Futuro Possibile

Letta, rivoluzione da Terza Repubblica. Ma si può con un accordo Pd-Pdl-Sc?


Letta incassa 453 voti favorevoli alla Camera e lancia un messaggio chiaro e serio al paese. Un discorso serio e rivoluzionario con cui il premier prova a portare l'Italia verso la Terza Repubblica. L'obiettivo primario sembra l'Europa, Letta proverà a trovare accordi, leadership, crescita e fondi dall'Europa, dai governi esteri e sopratutto dai mercati. Poi c'è la nota dolente dell'economia interna; Saccomanni avrà un duro compito perché, se l'Imu viene bloccato per giugno, adesso bisognerà trovare da qualche parte di soldi per coprire quel buco. E questa forse è la prima vittoria di Berlusconi. Poi i giovani e le imprese al centro del discorso di Letta che, almeno nel programma, sembra voler dare respiro e agevolazioni a coloro che sfideranno la crisi e assumeranno i giovani nelle proprie aziende. Poi c'è il discorso del reddito minimo di cittadinanza e anche qui bisogna trovare i fondi per recuperare i soldi. Poi l'Iva che non salirà, com'era previsto, dal 21 al 22%. Dal punto di vista politico i segnali forti sono arrivati, tanti sorrisi nei tavoli del Pd e nel Pdl, inizi di accordi sul programma futuro e sulla convenzione per le riforme costituzionali, una specie di costituente che Berlusconi vuole presiedere. Ai mercati è piaciuto la formazione del governo in Italia, tanto che Piazza Affari ha chiuso in forte rialzo, con i titoli di Mps e Mediaset in forte crescita. Quello che ci si chiede, sopratutto tra la gente, è la durata del governo; Letta si è dato una durata minima di 18 mesi ma il programma sembra pronto ad affrontare anche l'intera legislatura. Per questo la base del partito potrebbe insorgere e portare il governo a perdere consenso proprio da parte del partito che esprime il premier. Solo le soluzioni che faranno bene al Paese e contro gli sprechi politici potranno ridare credibilità a questa classe dirigente che, in ogni caso, non dovrà creare nella Convenzione una rinascita dei vecchi lupi della politica della seconda repubblica.Questa convenzione deve dare, attraverso gente capace, proposte politiche che garantiscano un cambio della Costituzione in quelle parti che ormai sono obsolete. Riduzione del numero di parlamentari, eliminazione del bicameralismo perfetto, passaggio al Senato delle regioni, voto di fiducia affidato alla sola Camera dei deputati e nuova legge elettorale, oltre che l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e alle indennità dei parlamentari e dei deputati regionali. Cambiare le istituzioni per cambiare l'Italia.