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Mousetrap

Post n°50 pubblicato il 24 Febbraio 2021 da furanosio
Foto di furanosio

Ancora smarrimento, senso di perdere il terreno sotto i piedi, crollo, vuoto. Vertiginosa corsa verso un sentire la tristezza che si avvicina come si avvicina la profondità di un pozzo entro cui perdere ogni riferimento alla superficie. Angoscia. 

Trappola. La dimensione della realtà che si conosce, delle condizioni che si attraversano, degli scenari che per certi versi si sceglie di adottare e che per altri ci si trova ad occupare quasi per sorte. 

La vita, quell’altra; quella fuori dalle sbarre, quella che non ti conforta con le certezze quotidiane ma che ti seduce con le grandi mete da osare a raggiungere. 

Nella gabbia c’è tutto: i miracoli immeritati così come le grandi delusioni che in fondo in fondo si potevano anche prevedere. Scegliere e scegliere di restare nella trappola. Scegliere e scegliere di non vivere per vivere. 

Coraggio.

 
 
 

Oniric lesson

Post n°49 pubblicato il 03 Gennaio 2021 da furanosio

Mi sveglio con una forma emotiva ancora viva e presente che mi ricorda il sogno appena stroncato a causa di un rumore. La scena è uno studio, si tratta di un esame, di due vecchie amiche dell’università con cui ci siamo più volte trovati a studiare, di un presunto insegnante di chimica fisica dello stato solido, in realtà mai esistito in carne ed ossa, mero frutto della mia immaginazione onirica, dall’aspetto che ricorda tanto un po’ Freud e un po’ Pirandello. Un signore sui sessanta gentile ma purtroppo incline ad assecondare una delle mie amiche, la più incline delle due a sua volta a compiacerlo in atteggiamenti quanto meno discutibili. Sono in attesa dello stesso esame che sta affrontando la mia collega, puntualmente alla cattedra con foglio bianco da riempire durante il colloquio di commenti e riflessioni sui postulati e sulle relative dimostrazioni, quando scopro improvvisamente che alcuni passaggi consistenti in equazioni differenziali in effetti di fondamentale importanza, mancano al mio completo possesso. L’atteggiamento di lui è amichevole e rischierei di compromettere la sua stima nei miei confronti “giocandomela” all’esame, creando un pregiudizio negativo, in seguito sicuramente difficile da superare se venisse fuori proprio quel vuoto.Che fare? “Ma come, davvero non ricordi?“ mi dice l’altra amica che ha già superato l’esame, mostrandomi una sorta di rivista scientifica su cui ha trovato una perfetta sintesi per ripassare tutti i passaggi e le formule matematiche. “Sì è proprio inutile”, dico io, dovrei sperare che non me li chieda, o tornare direttamente alla prossima sessione (sapendo tra me però che il clima di confidenza amichevole e di predisposizione a un naturale atteggiamento “affettuoso” dovuto alla particolare combinazione di eventi non capiterà ancora). E ad un tratto ZAC! Drastico risveglio.Morale? Cosa mi suggerisce l’inconscio? Che sto “solo” vivendo uno strano periodo storico, che tante proiezioni e grafici rivelano il preludio a un altro momento difficile per tutti in condizioni in cui la sicurezza sanitaria non è massima, o anche altro? Una sottile intenzione richiamava alla tentazione di qualche strana corruzione dell’anima.. un po’ nel segno del grande Dostoyevsky; questo assecondare, il titubare davanti alla difesa di certi alti ideali per mero opportunismo e senso “pratico”: è solo l’inizio di una discesa veloce verso la perdita di ogni dignità. Devo ricordarlo. Bisogna lottare. Lottare per se stessi, per ciò in cui si crede. La morale alta contro qualunque senso pratico di risoluzione rapida dei conflitti. Ma c’è anche il tema della della delusione, sembra che emerga la voglia di non deludere chi nutre aspettative nei propri confronti, anche quando dietro ai grandi personaggi che si decide di prendere a riferimento si celano intenzioni non sempre encomiabili. Provo a ricominciare a dormire..

 
 
 

un ricordo.. la ricerca.

Post n°48 pubblicato il 03 Settembre 2013 da furanosio
 

E' davvero un guaio! Qualcosa che dovresti ricordare, sapere, riconoscere. E' assurdo, lo cerchi lo cerchi.. ma niente, non viene fuori ciò che cerchi. Lo cerchi dentro.. come quando non ricordi una parola di cui sapresti spiegare benissimo il significato ma niente, lei non viene.   Ora è lo stesso! So che c'è un vuoto.. devo sanarlo. So che posso arrivarci, colmare tutto, ma ho sempre idea che debba trovarsi qualcosa per riempire ciò che manca. Esiste.. ma cos'è?

Che bello sarebbe, che soluzone, che pace. Sapere di cosa si tratta, qual'è l'oggetto della ricerca. Per mettere pace.

E la consapevolezza di non essere giunti alla pienezza, paralizza, spoglia, inibisce, e vivere rimane triste.


 
 
 

quanti giorni..

Post n°47 pubblicato il 18 Novembre 2012 da furanosio
Foto di furanosio

E' tanto che non sento di dovere intervenire su queste pagine. E' tanto che, ogni volta che penso a questa raccolta di pensieri, rifiuto l'idea che la persona più dolce e forte che potessi mai avere e che potessi mai perdere, non leggerà più con me le mie parole scritte, e questo è un dolore grande. Aumenta la consapevolezza che l'unico tramite di condivisione con lei sia io stesso. Unico testimone di ciò che insieme abbiamo vissuto, visto, pensato.

Si accumulano, accozzate, le volte che devo fare a pugni con l'idea di perdere le persone che amo di più, di perderle, di perdere. Perdere anche me stesso con loro. Perdere via via i ricordi, le condivisioni, le gioie.

Oggi poi, a distanza di mesi dall'estate infausta, è un giorno in cui, un periodo di nuove e antiche presenze, nuova e antica vita, di gioie intense, di strani smarrimenti, di ripensamenti, di speranze, di ricostruzioni, tutto sembra crollare, sembra concludersi. Un soffio, una crisi, un evento. Credi di essere sotto le macerie, ma una voce ti dice: sei solo tu il vento. Sei solo tu che vuoi sentirti un sopravvissuto. 

Ritrovi un amore, l'amore. Ciò che un tempo credevi il nucleo, la vita, l'origine delle energie, delle forze, della gioia. Il nutrimento per vivere, per godere, per piangere, per vivere, ancora, arriva a toccarti, ti chiama, ti vuole con sé. E poi.. lo perdi, ancora. Forse lo sapevi già. I miracoli hanno un perché non servono solo a farti star bene, sono segni, servono ad imparare qualcosa.

Intanto io, del mio miracolo ho goduto, e oggi l'ho perso.

 

 
 
 

tedio

Post n°46 pubblicato il 21 Febbraio 2012 da furanosio
 
Foto di furanosio

..e una tristezza incombe come guardiano di un baratro prima del più tetro oblio. La fitta notte non rivela il più sottile raggio vedetta. Solo la rossa fenice d'oro potrà trascinarmi a nuova vita. Attendo.

 
 
 
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