Così in terra

Quark: “Le politiche di aiuti”


 Riporto, subito sotto, più o meno, quanto detto all'interno della puntata di Quark del 23 luglio u.s., all'argomento "Come sta il mondo".Quindici anni fa le Nazioni Unite stabilirono degli obiettivi, otto, da raggiungere entro il 2015: con quali risultati?Circa 1 miliardo di persone al mondo vive con 1 euro al giorno, e non sempre, a volte anche con meno.Il numero di persone in povertà assoluta è dimezzato, e questo viene considerato il risultato più straordinario; quasi dimezzata la mortalità infantile, quella per il parto, lo stesso dicasi per il numero di persone senza accesso all'acqua potabile. 150 milioni di persone non soffrono più la fame; 3 milioni, per lo più bambini, salvati dalla malaria, 14 milioni dal morbillo, 20 milioni dalla tubercolosi. Nei paesi più poveri il 90% dei bambini frequenta almeno la scuola elementare. Naturalmente c'è ancora moltissimo da fare, si dice, per questo a settembre le nazioni unite si daranno altri obiettivi da raggiungere entro il 2030: 169 obiettivi di vario genere che per raggiungerli servirebbero dai 2000 ai 3000 miliardi di dollari, oltre dieci volte la somma che sarà effettivamente disponibile (200 – 300 miliardi in quindici anni).Come scegliere fra tante buone cause? Si domandano. Quando ho sentito il seguente elenco di valori ho iniziato a sorridere di melanconia: con 14 miliardi di dollari si previene la morte di 2 milioni di neonati l'anno; con 11 si può prevenire la malnutrizione di 68 milioni di bambini; con 6 si mandano all'asilo 30 milioni di bambini africani; con 2,5 miliardi si possono sottrarre alla fame 80 milioni di persone; con 1 solo miliardo in vaccinazioni si salva la vita a 1 milione di bambini.Io vorrei gridare agli autori di questo servizio che gli Stati Uniti da soli – sottolineo da soli - hanno speso finora per la guerra in Iraq ed Afghanistan – sappiamo tutti di che razza di guerra stiamo parlando: la più deprecabile fra le più sporche - circa 4000 miliardi di dollari (mentre si disse all'inizio che i costi non avrebbero superato i 50 miliardi – “la forza degli statisti di governo”).Conclusione, in bellezza, del documento: “gli aiuti possono soltanto accelerare la fine della povertà”. Magari fosse proprio così.Intanto, invece, la povertà che si vorrebbe sconfiggere con i metodi riportati, ritorna prepotente, chissà come mai, in Italia, come in molti paesi della “ricca Europa”, con la Grecia in testa a rappresentarli tutti. Non mi sento di avere dubbi: si tratta di briciole di piccola carità passata e dispensata come diamanti lanciati dal finestrino di un treno che corre senza fermate intermedie, una sorta di “toccata e fuga” di chi ha bisogno di mettersi un pochino in pace con la propria coscienza, con il sostegno di forbiti, e chissà quanto scientifici, palcoscenici televisivi.