 pubblicato il 23 Maggio 2013 da fuoriditesta34
 

MOTO3™

L’inizio spettacolare di Viñales, Salom e Rins nel Campionato ha già messo mezza bandiera spagnola sul titolo della classe cadetta 2013.

È a dir poco evidente: i rappresentanti spagnoli della classe Moto3™ sono stati protagonisti di un inizio strabiliante. Maverick Viñales (Team Calvo), Luis Salom (Red Bull KTM Ajo) e Alex Rins (Estrella Galicia 0’0) hanno conquistato 11 dei 12 podi disponibili tra Losail, Austin, Jerez e Le Mans.

Due di loro già lo scorso anno furono grandi protagonisti della lotta per il titolo, un titolo che però si aggiudicò il tedesco Sandro Cortese, ora alle prese con un’annata di apprendistato nella categoria Moto2. Come lui anche vincitori di gare come Danny Kent e Louis Rossi hanno deciso per il salto di categoria, lasciando nelle mani di Oliveira, Fenati e principalmente, di Folger di contrastare lo strapotere spagnolo.

Attualmente Viñales comanda la classifica con 90 punti totali, seguito da Salom con 77 e da Rins con 61. Considerando che Folger è quarto ma staccato di ben 37 punti dalla vetta, pare difficile immaginare un titolo lontano da Barcellona o Maiorca quest’anno, ma le corse, si sa, sono imprevedibili.

 
 
 

MARELLI , UN PASSO AVANTI , MA NON BASTA

Post n°3161 pubblicato il 23 Maggio 2013 da fuoriditesta34
 
Tag: MARELLI

Il 2014 in MotoGP è già iniziato, almeno per quanto riguarda il nuove ‘cervello’ che tutte le moto avranno dal prossimo anno. Dai test invernali di Sepang, infatti, quattro squadre stanno utilizzando e portando avanti lo sviluppo della centralina Magneti Marelli che sarà lo standard per il prossimo anno. Sono tutti CRT, Iodaracing, Forward, Avintia e PBM, per solo la moto realizzata internamente. Le Art hanno preferito utilizzare l’elettronica Aprilia che è molto evoluta e anche Gresini ha continuato a portare avanti il lavoro fatto all’interno cominciato lo scorso anno.

Il debutto della centralina italiana non era stato dei migliori, le CRT avevano avuto delle giornate extra di test a Sepang, ma erano servite, più che a girare, a fare funzionare la nuova elettronica. I tecnici si sono trovati davanti a una pagina quasi bianca, con una mole di dati da scrivere perché tutto potesse funzionare. Lavoro lungo, con qualcuno più avvantaggiato di altri. Come Ioda che può contare sull’esperienza dell’ex Aprilia Paolo Biasio, o Forward che ha ingaggiato un tecnico esterno per aiutarli nel lavoro.

Corrado CecchinelliLe prime gare non sono andate lisce, controlli di trazione che non funzionavano, launch control poco affidabili e chi più ne ha più ne metta. Marelli ha reagito nei test di Jerez, portando nuove evoluzioni che poi sono state utilizzate dai team in gara a Le Mans. “Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto – si è espresso Corrado Cecchinelli, direttore tecnico del campionato,  - Il sistema ha funzionato benissimo e ora inizieremo a migliorarlo. Si è compiuto un test fondamentale a Jerez e il risultato è stato soddisfacente. La miglioria principale riguarda il controllo anti-impennata e l’uscita di curva, e devo dire che tutti i piloti si sono detti molto contenti”.

In verità non sono state tutte rose e fiori e problemi ce ne sono ancora tanti da risolvere. Per esempio, a Le Mans Colin Edwards ha dovuto fare a meno per tutta la gara del traction control e anche le due FTR di Avintia non sono state immuni da inconvenienti elettronici, segno che la strada da fare è ancora lunga.

Abbiamo previsto ulteriori sviluppi, abbastanza significativi, durante i test post GP, perché non vogliamo introdurre nulla nei fine settimana di gara per evitare di creare problemi ai team - ha rassicurato Cecchinelli, che si è poi dimostrato molto ottimista sulle potenzialità della nuova elettronica – Penso che sarà il meglio che possiamo avere per un software standard. Siamo fiduciosi pensando nel 2014, sappiamo dove siamo ora e mi fido delle persone coinvolte in questo progetto. Come detto, sarà un software comune per tutti ma credo che sarà sempre meglio di quanto possa realizzare con le proprie forze un team indipendente”.

Un vantaggio in più, quasi certamente, l’avrà chi sceglierà di acquistare i motori Yamaha o la ‘production racer” di Honda, potendo contare sui tecnici delle due Case per il lavoro di adattamento del software generale alle esigenze della singola moto. Per adesso, a fare il ‘lavoro sporco’, ci pensano le CRT. Ancora una volta, come se non avessero già abbastanza problemi di competitività.


RM

 
 
 

LA SUPERBIKE PRONTA AL DECOLLO

Post n°3160 pubblicato il 23 Maggio 2013 da fuoriditesta34
 

 

Sylvain GuintoliSe non fosse per il clima - che nemmeno quest'anno dovrebbe smentirsi, ahime - , Donington rappresenterebbe una delle più belle tappe del Campionato Mondiale Superbike e non solo perché il 3 aprile del 1988 si è disputata la prima gara iridata assoluta di questa categoria ma anche per la presenza di un pubblico veramente appassionato (e competente...) oltre alla marcia in più che generalmente hanno i piloti d'oltre Manica quando si tratta di correre in casa loro.

Come avevamo previsto il Mondiale Superbike da Monza ha cambiato pagina con Kawasaki e BMW che si sono avvicinate (almeno nel "tempio della velocità") all'Aprilia.

La Casa di Noale ha due piloti ai primi due posti del Mondiale (Guintoli e Laverty) e altri due nella top ten (Fabrizio e Giugliano). C'è incertezza solo per i punti dei due ufficiali. Come è noto gara 2 di Monza ha avuto uno strascico di ricorso e appello che dovrà essere discusso entro qualche settimana (prima di sabato no?). Allo stato attuale - con Sykes confermato al terzo posto - Guintoli ha 137 punti, Laverty 124 e il pilota della Kawasaki 119. Se venisse accolto l'appello dell'Aprilia, invece, Guintoli passerebbe a 140, Laverty rimarrebbe a 124 e Sykes scenderebbe a 116.

Eugene LavertySI PARLA ANCORA DEL FUTURO - A Donington dovrebbe esserci l'ennesima riunione della MSMA, l'Associazione dei Costruttori che partecipano ai Campionati MotoGP e Superbike.

Sembra che le posizioni si stiano avvicinando (finalmente) sui temi di cui si parla ormai da mesi - tetto massimo di prezzo delle moto, componentistica meno costosa, numero motori utilizzati, ad esempio - anche perché vista la situazione generale a nessuno interessa andare al braccio di ferro (ma mai dire mai...).

Se dalla MSMA uscirà una proposta definitiva l'ufficializzazione potrebbe avvenire a Portimao o, al massimo, ad Imola.

CALENDARIO 2014 - Nel quadro di una razionalizzazione delle date e strettamente collegato alle decisioni sul futuro regolamento si continua a lavorare sul calendario del prossimo anno.

Il braccio destro italiano di Alexander Yakhnick ha smentito i problemi circa la gara di Mosca. L'informazione sui punti in discussione in merito alla gara del 21 luglio, sono stati dati a GPone.com il 12 maggio mattina nel paddock di Monza dallo stesso imprenditore russo in un colloquio di un quarto d'ora. Ben contenti se le nubi sono fugate...

LA GARA DI CASA DI GUINTOLI - E' in testa sin dalla prima gara ma il suo vantaggio si assottigliato. Sono tredici i punti, infatti, che dividono il francese dal suo più immediato inseguitore (e compagno di squadra) Eugene Laverty, mentre sono 18 quelli di vantaggio su Sykes. Più indietro Melandri (+41) che a Monza con un primo e secondo posto potrebbe aver iniziato la rincorsa. E l'altro pilota BMW, Davies è a 43 lunghezze.

Melandri e DaviesGuintoli arriva a Donington particolarmente "carico": "E' il circuito dove ho conosciuto mia moglie. Vivo a 30 minuti da Donington, quindi si tratta veramente della mia gara di casa". Sylvain lo scorso anno (con la Ducati) fu ottavo e quinto.

La storia è, invece, più favorevole a Marco Melandri: prima vittoria in Superbike nel 2011 (e secondo posto), mentre lo scorso anno ha vinto gara 1. In gara 2 fu coinvolto incolpevole da Rea ed Haslam in un incidente all'ultima curva.

Inutile dire che Laverty, Sykes, Davies, Rea e Camier sono tra i favoriti su questo circuito, uno di quelli storici del motociclismo britannico.

ATTESA DUCATI - Per cercare di uscire dalla grossa crisi nella quale si trova la Ducati non solo continua a svolgere test - la scorsa settimana era al Mugello - ma nella gara inglese metterà in campo anche Niccolò Canepa che torna così in Superbike (vedremo se solo per questa gara) dopo le esperienze del 2008 con la moto ufficiale e nel 2012 con una moto privata. 21 sono state le sue presenze nella massima categoria.

Checa sulla DucatiAncora incertezze, invece, sullo stato di salute di Carlos Checa che ha continuato la terapia, sperando di potersi presentare a Donington in una forma migliore. E lo stesso vale per Badovini. Una Ducati "forte" è vitale per la Superbike!

ARRIVANO (GLI ALTRI) NOSTRI - Se i britannici faranno il tifo per i loro piloti, noi faremo altrettanto con i nostri, magari davanti agli schermi televisivi sintonizzati su Italia 1. A parte Melandri, occhi puntati su Michel Fabrizio - che è andato a punti otto volte su dieci gare disputate a Donington - e Davide Giugliano - settimo in gara 1 lo scorso anno e coinvolto in una caduta in gara 2 - entrambi su Aprilia.


CLAUDIO PORROZZI

 
 
 

LA SBK A DONINGTON : GLI ORARI TV

Post n°3159 pubblicato il 23 Maggio 2013 da fuoriditesta34
 

 

La Superbike si presenta a Donington a ranghi ridotti (la Stock non corre in Inghilterra), ma non per questo con meno spunti da seguire. La carne al fuoco è tanta, soprattutto nella massima serie, dove Melandri, Sykes e Davies andranno a caccia delle Aprilia di Guintoli e Laverty, che hanno sfruttato al meglio fin qui la costanza di rendimento della RSV4. Occhi puntati anche su Fabrizio e Giugliano, dotati della stessa moto e alla ricerca di un acuto che potrebbe garantir loro rinnovata fiducia per il prosieguo del campionato. Rimane invece un'incognita il rendimento della Ducati, con Checa rientrante dopo il forfait di Monza a causa dei problemi alla spalla e Canepa in veste di wild-card. Ecco tutti gli orari TV (ora italiana):

Sabato 25 maggio

10:45 SBK QP (Italia 2)

11:45 SS FP (Italia 2)

13:30 SBK FP (Italia 2)

16:00 SBK Superpole (Italia 1 e Italia 2)

17:05 SS QP (Italia 2)

Domenica 26 maggio

10:20 SBK WUP (Italia 2)

10:45 SS WUP (Italia 2)

13:00 SBK Race 1 (Italia 1 e Italia 2)

14:30 SS Race (Italia 2)

16:30 SBK Race 2 (Italia 1 e Italia 2)

 
 
 

ESPARGARO : NON PENSO ALLA MOTOGP

Post n°3158 pubblicato il 23 Maggio 2013 da fuoriditesta34
 

 

Pol EspargaroL’anno scorso era stato l’unico rivale di Marc Marquez, in questa stagione, dopo un avvio perfetto, è incappato in due ‘zeri’ ad Austin e Le Mans che gli hanno fatto perdere il contatto dalla testa della classifica. Ma non sono i risultati in pista a far parlare di Polyccio, bensì il suo futuro. A rivelare l’interessamento della Yamaha per lo spagnolo era stato Cal Crutchlow . La trattativa sarebbe già in uno stadio avanzato e una M1 sarebbe già pronta per lui.

Poi, in un'intervista pubblicata da il MUNDO DEPORTIVO  non ha né confermato né smentito le voci: “a tutti piace parlare del futuro ma non è questo il momento più adatto, soprattutto per come si è messo il campionato – ha detto – Adesso la cosa più importante è lottare per il titolo, non c’è posto per altro nella mia testa. Lo faremo a metà e a fine stagione, non dopo solo quattro gare”. Risposta molto diplomatica, ma resta il fatto che il suo passaggio alla classe regina nel 2014 è dato per certo, come l’interessamento del fratello Aleix da parte di Suzuki. “Sarebbe il sogno di tutta la famiglia essere entrambi su una moto ufficiale in MotoGP il prossimo anno, sorrido solo a pensarlo – ha commentato – Penso non sia mai successo che due fratelli fossero in quella condizione. Aleix avrebbe finalmente la moto che merita, ma non la mia!” ha scherzato.

In attesa di sapere cosa gli riserverà il futuro il minore degli Esparagaro sta cercando di gestire al meglio la pressione che sente partendo da favorito. “E’ per tutti i piloti un’ossessione conquistare il titolo – ha ammesso – Vincere, essere il migliore, sono cose importanti e quelle che ti danno la spinta per lottare. Ogni mattina cerco di pensare ad altro, ma le gare sono un pensiero fisso. Devo imparare ad affrontare meglio le sconfitte”. Redding sarà il suo maggiore rivale, “ma 35 punti si possono ancora recuperare” ha assicurato, ma anche il compagno Tito Rabat sembra un pilota da tenere d’occhio. “Mi sarebbe piaciuto avere un team solo per me – ha ammesso Pol – come è successo a Lorenzo in 250 e a Marquez in Moto2, ma non tutti abbiamo la fortuna di avere degli sponsor che possono permettertelo. Chiaramente avrei preferito anch’io avere una squadra tutta per me, ma non è stato possibilie”.

RM

 
 
 

ROSSI E DOVIZIOSO SI SFIDANO ALLA DUCATI

Post n°3157 pubblicato il 23 Maggio 2013 da fuoriditesta34
 

Andrea Dovizioso davanti a Pedrosa e Rossi a Le MansQuando l’anno scorso la Ducati decise di puntare su Andrea Dovizioso per iniziare il nuovo corso il MotoGP, dopo l’addio di Rossi, in molti si chiesero se fosse stata la scelta giusta. Il forlivese sembrava un pilota troppo simile al predecessore, cresciuto anche lui sulle giapponesi, anche lui prima in Honda e poi in Yamaha, e dallo stile troppo pulito per la Desmosedici. Non uno Stoner, insomma, capace di guidare in modo diametralmente opposto e quindi, teoricamente, più adatto alla Rossa. Inoltre non aveva il curriculum del predecessore, solo una vittoria nella classe regina, anche se dalla sua parte una sensibilità e un’abilità di collaudatore universalmente riconosciuta.

Il Dovi ha sorpreso, si è buttato nella nuova avventura a testa bassa, e non si è fatto demoralizzare neppure dalla notizia che avrebbe iniziato la stagione con il materiale ‘vecchio’, cosa che avrebbe buttato nello sconforto più di un suo collega. Nel box è stato capace di imporsi come deve fare una prima guida, senza mai alzare i toni ma neppure rassegnarsi o lamentarsi troppo. I risultati si sono visti e il podio di Le Mans se lo sarebbe senza dubbio meritato.

CHE LA SFIDA ABBIA INIZIO - Impossibile quindi non fare un confronto con Valentino, almeno quello del 2011, che guidava una moto molto simile all’attuale. Il Dovi, guardando i numeri, la prima rivincita se la prende in qualifica dove è sempre stato più veloce del numero 46. Il capolavoro l’ha fatto in Francia, dove è riuscito a mettere la D16 in prima fila, dopo averla sfiorata già in Qatar, cosa che il Dottore non era mai riuscito a fare. Il forlivese sia a Le Mans che a Losail, è riuscito a contenere il distacco dalla pole sempre sotto il mezzo secondo, altro risultato che Valentino nelle prime quattro gare dell’anno non aveva mai raggiunto. Una vittoria schiacciante, che dimostra anche come le difficoltà del Dottore di sfruttare al massimo la gomma nuova non siano limitate a quest’anno e alla Yamaha.

Se in qualifica, quindi, il Dovi la fa da padrone, il discorso di riequilibra in ottica gara. In Qatar, lo scorso anno, Valentino Rossi era stato autore di un disastro che lo aveva fatto infuriare nel dopo gara. Ad Andrea due mesi fa è andata un po’ meglio, ma sotto la bandiera a scacchi il distacco era elevato e la posizione non spettacolare. Quello di Jerez, invece, è stato il peggior Gran Premio del Dovi in questo inizio di stagione. La posizione finale è migliore di quella di Rossi di 12 mesi fa, ma il distacco molto più elevato, di 8 secondi.

Valentino RossiInfine arriviamo all’ultima gara, visto che un confronto è impossibile per una avendo Austin preso il posto di Estoril. Il GP di Le Mans si è corso sotto l’acqua nelle ultime due edizioni, ma mentre il Dottore salì sul secondo gradino più alto del podio, Dovizioso ne è rimasto ai piedi. Una bella gara per entrambi, che conforma il potenziale della Ducati col, bagnato, con la discriminante del podio che fa pendere la bilancia dalla parte di Valentino e anche i favori della classifica dopo le prime quattro gare. Andrea però ha poco da recriminare, perché il distacco finale dal primo è stato praticamente identico.

AND THE WINNER IS... - Questa sfida a distanza quindi chi la vince? In verità nessuno dei due, perché non sono solo i numeri a potere decidere. Dovizioso è carico di motivazioni all’inizio di una nuova sfida, Rossi incominciava ad avere la sicurezza che il suo viaggio con la Desmosedici era arrivato al capolinea. Fosse sarebbe più corretto mettere a confronto le “vere” prima quattro gare di entrambi, e le statistiche darebbero ancora una volta la vittoria in qualifica al Dovi e quella in gara al Dottore, ma in quel caso le differenza tecniche fra le Desmosedici usate sarebbero troppo grandi.

Quello che è sicuro è che Dovizioso si sta impegnando al massimo in sella alla Rossa e la speranza è che a Borgo Panigale stiano facendo altrettanto. Perché ogni pilota entra in pista per vincere ma alla lunga, se la dotazione tecnica non migliora, può incominciare a perdere la voglia. Andrea sembra in uno dei suoi migliori stati di forma della sua carriera, sarebbe un peccato non sfruttarlo al meglio.


MATTEO AGLIO

 
 
 

BRIDGESTONE : IL CASO LORENZO E' CHIUSO

Post n°3156 pubblicato il 23 Maggio 2013 da fuoriditesta34
 

IL CASO SOLLEVATO DA JORGE LORENZO  dopo Il GP di Le Mans sembra essere definitivamente chiuso. Il campione del mondo aveva imputato le scarse prestazioni in gara a un difetto dello pneumatico posteriore che, a suo dire, dopo pochi giri avrebbe perso completamente grip. Al momento di incontrare i giornalisti, il campione del mondo non aveva ancora incontrato i tecnici Bridgestone per conoscere la reale situazione. “Non posso assicurare che la gomma fosse fallata, ma quella è stata la mia impressione” aveva specificato.

Avevamo incontrato proprio un portavoce della Casa giapponese dopo la gara, che ci aveva confermato che tutte le analisi sulla copertura erano risultate negative e che, anzi, il consumo era stato molto regolare, in linea con quello degli pneumatici degli altri piloti.

La conferma definitiva arriva oggi dalla bocca di Shinji Aoki, manager del dipartimento sviluppo di Brisgestone. “E’ chiaro che durante la gara Jorge abbia avuto un problema e che non sia riuscito a tenere il passo del gruppo di testa – la dichiarazione ufficiale – Immediatamente dopo la gara ha avuto una riunione con l’ingegnere che si occupa delle sue gomme e si è lamentato di una perdita di aderenza al posteriore. Come accade sempre in queste situazioni, il nostro ingegnere ha esaminato minuziosamente le gomme e ha potuto rilevare che avevano lavorato bene. Inoltre, le ho analizzate anch’io personalmente”.

Il manager ha poi comunicato i risultati agli uomini in blu “e siamo stati tutti, noi e gli ingegneri Yamha, d’accordo che la perdita di aderenza al posteriore non è attribuibile alla sua gomma – ha sottolineato – Abbiamo ricevuto commenti molti diversi dai piloti dopo la gara sulle loro sensazione, anche se tutti hanno usato lo stesso tipo di gomme nelle stesse condizioni. In queste situazioni di bassa aderenza dell’asfalto, il setup è un aspetto critico e il più piccolo cambiamento può avere un grande effetto sulle prestazioni. E’ stato comunque un peccato che Jorge sia stato così veloce nel warm up e tutti ci aspettavamo un migliore risultato da lui. Ma è un campione e sappiamo che tornerà a essere al suo meglio nella prossima gara”.

Bridgestone 1 – Lorenzo 0.



RM

 
 
 

LEWIS HAMILTON : MARQUEZ E' COME ME

Post n°3155 pubblicato il 23 Maggio 2013 da fuoriditesta34
 

Lewis Hamilton e Valentino RossiLewis Hamilton ha incontrato a Le Mans i suoi colleghi a due ruote, intrattenendosi nel box Yamaha. Ha chiacchierato con Rossi, si è scambiato il casco con Lorenzo e ha sbagliato il pronostico. “Sarà uno di loro due a vincere” aveva predetto a inizio gara. Così non è stato, ma oltre alla coppia in blu, c’è stato un altro pilota ad attirare la sua attenzione: Marc Marquez. L’ex campione del mondo ha detto che a MOTOGP  che lo spagnolo gli ricorda se stesso al debutto in Formula 1: “era come essere su un ottovolante e probabilmente è lo stesso anche per lui. E’ qui a battersi con i grandi e la stessa cosa è successa a me. Farlo è molto surreale. Devi continuare come se niente fosse e goderti ogni singolo momento”.

Sembra proprio quello che Marc sta facendo ed effettivamente la scossa che sta dando il suo arrivo in MotoGP è simile a quanto fatto da Lewis in F1. Nel 2007 Hamilton debutto in McLaren e salì sul podio già nella prima gara, con un terzo posto (identico risultato di Marquez) in Australia. Fu solo l’inizio perché fu nei primi tre senza interruzioni fino al nono Gran Premio della stagione. Marquez l’ha però battuto per precocità nella vittoria, arrivata al secondo tentativo per lui, al sesto per Lewis. Per entrambi, comunque, un inizio di stagione fantastico. La speranza per Marc è continuare nella scia del predecessore (quattro podi di fila li ha già messi in cassaforte) e magari fare anche meglio, perché Hamilton, a fine anno, fu battuto da Raikonnen per un solo punto. Si rifece comunque l’anno dopo.

Il britannico della Mercedes si è comunque divertito nella sua gita nel motomondiale. “C’è un’atmosfera incredibile e tantissima gente – ha detto – Era la mia prima volta ad una gara di MotoGP, la seguo da tempo ma vederla dal vivo è incredibile. Le moto mi piacciono molto e ne ho due in garage”.


RM

 
 
 

VALENTINO ROSSI , DA DOTTORE A PAZIENTE

Post n°3154 pubblicato il 23 Maggio 2013 da fuoriditesta34
 

 

Valentino RossiForse ci eravamo illusi, due mesi fa, quando in Qatar fece una gara delle sue. Ma è stato giustificabile, Valentino Rossi aveva portato il sole sotto le luci artificiali, non era stato il secondo posto finale a fare pensare che era finalmente tornato, ma il modo in cui l’aveva conquistato. Una gara in rimonta, fatta di sorpassi, la lotta con Marc Marquez. In sella il Dottore era sciolto, non lottava contro la moto come i due anni precedenti con Ducati ma finalmente la guidava. Austin aveva raffreddato gli animi, ma ce lo aspettavamo. Come ha notato anche Crutchlow, il pesarese ha bisogno di tempo per assimilare i nuovi circuiti e il Texas sarebbe dovuta rimanere una parentesi isolata. Perché arrivava l’Europa.

ROSSI OTTIMISTA SI PRUOMUOVE – Già L’Europa e due circuiti, Jerez e Le Mans, da sempre amici di Yamaha e del pesarese che invece hanno complicato ancora di più la situazione. Valentino, al termine del GP di Francia ha dichiarato: “come voto do un 8 a moto e a squadra e un 7 a me”. Forse con un po’ di ottimismo di troppo. Perché in Spagna è arrivato quarto, che in questo momento significa solo essere l’ultimo dei primi e gli altri tre, gli spagnoli, non sono mai stati alla portata di Rossi.

A Le Mans ha detto, invece, che senza caduta, si sarebbe potuto giocare il secondo posto. I numeri da una parte confermano la sua tesi, dall’altra la smentiscono. Perché è vero che Valentino ha fatto segnare il secondo giro veloce della gara (1’44”061, contro 1’43”597 di Pedrosa e 1’44”161 di Crutchlow). Ma i cronologici rivelano che nei giri prima della caduta stava perdendo terreno da Cal. Rossi dal 13° giro in poi perdeva dagli uno ai sei decimi dal pilota Tech 3 ogni volta che passava sul traguardo (eccezion fatta per il giro 16 dove ha recuperato) e anche Hayden era più veloce di lui. Vero anche che si era poco oltre la metà della gara, ma la situazione non si stava mettendo nel migliore dei modi.

Valentino RossiL’OMBRA DELLA DUCATI Allora cosa sta succedendo? Il Dottore ha dimenticato come si guida? Gli va riconosciuto il merito di non avere ma cercato scuse. “Nelle ultime due gare ho sofferto più di quanto mi immaginassi – ha risposto a una domanda diretta – Vengo da due anni difficili e ho bisogni di più tempo per riuscire a dare il massimo”. Il problema è che tempo non ce n’è, perché Lorenzo e Pedrosa sono forse ancora più forti che in passato e Marquez sta imparando a guidare la MotoGP con disarmante facilità.

Valentino aveva pensato che salire sulla M1 sarebbe bastato per rimettere indietro le lancette dell’orologio, ma 24 mesi in cui ha perso motivazioni, voglia e, forse, anche sicurezza non si cancellano con un colpo di spugna. Il Dottore ha 34 anni, pochi in assoluto, molti se si pensa che la prima gara mondiale l’ha corsa quando ne aveva 17. Gli avversari a suo confronto sono dei ‘bambini’ e la loro capacità di adattamento è giocoforza maggiore.

Valentino RossiUN NUOVO MONDO – Il problema dei grandi campioni è che le aspettative sono sempre altissime e ogni passo falso viene giudicato spietatamente e costa salato. Come lo Schumacher al ritorno in Formula 1 dopo il primo addio, Valentino sta deludendo. Il confine tra prima e dopo per lui non è stato un ritiro, ma due anni incolori. Fare processi sommari, per di più dopo solo quattro gare, è comunque sbagliato. Anche perché il primo a essere consapevole dei suoi attuali limiti è proprio il diretto interessato. “So che Marquez, Lorenzo e Pedrosa adesso sono più veloci di me, devo ancora lavorare e conosco su quali punti farlo” la sua ammissione.

Come sulle qualifiche, che ancora non riesce a interpretare al meglio, o sui primi giri di gara, dove gli altri volano. “Il modo di correre è cambiato negli ultimi anni e devo abituarmi” ha sottolineato. Tempo ce n’è, perché il contratto con Yamaha scade a fine 2014 e in mezzo ci sono tantissime gare per risollevarsi. Rossi in questo momento non deve fissare obiettivi irraggiungibili, anche se quel mondiale numero 10 un posto nella sua mente ce l’ha. “Prima arriviamo al livello degli altri, poi vedremo” ha detto. Dalla sua parte ha un grande vantaggio: i suoi tifosi, che non l'hanno mai abbandonato. A Le Mans, durante un evento promozionale, lo hanno accolto come se il campione del mondo fosse stato lui, tanto che Valentino ha dovuto ‘bacchettarli’ per avere praticamente ignorato Lorenzo, che era al suo fianco. In tanti aspettano di rivederlo vincente, ancora di più saranno al Mugello. “Lì un buon risultato sarebbe più importante del normale”. Quale miglior posto per iniziare un nuovo capitolo del libro del 46?

MATTEO AGLIO

 
 
 

' IL MIGLIOR TEMPO " DI GUIDO MEDA

Post n°3153 pubblicato il 23 Maggio 2013 da fuoriditesta34
 

Forse siete un po' come me che non vedo l'ora di passare dalla parte del volante anche se mancano dieci anni che a scorrere ce ne metteranno almeno cento. Perché quando sei piccolo ti sembra impossibile diventare grande. E' una cosa lontanissima. Ma interessante, soprattutto per quel fatto lì che ad un certo punto si può guidare, anche tutti i giorni.

Con questo incipit Guido Meda, il popolare telecronista di Italia 1 si presenta nelle vesti di scritto con il suo libro "il miglior tempo", in LIBRERIA  in questi giorni.

A voi il piacere della scoperta della trama, vi riveliamo solo che ad un certo punto, spuntano Valentino Rossi e Marco Simoncelli. Ma non è un libro sulla MotoGP.

La recensione:

Il miglior tempo racconta le emozioni di una vita su ruote, quella di un uomo che è cresciuto giocando con le automobili, che si diverte a sfidare i limiti e da sempre cammina in bilico tra motori e donne (ma non tra donne&motori).

Nella vita del protagonista di questo libro, i motori – macchine, motociclette, aerei – sono tradizione familiare, lavoro, hobby, addirittura mania, culto, autocoscienza. Poi ci sono le donne: le nonne, la tata, la madre, la moglie, le figlie, le amiche, tutte figure femminili sagge e pazienti, capaci di curare le ferite ogni volta che il gioco si fa troppo pericoloso. Ed è proprio nell’equilibrio tra ragazzate e perdono, tra fughe liberatorie e carezze di conforto, che bisogna cercare il tempo migliore e che si raccontano le storie più belle: il ricordo mitico della Millemiglia del ’56 a bordo di una Fiat 1100-103 Zagato, gioiosa ma estenuante anarchia automobilistica; la birichinata incendiaria di un bambino che rimette in moto una Renault Dauphine del ’58 abbandonata; una notte d’amore in cui viene concepita la più bella delle automobili; un viaggio in moto per assaporare il piacere della paternità; il Sic con la sua voglia di abbracciare e Valentino quando era bambino.

E la guerra dichiarata a un vigile urbano. In questo libro, sospeso tra realtà e sogni, tra riso, paura e nostalgia, Guido Meda ha saputo dare senso a una passione assoluta. Che è anche la voglia tutta maschile di vivere con leggerezza. Di partire per una scorribanda sapendo di poter sempre tornare sotto un tetto sicuro.


RM

 
 
 

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