Sentimentalmente

L'Invidia... male oscuro !


 
  La Rana Ingrata -Dammi una mano disse una rana al Re.. E il Re che lo stagno osservava distratto prestò attenzione a quella Rana, guardandola con grande pietà. E allungando la sua grande mano la tolse dall’impiccio depositandola sulla riva poco distante allo stagno.-Cosa ti accade piccola Rana, perché mi hai chiesto aiuto?--Io sono una principessa-.Non posso vivere in uno stagno, innalzami alla tua natura solo così potrò sentirmi felice.Il Re sentì il cuore riempirsi di pietà, ed anche se consapevole che a parlare era una Rana, decise di aiutarla. La portò con se al suo castello, presentandola a tutti come una principessa, e chiunque aveva al cuore la parola del Re finse di credere a quel che lo stesso diceva, perché il sovrano non aveva mai proferito parola che in realtà non fosse.La Rana prese dimora nel castello del Re, fu vestita, ripulita, una parrucca fatta di fili di seta rara fu fatta giungere dalla Cina per adornarle il capo, e abiti preziosi ne rivestirono il corpo. La rana era finalmente felice, per la prima volta nella sua vita si sentiva davvero una principessa, rispettata onorata ovunque andasse. E fregiandosi dell’amicizia del Re, fu accolta in molti salotti in vista, dove grandi onori le furono riservati.Ma una Rana anche se ben vestita, nel cuore restava sempre tale, e mentre il Re dormiva sereno, la stessa intesseva complotti contro la mano di chi l’aveva tolta dall’impiccio. Silenziosamente diffondeva malanimo nei confronti del generoso Re. E venne il giorno in cui il Re doveva presenziare ad una grande manifestazione, dove molti nobili furono accolti dal sovrano per portare parola, e il castello del Re si accese di grande luce. La Rana come sempre gli era al fianco, e il Re notò nei volti di alcuni ospiti ingratitudine, e presagendo un complotto contro la sua benefica iniziativa, aprì finalmente gli occhi.Si voltò a guardare la Rana, che sino ad allora aveva voluto innalzare come una principessa, e con tristezza comprese d’aver fatto un grande errore. Una Rana anche se con manie di grandezza sempre una rana resta. La nobiltà d’animo è una conquista, e se questa Rana era rimasta tale, significava che di conquiste non ne aveva fatte. Aveva saputo solo implorare la sua risalita dal putrido stagno, ma non aveva mai faticato in tal senso. E' graduale il divenire , da stagno putrido a limpido specchio d’acqua, e da limpido specchio alla luce del cuore.Il Re prese la Rana ingrata, ordinò alla servitù di toglierle quel che non le apparteneva, compresa la meravigliosa parrucca di fili di seta e l’abito di preziose stoffe, e lui personalmente l’andò a riportare laddove l’aveva trovata.-Cosa fai, mi abbandoni alla mia triste sorte?-Disse la Rana. E il re.-Per te mia cara da oggi son chiuse tutte le porte.-Ed aggiunse: -L’invidia, è la cieca musa di una mente confusa.--Non è vero, è una falsità!-Urlò la Rana, e mentre ancora sbraitava, il Re la lanciò nelle putride acque.-Ricorda piccola rana, il giusto ha la misura del cuore, ma per te che cuore ancora non hai, quel che è giusto ti apparirà ingiustizia. -La Rana con grandi sforzi cercava di nuotare attraverso la densa melma, continuando ad inveire contro il re.-Tu un giorno dicesti: "Mai dell’altrui parola te ne farai corona, corona è, solo quel che fiorisce da te". Mentre tu stesso mio Re ti fregiasti delle parole altrui, nella manifestazione che grande luce diede al tuo castello.--Piccola Rana la tua comprensione è piccola come il tuo essere, ma qualcosa di giusto hai detto: "Mio re". Non sono stato io a fregiarmi delle parole altrui, ma sono gli altri che si sono fregiati del mio castello. Un po’ come avresti voluto fare tu!-La Rana prese ad urlare isterica:--Maledetto destino, che mi hai fatto nascere Rana, maledetto sii tu Re dei miei stivali, maledetto il cielo a cui non credo e mai crederò.-Il Re era ormai lontano nel passo, e sorridendo disse:-Il Destino? E’ il paravento degli arresi. Vivi del tuo fango Rana ingrata.- Ti è piaciuta? Leggi: La rana e il bue di Fedro