C'è una via, che non scorderò mai. Lì sono nata, in uno dei due palazzotti di quella strada,nel centro storico della città. Una via particolare con accesso dal pieno centro, sullo sfondo un grande viale alberato a ridosso delle mura della città, balcone panoramico sulla campagna sottostante a far da base alla maestosità delle Alpi, ai tempi della mia infanzia, ora occhio curioso sulla parte bassa della citta nuova... Il suo fascino è rimasto intatto.Due palazzi, sempre uguali, restaurati e migliorati forse, che hanno mantenuto il loro cortile giardino, le grandi scale coi gradini di pietra , consumati dall'uso, i voltini a raggera, i rampicanti fioriti a profumare l'aria. Molto silenzio, quasi quello di allora...la via, in fondo è sempre quella, col vecchio convento delle suore, la chiesa, il ricovero per i poveri vecchi,allora, un signorile pensionato ora. L'aria ora è solenne, silenzio, zona pedonale, acciottolato perfetto, eppure tutto sparisce ai miei occhi che ancora la vedono con gli occhi di una bambina curiosa.Le suore frettolose che attraversano la strada, col capo raccolto sul mento a nascondere il volto mentre cercano velocemente di riportare a casa i vecchietti, al rientro dalla libera uscita. Quanta tenerezza in questi ometti, traballanti sulle gambe appesantite da qualche bicchiere in più bevuto all'osteria, unico svago di un pomeriggio al mese di libertà. Nei loro occhi la gioia e la tristezza insieme ,i rimproveri delle suore, il rumore delle serrature che chiudevano il portone, quasi un carcere per anime sole, abbandonate, in miseria. Mi incammino, uno sguardo rapido a quelle che erano le finestre della mia camera. Di fronte la scuola del convento,la mia scuola... Allegro risuonare di voci e canti, la voce imponente delle maestre rendevano allegra l'atmosfera di quella via insieme all'andirivieni di studenti esterni, chiacchericcio di mamme e bambinaie che accompagnavano i piccoli... una musica che si spegneva coi vespri, coi passi veloci delle donne che andavano in chiesa. Quanti ricordi nascosti nelle aule , nei giardini di quell'angolo antico, dove il tempo pare essersi fermato allora. Niente più scuola, oggi, solo qualche vecchietta frettolosa come allora, nell'ora dei vespri. Anche i bambini pare siano scomparsi, insieme ai giochi che si facevano per strada, le donne non chiaccherano più affacciate alle finestre.Le stanze illuminate riflettono sui soffitti la luce e le immagini della tv,come ombre cinesi. Mi scorre davanti agli occhi un periodo della mia vita, gioiosa allegria di bimba, che viveva serena nonostante ogni tanto risuonassero l'urlo delle sirene, i colpi dei mitragliatori che colpivano le postazioni militari, il coprifuoco serale, l'oscuramento notturno, l'occupazione tedesca. Tutto questo è rimasto in quella via che ho percorso oggi per caso. Ho rivisto i volti giovani di mamma e papà, i miei compagni di gioco, i miei sogni di bambina, di adolescente, ho sentito sulle labbra il primo bacio, rubato nel buio del portone, aveva ancora oggi lo stesso sapore, lo stesso dolcissimo sapore di un amore che nasceva per non morire mai...