ombra e fantasia

glass room


L’altra notte ho sognato di andare a vivere in un nuovo appartamento, molto desiderato, di cui mi sono innamorato appena l’ho visto. Era in un palazzo in vetro, piano attico, con tantissimi negozi ai piani sottostanti. Tutte le pareti erano in vetro, dunque permettevano dall’esterno di vedere ogni fase del mio quotidiano. Persino il luogo destinato all’abbandono del sonno e all’intimità più nuda aveva le pareti trasparenti: unica stanza quella da letto, del piccolo appartamentino a sezione triangolare dalla grande, immensa parete a giorno che si affacciava all’esterno.E a mia volta io potevo vedere con uno sguardo tutta la vita che circondava la mia dimora.Un lusso forse, con i suoi arredi moderni e lineari, o comunque lo percepivo così; un azzardo, quasi al limite di ciò che una persona comune può solitamente permettersi. Tanto desiderato da averlo scelto. Per quanto tempo? Non è dato saperlo, probabilmente lo avrei lasciato prima o poi, per rintanarmi al domestico calore di un ambiente più ordinario, dalle barriere invalicabili, dai ritmi insondabili, dalle emozioni protette; ma al momento no, volevo viverlo, volevo goderne, eccitato dal conflitto tra pudicizia ed esibizionismo.Non so se le immagini proiettate dal mio Es sul profondo schermo delle visioni oniriche, possa servire più come richiamo a me stesso per una difesa dal mondo che osserva con crudeltà, assetato di morbosa ossessione per denudare il prossimo, o come stimolo per uscire più nudo che mai, verso un vento esterno, in cui trovare ristoro e pace. So che quella casa permeabile alla vista indiscreta, è l’ambiente che al momento soddisfa di più i miei bisogni.